Il cece di Cicerale vive ancora. La storia di Giovanna Voria

Il cece di Cicerale vive ancora. La storia di Giovanna Voria

Cecicorbella

Giovanna Voria nasce figlia di contadini. E chi appartiene alla terra prima o poi ne sente il richiamo…
Infatti, sposata giovanissima, avvia con il marito un’attività di marmi, ma dopo 25 anni in cui ormai gestiva sia l’ufficio che il laboratorio, quella vita inizia a starle stretta: si sente come l’ingranaggio di una macchina e prendersi cura dell’uliveto, del vigneto e degli animali di famiglia nel fine-settimana, non le basta più. La terra chiama, lei risponde.
Molla tutto e nel 2001 avvia quello che diventerà l’Agriturismo Corbella, in una zona “fuori dal mondo”: all’epoca non c’è acqua, né luce, niente telefono e nessuna strada per raggiungerlo se non un pezzo di sterrata. Per dare inizio alle attività Giovanna si arrangia con un gruppo di continuità, l’energia elettrica arriva un anno dopo.

Non è facile, per lei. In un posto così precario in termini di servizi, è facile sentirsi abbandonata. Ma le tornano in mente le donne di famiglia, con i loro preziosi insegnamenti contadini e la grande forza di volontà. Nonna Giovanna, nonna Antonia e mamma Angelina le sono di ispirazione e a Giovanna viene l’idea: recuperare il cece di Cicerale, un legume talmente tipico che dà il nome al paese, sul cui stemma comunale compare una pianta di ceci con la scritta “Terra Quae Ciceralit” (terra che nutre i ceci). Un prodotto che, con la forte emigrazione post-bellica, era sparito completamente.

Dopo neanche un mese di attività è la BBC, la famosa emittente televisiva britannica, che va ad intervistare Giovanna facendole capire che tra le mani ha un tesoro, e le consiglia si scrivere un libro (“Cucinare con i ceci”). Inizia così un periodo ricco di sfide che altro non fanno che rafforzare l’orgoglio di appartenere alla terra cilentana. Nel suo agriturismo inizia a proporre piatti a base di legumi, cereali, ortive, erbe spontanee, aromi mediterranei, fico bianco del Cilento: tutti prodotti della sua zona.
Chi la deride per questo suo “ritorno al passato” deve ricredersi presto: grazie agli studi di Ancel Keys e Jeremiah Stamler, che ne provano i benefici sul sistema cardiovascolare, la Dieta Mediterranea diventa nel 2010 Patrimonio Immateriale dell’Unesco e lei che – seguendo le orme delle tradizioni della sua famiglia – se n’è fatta promotrice, capisce di aver intrapreso la strada giusta.

Nel 2012, dopo tante lotte, il cece di Cicerale diventa Presidio Slow Food e per Giovanna iniziano le soddisfazioni, soprattutto al di fuori dei confini regionali e nazionali, fino a volare anche oltreoceano. Nel 2017 il Museo della Dieta Mediterranea la nomina “Ambasciatrice della Dieta Mediterranea nel Mondo”, nello stesso anno arrivano il Premio Cicas e il premio Fidapa e ambasciatrice del Cilento, mentre l’anno dopo la Voria è Ambasciatrice del Carciofo Bianco di Auletta. Oggi Giovanna si occupa con passione del suo agriturismo ma organizza eventi e laboratori per grandi e piccoli in cui racconta la Dieta Mediterranea e cucina deliziosi manicaretti a base di prodotti locali.

«Io mi reputo una chef contadina – dice senza trattenere l’emozione di chi sa quanta fatica è costata arrivare fino a qui – Ho bisogno della terra, della stagionalità a km zero e delle eccellenze dei luoghi. Cucino ciò che trovo nel mio orto, per questo non ho un menu fisso alla carta nel mio agriturismo. Dopo il cece di Cicerale, ho recuperato il cece nero di Corbella, il cece rosso e l’antico fagiolino di maggese. Abbiamo però bisogno di giovani che si innamorino dei prodotti del loro territorio e possano portare avanti ciò che stiamo facendo. Io, personalmente, per la mia terra ho rifiutato offerte all’estero molto interessanti, perché credo che se tutti scappiamo via cosa rimarrà della nostra storia, dei nostri avi e delle lotte che hanno fatto? Io lo dico sempre: sò nata a lo Ciliento e me ne vanto».

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Ai tiempi ro barone: tra spettacoli ed enogastronomia rivive la grande storia

Ai tiempi ro barone: tra spettacoli ed enogastronomia rivive la grande storia

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Ai tiempi ro barone”: dal 29 giugno all’1 luglio Prata Principato Ultra (Avellino) ripercorre le orme del suo passato in un evento che nasce dalla storia del paese e che arriva fino alla modernità. Tre giorni incentrati sul Palazzo Baronale che fu della famiglia Zamagna, originaria della croata Dubrovnik, figura di spicco dell’aristocrazia pratese a cui simbolicamente l’evento si lega.

L’evento è promosso dall’associazione Panta Rei con la direzione artistica di Roberto D’Agnese. Cuore di “Ai tiempi ro barone” è il centro storico, insieme alla tradizione e alle eccellenze enogastronomiche del territorio, con la figura centrale del Barone Savino Zamagna, la cui figura riecheggia all’interno del Palazzo Baronale insieme alla storia della sua tragica fine. È proprio in questo Palazzo, infatti, che il barone trovò la morte, in una notte in cui – come sua abitudine – volle esercitare lo Ius primae noctis, famigerato diritto del Signore feudatario di giacere la prima notte con la sposa di un proprio sottomesso. Zamagna venne ucciso da Gianlorenzo la Monica per difendere la giovane nuora dall’arcaica abitudine feudale, travestendosi da sposa ed aspettando il barone nel talamo nuziale e pugnalandolo a tradimento.

“L’idea è nata per rivalutare il centro storico e, in particolare, il Palazzo Baronale – afferma Luigi Tenneriello, presidente dell’Associazione Panta Rei – con un evento in grado di guardare sia alla cultura che all’enogastronomia. Stiamo definendo il programma con il direttore artistico Roberto D’Agnese, che è per noi garanzia di successo, con l’auspicio che diventi un appuntamento annuale fisso, cercando di coinvolgere i cittadini e i turisti con una proposta diversa dal solito, che parta già dall’ora di pranzo e che veda il Palazzo aperto per visite ed iniziative. Particolare cura sarà data all’allestimento, perché si possa rivivere l’atmosfera che si respirava all’epoca del barone”.

“Stiamo lavorando ad un programma artistico di impatto – spiega il direttore artistico Roberto D’Agnese -. Il format dell’evento vedrà una duplice linea guida, incentrata sulla cultura e lo spettacolo ma anche su quello che è un pezzo importante del patrimonio culturale di Prata, ovvero il Palazzo Baronale, che apre le sue porte alla cittadina rivivendo gli antichi fasti attraverso tre serate di festa, in cui raccontare la storia del paese ed immergere il visitatore in un’ambientazione in grado di rievocare la presenza del Barone Zamagna. La mia idea è quella di un evento che non abbia i canoni di una festa classica, ma che sia ricco di sorprese per il visitatore e per la cittadinanza stessa. Una singolarità che appartiene alla storia del barone Zamagna e che merita di incarnare lo spirito dell’evento a lui dedicato”.

Impress, il rivoluzionario trattamento di ortodonzia invisibile, arriva a Salerno

Impress, il rivoluzionario trattamento di ortodonzia invisibile, arriva a Salerno

Impress, azienda specializzata nell’ortodonzia invisibile di nuova generazione, dopo le recenti aperture nel territorio italiano e a una costante espansione a livello europeo, arriva nel cuore di Salerno per offrire ai cittadini la possibilità di migliorare il proprio sorriso e prendersi cura della salute dentale grazie al suo rivoluzionario trattamento con allineatori invisibili.

impress ortodonzia invisibile

Merito di un approccio all’avanguardia dove la tecnologia è tra i principali punti di forza. Il metodo Impress, infatti, si differenzia dai trattamenti tradizionali con una proposta caratterizzata dalla massima flessibilità, personalizzazione e comodità per adattarsi alle esigenze di ciascun paziente. L’azienda, grazie all’esclusiva specializzazione in ortodonzia invisibile e al controllo dell’intera catena del valore, ha reso accessibile i propri servizi a tutti.

Dopo aver rivoluzionato il mercato europeo con trattamenti ortodontici specifici per risolvere i problemi legati al disallineamento dentale, Impress è ora pronta ad offrire una possibilità inedita per migliorare il proprio sorriso anche ai pazienti di Salerno che potranno recarsi presso la nuova clinica, Studio Associato Dr. Ginetti in Corso Vittorio Emanuele 203, per iniziare il proprio trattamento di ortodonzia invisibile interamente personalizzato.

All’interno di uno spazio attrezzato con tecnologie di ultima generazione e studiato per accogliere i pazienti all’insegna del comfort e del relax, Impress mette a disposizione dei cittadini di Salerno l’expertise maturata sul campo con il trattamento di migliaia di casi e la disponibilità di un’equipe medica altamente specializzata.

Gli spazi della nuova clinica sono organizzati in modo da garantire un’esperienza in totale sicurezza e nel pieno rispetto delle misure anticovid.

Come funziona il trattamento di ortodonzia invisibile proposto da Impress?

La tecnologia e l’innovazione costante sono i principali punti di forza dell’offerta Impress che si differenzia sul mercato grazie alle potenzialità dell’intelligenza artificiale attraverso cui si offre al paziente l’inedita possibilità di recarsi in clinica, nel caso dei trattamenti meno complessi, solo in occasione del primo appuntamento ai fini della valutazione odontoiatrica preliminare. Dopo aver eseguito in sede l’ortopanoramica e la scansione in 3D di ultima generazione, al paziente viene mostrata una video simulazione accurata e gratuita dei risultati che potrà ottenere con il trattamento Impress.

Una volta intrapreso il percorso, il paziente ha la possibilità di scegliere il follow up che meglio si adatta al suo stile di vita: di persona, con visite alle cliniche Impress, o virtuale tramite un’apposita App che comodamente da casa consente un monitoraggio accurato dei progressi del trattamento.

L’evoluzione viene valutata dal team medico attraverso l’app, alla quale il paziente deve inviare una fotografia del suo sorriso ogni volta che cambia gli allineatori. Grazie alla tecnologia dell’intelligenza artificiale verranno analizzati i progressi, avvisando il team medico in caso di imprevisti. Il paziente ha a disposizione un monitoraggio digitale 7 giorni su 7 con la possibilità di richiedere un consulto medico tramite videochiamata e persino su WhatsApp, fermo restando l’eventualità di visitare la clinica quando vuole, senza costi aggiuntivi.

Ulteriore punto di forza della proposta Impress è la possibilità di intraprendere il trattamento in una città e completarlo in un’altra grazie alla possibilità di accedere alla storia clinica e al follow-up di ciascuno in qualsiasi sede europea.

“In Impress, – commenta il Dott. Khaled Kasem, capo del team ortodontico di Impress – siamo costantemente impegnati nel fornire ai nostri pazienti un’esperienza di eccellenza nel campo dell’ortodonzia invisibile e vogliamo offrire a tutti la possibilità di intraprendere un percorso di allineamento dentale che si contraddistingua non soltanto per i risultati ma soprattutto per la semplicità e la personalizzazione del trattamento con cui si possono raggiungere. L’obiettivo di quest’anno è di rafforzare sempre più la nostra presenza sul territorio italiano e Salerno ci è sembrata la città ideale dove portare la nostra metodologia sensibilizzando i cittadini sull’importanza di poter godere di un sorriso sano e bello in maniera accessibile”.

Per maggiori informazioni: https://smile2impress.com/it

Nasce a Napoli il primo Museo digitale dedicato alla Dieta Mediterranea

Nasce a Napoli il primo Museo digitale dedicato alla Dieta Mediterranea

Logo Museo virtuale dieta mediterranea

Viaggiare nello spazio e nel tempo per immergersi in un flusso di storie narrate da protagonisti noti e meno noti del mondo agroalimentare, alla scoperta dell’arte di mangiar bene per vivere a lungo in buona salute. Sarà una delle suggestioni a cui andranno incontro i visitatori del primo museo digitale al mondo interamente dedicato all’arte della Dieta Mediterranea. Una “creazione” scientifica del MedEatResearch dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, il primo Centro di Ricerca universitario italiano specificamente dedicato alla Dieta Mediterranea, fondato e diretto dagli antropologi Elisabetta Moro e Marino Niola. Il museo digitale è stato progettato insieme all’Università di Roma “Unitelma Sapienza” e con il finanziamento della Regione Campania.
“Con un colpetto di mouse, digitando www.mediterraneandietvm.com – spiega Elisabetta Moro, condirettore del Mediterranean Diet Virtual Museum – si potrà vedere un grande esperto di olio, di pasta, di vino o di pomodoro che ci dice tutto quello che avremmo sempre voluto sapere su cultivar, formati, annate, aree di eccellenza. Le virtù della dieta mediterranea saranno raccontate da scienziati di fama mondiale come Jeremiah Stamler, Antonia Trichopoulou, Henry Blackburn, Mario Mancini, Daan Kromhout, Alessandro Menotti e Anna Ferro-Luzzi, tutti allievi e collaboratori di Ancel e Margaret Keys, gli scopritori di questo regime alimentare che porta alla longevità”. Il Museo racconterà l’universo della Dieta Mediterranea anche attraverso conversazioni scientifiche e antropologiche con chef stellati come Alfonso Iaccarino o uomini di spettacolo come Ugo Gregoretti e Peppe Barra.

Elisabetta Moro condirettore

“Possa campare cent’anni” sarà uno dei primi viaggi antropologici offerti dal Mediterranean Diet Virtual Museum. Un progetto di ricerca del MedEatResearch ideato per testimoniare con una nutrita schiera di centenari della Campania, dalle colline dell’alta Irpinia con Villanova del Battista al litorale del Cilento con Pioppi, la proverbiale longevità della Dieta Mediterranea. Nelle videointerviste i “nonni campani” raccontano la loro storia e le loro tradizioni alimentari: c’è ad esempio Alborina Silano, 100 anni, che da ragazzina aiutava la madre e le sorelle a preparare le pagnotte aggiungendo nell’impasto delle patate per renderlo morbido per diversi giorni; o Antonio Scarpa, classe 1926, che continua ancora oggi a mangiare come in passato, coltivando l’orto e allevando i suoi animali.

testimonial Mediterranean Diet Virtual Museum

Il museo metterà in mostra preziose testimonianze, frutto di attente ricerche etnografiche, di produttori, chef, artigiani, scienziati, contadini, artisti, pescatori e testimonial d’eccezione, allo scopo di contribuire in maniera rilevante alla promozione del territorio campano, alla valorizzazione culturale delle sue tradizioni, vocazioni e produzioni, nonché al plusvalore simbolico delle filiere enogastronomiche di qualità campane sul mercato globale. I contenuti saranno disponibili in open source e raggiungibili anche tramite QRCode.

 

A Benevento il “Museo delle streghe” per immergersi nella tradizione delle Janare

A Benevento il “Museo delle streghe” per immergersi nella tradizione delle Janare

“Unguento unguento, mandame alla noce di Benevento supra acqua et supra vento et supre ad omne maltempo”

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È la formula magica, ormai passata alla storia, che le streghe, le cosiddette “janare” pronunciavano dopo essersi cosparse di un unguento che avrebbe permesso loro di diventare incorporee e di farsi trasportare dal vento fino al “demoniaco” albero di noce di Benevento. La storia del capoluogo sannita è infatti intrecciata con quella delle streghe, tra mistero e leggende. Una storia che il nuovo Museo delle Streghe, inaugurato quest’estate, si propone di raccontare raccogliendo una collezione di manufatti legati ad ogni aspetto dell’oscuro mondo delle streghe e dell’occulto. L’esposizione raccoglie testimonianze e reperti che ricostruiscono, con un percorso storico e filologico, il mondo fatto di magia e tradizioni popolari che fanno parte del patrimonio culturale della città di Benevento, luogo prediletto dalle streghe e dove queste ultime solevano incontrarsi per partecipare al Sabba.
All’interno del museo il visitatore ha la possibilità di compiere un viaggio spazio temporale dove potrà osservare oggetti rituali di tipo religioso, magico e stregonesco che lo introducono nel mondo delle credenze popolari e delle più terribili maledizioni.
Una parte della mostra è dedicata all’Inquisizione con una collezione di strumenti di tortura utilizzati per secoli contro coloro che venivano accusati di stregoneria e malefici, come le forbici affilate con le quali si tagliava alle streghe parte della lingua quando venivano colte in flagranza di maleficio verbale.
Una visita al museo, che siate turisti o cittadini curiosi di conoscere meglio la storia della vostra città, è il modo migliore per iniziare un indimenticabile viaggio che conduce alla scoperta delle Janare e della loro leggenda.

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Il Museo delle Streghe si trova in via San Gaetano, 22 (vicino Arco del Sacramento Benevento).
Orari apertura: dal martedì al sabato, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 19.00.

Vela: lo sport che fa bene a corpo e mente

Vela: lo sport che fa bene a corpo e mente

Fa bene al corpo, alla mente e migliora l’umore: la regina degli sport acquatici è sicuramente la Vela. Le ricerche negli anni hanno infatti dimostrato i numerosi benefici che quest’attività sportiva garantisce a chi la pratica.

Già il contatto con il mare, secondo le ricerche scientifiche, sarebbe in grado di attivare aree cerebrali associate a un atteggiamento positivo, alla stabilità emotiva e al recupero di ricordi piacevoli, stimolando il rilascio di sostanze chimiche collegate alla felicità, come la dopamina, la serotonina e l’ossitocina. Ma se questi benefici sono connessi a qualsiasi attività che presupponga il contatto con il mare, tantissimi sono quelli più specificatamente legati alla Vela.
In primo luogo è un’attività che permette di mantenere allenata e attiva la mente. A bordo sono infatti tante le decisioni da prendere rapidamente: questo garantisce lo sviluppo di spirito d’iniziativa, abitua alla gestione dello stress e delle situazioni di pericolo senza perdere la calma.
Se si pratica poi questo sport a livello agonistico non sono necessarie solo le conoscenze tecniche che consentono di sfruttare la forza del vento, ma anche una perfetta forma fisica per poter svolgere le manovre necessarie. La Vela è inoltre un ottimo metodo per sviluppare capacità di team building: è indispensabile infatti che i membri dell’equipaggio si rispettino gli uni con gli altri, svolgendo ognuno il proprio compito.
Da un progetto svedese di recupero di ragazzi considerati difficili e socialmente non inseriti è nata infine anche la cosiddetta “Vela-terapia” che è stata dimostrata essere un aiuto valido al sostegno di numerose procedure psicoterapeutiche.
In Campania esistono dei club a cui rivolgersi per scoprire tutto quello che riguarda questo meraviglioso sport. Scopriamone alcuni.

Club Nautico della Vela di Napoli

Il Club Nautico della Vela di Napoli è un’istituzione storica del capoluogo partenopeo. Fondato nell’estate del 1901 ai piedi dell’antico Castel dell’Ovo, oggi per le sue caratteristiche e potenzialità è uno dei primi Circoli Velici Affiliati alla Federazione Italiana Vela della V zona ed è il 7° Club ultracentenario Italiano.
Nella sua lunga storia il Club Nautico ha gestito diversi eventi importanti come i Campionati Nazionali del Tirreno e il Campionato Nazionale Assoluto IMS, che è la più importante manifestazione italiana per le classi d’altura. Negli ultimi anni sono emersi alcuni atleti d’interesse nazionale e internazionale come Buchberger, Braucci, Apolloni e i due fratelli Montefusco.

Ad oggi, tra i tanti equipaggi e armatori presenti al pontile spicca il nuovo equipaggio di Sexy, composto da Soci Sportivi Under 35 del Club Nautico della Vela, con una nuova armatrice e socia del Club Angela Groger. Oltre all’attività prettamente velica ed organizzatrice, il Nautico si è caratterizzato per una rinomata Scuola Vela d’Altura e giovanile che ha portato alla costituzione di un fulcro unico in campo velico per competenza ed esperienza. L’obiettivo è mirato a far avvicinare giovani e adulti a tutte le attività marinare, al fine di creare momenti di aggregazione con finalità educative, culturali e formative.
L’offerta formativa che offre è completa, sia per le derive olimpiche della classe Laser che per la vela d’altura con i corsi base (Avvicinamento, Perfezionamento e Avanzato). Inoltre, con l’arrivo al pontile del Nautico delle due barche Blusail24 sono stati attivati i corsi regata per tutti coloro i quali abbiano interesse ad avere un approccio più tecnico e competitivo.
Per chi invece preferisce avere un approccio più crocieristico sono attivi i corsi: Crociera e Patente Nautica entro e oltre le 12 mn.

Club Velico Salernitano

Il “Club Velico Salernitano” è nato dall’impegno di sette giovani, amanti del mare e appassionati della vela che, all’epoca poco più che trentenni, l’11 novembre del 1983 costituirono l’associazione.
A loro va il merito di tutte le “battaglie” intraprese per conquistare le aree del porto turistico, per superare le notevoli difficoltà giudiziarie e burocratiche per l’ottenimento delle numerose autorizzazioni per l’installazione dei pontili, per la realizzazione della sede sociale e per le continue sollecitazioni alle autorità competenti per la messa in sicurezza delle strutture portuali.
All’epoca pochi coraggiosi avevano fiducia nel progetto dei soci fondatori, ma oggi il Club Velico Salernitano è una solida associazione sportiva dilettantistica che conta più di 300 soci ed è ben radicata nel tessuto sociale cittadino. In ambito sportivo gli atleti hanno primeggiato nel corso degli anni in competizioni veliche su tutta la penisola italiana ed anche all’estero.

Pertanto il club velico salernitano riscuote stima e l’apprezzamento della Federazione Italiana Vela che gli affida l’organizzazione di manifestazioni veliche di carattere regionale e nazionale. Una delle competizioni storiche che il circolo organizza da più di 30 anni è la Coppa d’Autunno per barche d’altura oltre al campionato d’altura del golfo di Salerno, in sinergia con il comitato circoli velici salernitani di cui il CVS fa parte. La scuola di vela, fiore all’occhiello dal circolo, autorizzata FIV, è dotata di attrezzature a norma, di imbarcazioni e di tutti i mezzi necessari a raggiungere i luoghi di gara. Vengono proposti diversi tipi di corsi, da quelli di avviamento e perfezionamento per bambini, fino ai weekend a vela per gli adulti. Gli allievi, oltre a praticare uno sport sano, nobile e formativo, imparano la cultura del mare ed assumono così i basilari per praticare, da adulti, un diporto nautico sicuro e rispettoso dell’ambiente.

Club Nautico della Vela di Napoli

Club Nautico della Vela di Napoli

Il Club Nautico della Vela di Napoli è un’istituzione storica del capoluogo partenopeo. Fondato nell’estate del 1901 ai piedi dell’antico Castel dell’Ovo, oggi per le sue caratteristiche e potenzialità è uno dei primi Circoli Velici Affiliati alla Federazione Italiana Vela della V zona ed è il 7° Club ultracentenario Italiano.

Dal punto di vista organizzativo, il Club Nautico, nel suo turno di presidenza dell’Associazione dei Circoli Velici Napoletani ha gestito per gli anni 1998, 1999, 2000 i Campionati Nazionali del Tirreno portando la premiazione dalla banchina al cuore dell’isola di Capri: la piazzetta. Nel 2001 in occasione del centenario della sua fondazione il Nautico, unico tra tutti i circoli napoletani, ha avuto l’onore e l’onere di organizzare il Campionato Nazionale Assoluto IMS che è la più importante manifestazione italiana per le classi d’altura. Per la regata finale è stata effettuata per la prima volta in Italia la trasmissione in diretta televisiva.
Nel 2015 il Nautico è stato co-organizzatore, insieme al C.R.V. Italia e al R.Y.C.C. Savoia, del Campionato Italiano Classi Olimpiche, a Napoli. Portando la base logistica della manifestazione presso la Rotonda Diaz, dove fu allestito il Villaggio della regata di oltre 5000 mq e i campi di regata antistanti il lungo mare Caracciolo.
Negli ultimi anni sono emersi alcuni atleti d’interesse nazionale e internazionale come Buchberger, Braucci, Apolloni e i due fratelli Montefusco. Nell’altura formidabili sono stati i successi di Bix, con il team-leader Mauro Montefusco a cui sono seguiti quelli di Sexy, il cui armatore e timoniere Carlo Varelli è stato nominato “Armatore dell’anno” per il 2006 e vincitore del Campionato Italiano Vela d’Altura nel 2014 e ancora gli ottimi risultati di Alcor, dell’armatore Gennaro Aversano, che ha portato colori del Nautico sul podio in diverse regate del mediterranee e oceaniche, tra le tante va ricordato il secondo posto all’A.R.C. (Atlantic Rally for Cruise) del 2011.
Ad oggi, tra i tanti equipaggi e armatori presenti al pontile spicca il nuovo equipaggio di Sexy, composto da Soci Sportivi Under 35 del Club Nautico della Vela, con una nuova armatrice e socia del Club Angela Groger.
Oltre all’attività prettamente velica ed organizzatrice, il Nautico si è caratterizzato per una rinomata Scuola Vela d’Altura e giovanile che ha portato alla costituzione di un fulcro unico in campo velico per competenza ed esperienza. L’ obiettivo è mirato a far avvicinare giovani e adulti a tutte le attività marinare, al fine di creare momenti di aggregazione con finalità educative, culturali e formative.
L’offerta formativa che offre è completa, sia per le derive olimpiche della classe Laser che per la vela d’altura con i corsi base (Avvicinamento, Perfezionamento e Avanzato). Inoltre, con l’arrivo al pontile del Nautico delle due barche Blusail24 sono stati attivati i corsi regata per tutti coloro i quali abbiano interesse ad avere un approccio più tecnico e competitivo.
Per chi, invece, ha più piacere ad avere un approccio più croceristico sono attivi i corsi: Crociera e Patente Nautica entro e oltre le 12 mn.

LA SEDE

La sede attuale sita al Borgo Marinari, ai piedi del Castel dell’Ovo, nasce come sede estiva, nel 1901, in quanto la sede più ampia e lussuosa si trovava nel quartiere di San Ferdinando in Piazza Trieste e Trento.
In essa erano concentrati i canottieri e i velisti che la frequentavano per gli allenamenti e come rimessaggio per le barche. A partire dagli anni ‘90 si scelse di abbandonare i locali di Piazza Trieste e Trento e di concentrare tutta l’attività del sodalizio a Santa Lucia. Oggi il Club Nautico della Vela dispone di circa 500 mq su due livelli. Al primo piano c’è un ampio salone di rappresentanza, una sala intitolata al socio “Oreste Albanesi” utilizzata sia per i giochi che come aula didattica. Sempre allo stesso piano si può usufruire dei servizi di bar e ristorazione, con una sala da pranzo aperta sul terrazzo prospiciente con una straordinaria veduta panoramica, attrezzato per accogliere i soci e i loro ospiti sia per l’estate che per l’inverno. Al piano terra, invece, con accesso anche dal lato mare, sono collocati gli spogliatoi con i servizi e un’ampia cala vele, intitolata al socio “Alessandro Chiodo”, con rimessaggio per derive e canoe. Il pontile, in concessione, si trova innanzi al sodalizio ed ospita circa una quindicina di barche a vela di proprietà del circolo e dei soci.

LA STORIA

Il Club Nautico della Vela fu fondato nell’estate del 1901 ai piedi dell’antico Castel dell’Ovo di Napoli. Nasceva in seguito alla scissione dal R.Y.C.C. Savoia, a causa della disparità di vedute sul sistema di voga.
A campeggiare il gruppo di dissidenti, Eugenio Simeone, Augusto Gandais e Francesco Dresda, alla cui protesta aderì immediatamente, tra gli altri, quel Michele Massa che avrebbe rifiutato la carica di presidente pur di non accreditarsi come il più anziano tra i Soci fondatori del Club. La vicenda fu ricostruita con accenti sapidi dal corsivista de “il Propagando”, in un Moscone che reca la data del 16 agosto 1901.
Il Club nacque quindi per l’attività remiera e fu con un atto di coraggio che i suoi fondatori iniziarono l’attività con una sola imbarcazione, una vecchia Jole a quattro da allenamento. Nel 1902 il Nautico si affermò ai Campionati Meridionali aggiudicandosi la vittoria in varie categorie.
Questo esordio e le prime vittorie a livello Nazionale gli permisero di guadagnarsi il merito di rappresentare l’Italia ai campionati Europei in equipaggio misto Libertas – Nautico. Tuttavia l’attività remiera del Nautico, sebbene caratterizzata da un’attività agonistica molto gratificante, durò solo pochi anni, poiché terminò nel 1906. Nacque invece e si sviluppò proprio allora l’attività velica. Le prime imbarcazioni furono rappresentate da due monotipi fatti costruire nel 1903 a Piano di Sorrento. Presto però si procedette all’acquisto del panfilo “Grace”, cutter di 11 tonnellate, costruito a Wyvenhoe in Inghilterra. Esso fu acquistato per partecipare alle regate indette dal R. Circolo Italiano della Vela nel Golfo di Napoli, in occasione delle quali si aggiudicò la vittoria in entrambe le manifestazioni. Era l’estate del 1905.
Il Club Nautico avviò una particolare iniziativa che costituisce oggi una tradizione: l’attività velica femminile, che ebbe la sua antesignana in Nora Bergstrom con le vicende della “Coppa Sportiello” e che trovò particolare sviluppo con la propaganda tra le universitarie napoletane.
Durante il periodo delle due grandi guerre, il peso grave del fascismo non consentì lo sviluppo dell’attività sociale e il Nautico pur con qualche battuta d’arresto riuscì ad affacciarsi alla seconda metà del secolo.
Gli anni dal 1948 al 1950 videro un’attività molto intensa con la partecipazione a varie manifestazioni significative fra cui, nel 1948, i campionati Mondiali di “Stelle” in Portogallo, dove un equipaggio del Nautico si classificò 17°. Sempre lo stesso equipaggio vinse nel 1948 il titolo Europeo delle Stelle.
Nel 1949 il Nautico vinse quindici Coppe e conseguì il secondo posto nel Campionato Europeo della “Star Class” a Monaco ed ancora il secondo posto per le Star Class nel Campionato Italiano a Taranto; ed infine con il secondo posto nel Campionato Italiano del “Linghtnings”.
Nel 1950 il Nautico vinse 14 Trofei e Coppe e partecipò ai Campionati del Mondo a Chicago negli Stati Uniti.
Non appena furono traguardati i primi 50 anni di vita il Club Nautico fu insignito dal C.O.N.I. della “Stella d’Oro al Merito Sportivo” per la lodevole attività sportiva e per aver dato lustro allo sport italiano.
Nel 1989 il Nautico divenne primo tra i circoli velici napoletani, con la delibera per l’ammissione delle donne alla categoria dei Soci Ordinari del sodalizio. Una vera rivoluzione nel mondo dello yachting, fortemente conservatore, che considera l’elemento femminile come un ospite, gradito ma pur sempre un ospite.
Dal 1950 ad oggi l’attività velica del sodalizio si è essenzialmente concentrata sull’attività velica dei propri soci e sull’organizzazione di importanti eventi velici sia zonali che internazionali, ed è così che il Nautico fu promotore e organizzatore di diversi Campionati Nazionali del Tirreno, della particolare regata Portofino – Napoli nella quale fu stabilito il “record” del percorso.
Tanti i personaggi di assoluto rilievo hanno attraversato quegli anni: l’armo leggendario del quattro di coppia soprannominato “Guè Guè” con i Soci Barbati, Stolte, Petteruti e Byngton e il duo “Jammo Jà” con i Soci Barbati e Byngton che tra il 1901 e il 1903 vinsero tutto ciò che si poteva vincere e segnarono la stagione del canottaggio al Club Nautico che con loro nacque e si concluse; Eugenio Masciocchi, dominatore della classe “Dinghy” e vincitore di numerose regate internazionali; Gaetano Martinelli, timoniere in classe Star e poi successivamente rispettato e competente giudice di regata e presidente del sodalizio; Nino Cosentino, vincitore di numerose regate e campionati tra cui, in classe Dragone, un bronzo olimpico nel 1960 quando le gare si svolsero nelle acque del Golfo, un titolo europeo e una vittoria ai Giochi del Mediterraneo nel ’63.
A questi ultimi due soci sono dedicati due trofei importanti per il Nautico: il Trofeo Martinelli che si disputa ogni anno nel Campionato Invernale del Golfo di Napoli e il secondo, Trofeo Nino Cosentino, per le derive olimpiche della Classe Laser, consolidata tappa del Campionato Zonale della F.I.V. – V zona per la predetta classe.

CONTATTI

Tel: 0817647424
Cell. 3939160069 (Martedì – Giovedì – Venerdì – Sabato 10.00 – 15.00 Mercoledì 18.00 – 23.00)
info@clubnauticodellavela.it

 

Punta Campanella: la leggenda della campana che suona dal fondo del mare

Punta Campanella: la leggenda della campana che suona dal fondo del mare

Punta Campanella, prolungamento estremo della penisola sorrentina, è un luogo suggestivo che si erge tra terra e mare e incanta i visitatori per la sua bellezza e la magnifica vista di cui si può godere.

Una storia affascinante che racconta di come, il giorno della festa del Santo patrono, il suono della campana che si leva dal fondo del mare possa ancora essere ascoltato.

È infatti un punto d’osservazione privilegiata per chi vuole ammirare paesaggi unici come la Baia di Jeranto, la Costiera Amalfitana, il Vesuvio e l’intero Golfo di Napoli.
Durante il periodo greco questo luogo magico era conosciuto con il nome di promontorio Ateneo ed era sede di un tempio edificato in onore della dea Atena, la cui fondazione mitica viene attribuita ad Ulisse. Oggi sul promontorio si trova la Torre di Minerva, costruita da Roberto d’Angiò nel 1335 e rifatta nel 1566. L’origine del nome è probabilmente dovuta alla campana ospitata dalla torre, che veniva suonata dai soldati per dare l’allarme quando venivano avvistate le navi saracene.
La leggenda però narra una storia più affascinante. Si racconta infatti che durante un’incursione i Saraceni abbiano saccheggiato la Chiesa di Sant’Antonino Abbate, patrono di Sorrento.
Tra le cose trafugate dai corsari vi era anche la campana del campanile della chiesa. Secondo la storia, durante la fuga la nave dei corsari venne bloccata da una strana forza “sovrannaturale” che non gli permetteva di procedere. I Saraceni cercano di alleggerire la barca, ma niente sembrava sbloccare la situazione, fino a che non venne abbandonata in mare la campana. Solo a quel punto si levò un forte vento che sospinse la barca a raggiungere le altre. Da allora, leggenda vuole, che il 14 febbraio, data della festa del patrono, è possibile ascoltare il suono della campana che si leva dal fondo del mare.

Gooty

Gooty

GOOTY s.r.l.(GOOd Taste of ItalY) nasce nel 2015 grazie all’idea di tre giovani italiani laureati in materie umanistiche, culturali e linguistiche. Mossi dall’entusiasmo e dalla voglia di mettersi in gioco, hanno deciso di far confluire queste competenze specifiche in un progetto che rispecchi ciò che l’Italia ha di meglio da offrire.

GOOTY è un’azienda giovane e dinamica nata da una semplice domanda:
Cos’è che caratterizza un popolo rispetto ad un altro?
La propria cultura! intesa come insieme di tradizioni, luoghi, usanze e stili di vita. Da questo embrione è partita una incessante quanto interessante ricerca delle origini.
L’uomo proviene dalla terra, e da essa trae il suo nutrimento. Nulla appartiene maggiormente all’essere umano come la cura delle coltivazioni e l’allevamento degli animali, in altre parole: L’ AGRICOLTURA!

La nostra ricerca ci ha così condotto alla riscoperta di quelle tradizioni contadine dimenticate e isolate in un contesto locale. In un mondo frenetico e globalizzato, in cui il cibo è diventato un prodotto di massa, standardizzato anche nel gusto, noi ci siamo chiesti: è possibile nutrirsi assaporando il cibo, distinguendone i sapori e le qualità?

QUALITÀ, di pari passo con ECCELLENZA, sono i termini portanti di questo progetto. Il nostro impegno per la ricerca dei migliori prodotti enogastronomici, in continuo aggiornamento, è garanzia di avere sulla propria tavola non solo un alimento di indiscussa qualità, ma l’intero processo tradizionale di lavorazione, la valorizzazione del gesto di chi lo produce, il rispetto dei tempi, della stagionalità, delle modalità di raccolta e il rispetto per la natura, unito al contesto culturale da cui proviene. Pertanto il prodotto finito racchiude in sé la storia di un luogo, la vita di chi lo ha prodotto e la tradizione da cui proviene. Sono questi fattori a renderlo UNICO e DIVERSO da tutti gli altri.

Ogni prodotto con il marchio GOOTY porta con sé un pezzo di storia, cultura e tradizione campana.
GUARDA…PENSA…GUSTA. GOOTY!
www.gooty.it

Da dove deriva il termine “partenopeo”?

Da dove deriva il termine “partenopeo”?

panorama napoli tramonto

Sono diverse le leggende legate all’antico nome della città di Napoli, “Parthenope”. Tra le più diffuse quella che racconta di una ragazza greca, Parthenope appunto, costretta a fuggire per evitare il matrimonio combinato dal padre e seguire il suo vero amore, l’eroe ateniese Cimone. Si narra che i due innamorati scapparono dalla Grecia ed approdarono proprio nel golfo di Napoli, dove poterono vivere liberamente e felici, dando vita a una nuova città.

Ulisse e le Sirene, Herbert James Draper, 1909

Ulisse e le Sirene, Herbert James Draper, 1909

Un altro mito che ha avuto grande diffusione si ricollega invece all’eroe Ulisse che, durante il suo viaggio di ritorno ad Itaca, riuscì a non cedere al canto ammaliatrice delle Sirene che abitavano gli scogli di Sirenusse, nell’attuale Positano, facendosi legare all’albero maestro della sua nave. La storia vuole che tra le sirene che non riuscirono a far cadere Ulisse nell’incantesimo del loro canto ci fosse anche Parthenope, che per la disperazione dovuta all’insuccesso, andò a morire sull’isolotto di Megaride, dove sorge oggi Castel dell’Ovo.

vesuvio parhtenope

Una terza leggenda narra dell’amore della sirena Parthenope per il centauro Vesuvio. Un’unione che avrebbe scatenato la gelosia di Zeus, che li punì trasformando lui in un vulcano e lei nella città di Napoli.

Museo Roberto Papi

Museo Roberto Papi

Nello storico Palazzo Galdieri a Salerno tra le più vaste collezioni di strumenti medico-chirurgici visitabile in Europa

A Salerno esiste un gioiello ancora sconosciuto ai più. Stiamo parlando del Museo della storia della medicina e della chirurgia Roberto Papi. Il museo, infatti, ponendosi in continuità con la storia della Scuola Medica Salernitana, ospita una delle più vaste, se non la più vasta, collezione di strumenti medico-chirurgici attualmente visitabile in Europa. La collezione, donata a Salerno dal signor Mario Papi, che volle dedicare il museo al figlio scomparso prematuramente, ospita centinaia di attrezzature che vanno dalla fine del 1700 alla metà del 1900.
All’interno delle 12 sale, divise su due piani, si possono trovare aree tematiche, come quella dedicata all’odontoiatria o alla farmacia e vere e proprie riproduzioni, tutte con mobilio ed attrezzature dell’epoca, di studi dentistici, farmacie, ospedali da campo e botteghe dei barbieri Cavadenti. Inoltre sono disponibili strumentazioni mediche di ogni branca della medicina come la ginecologia, pneumologia, otorinolaringoiatria ecc.

Il Museo è ospitato dallo storico Palazzo Galdieri, cornice aulica per la preziosa collezione, e a gestirne la biglietteria e il calendario eventi è la Cooperativa Galahad con il patrocinio della Fondazione Scuola Medica Salernitana.
La stessa Cooperativa organizza svariate manifestazioni di carattere culturale e sociale che vanno dalla presentazione di libri all’allestimento di mostre tematiche, da eventi a sfondo sociale e benefico a serate musicali, ma l’evento che più di altri canalizza l’attenzione è “Delitto al Museo”, una visita interattiva a tema investigativo e in costume d’epoca, dove il museo diviene scena di un crimine e i visitatori arguti detective.

Museo Papi
Via Trotula De Ruggiero, 23
Info: [email protected]
Tel. 3479296504

Pagine fb
• Sulle tracce della Scuola Medica Salernitana
• Delitto al Museo – Salerno
• Museo Roberto Papi

Orari Apertura
Giovedì-Venerdì-Sabato 10:00 / 13:00
Giovedì-Venerdì-Sabato 16:30 / 18:30
Domenica 10:00 / 13:00

Tariffario
• Ingresso intero € 3,00
• Ingresso Ridotto € 1,00 (Studenti con tessera universitaria; Over 65; Gruppi minimo 15 persone)
• Ingresso libero (Bambini under 5; Persone diversamente abili)
Per gruppi, su prenotazione, possibilità di visita animata con figuranti in costume d’epoca.

Universiade Napoli 2019: parte il conto alla rovescia

Universiade Napoli 2019: parte il conto alla rovescia

universiade napoli 2019

Dal 3 al 14 luglio in Campania arriveranno atleti da tutto il mondo

Parte il conto alla rovescia per la trentesima edizione estiva dell’Universiade che quest’anno sarà ospitata dal 3 al 14 luglio a Napoli. La manifestazione sportiva multidisciplinare, seconda solo ai Giochi Olimpici per importanza e numero di partecipanti, porterà atleti universitari provenienti da ogni parte del mondo in Campania. La macchina organizzativa è già al lavoro per sfruttare a pieno la grande occasione offerta da quello che sarà un festival internazionale dello sport che permetterà di far conoscere al mondo le ricchezze culturali, storiche e naturalistiche di tutta la Regione.

Il 25 marzo, a cento giorni dal via alla manifestazione, la volata verso l’evento è stata lanciata attraverso un video da alcuni campioni dello sport napoletano che hanno collezionato vittorie e podi, tra Olimpiadi, Mondiali ed Europei: Patrizio Oliva, uno dei maggiori esponenti della storia del pugilato italiano; Pino Porzio, 47 titoli vinti nella pallanuoto da giocatore e allenatore, uno dei cinque napoletani del Settebello che stregò il mondo all’Olimpiade di Barcellona nel 1992; Gianni Maddaloni, maestro e padre di Pino, oro nel judo ai Giochi olimpici di Sydney 2000; Vincenzo Boni, medaglia di bronzo alle paralimpiadi di Rio de Janeiro, tre anni fa, nei 50 metri dorso S3; Sandro Cuomo, oro nella scherma all’Olimpiade di Atlanta 1996.
Da questi grandi sportivi campani arriva l’invito a partecipare e a condividere le emozioni in quello che sarà un evento sportivo unico.

#100daystogo#napoli2019#ToBeUnique

Pubblicato da Universiade Napoli 2019 su Lunedì 25 marzo 2019

 

La manifestazione è stata presentata anche alla XXIII edizione della Fiera Mediterranea del Turismo, tenutasi alla Mostra d’Oltremare a Napoli. “Dopo una prima fase dedicata alle infrastrutture e alla logistica e una fase successiva relativa all’organizzazione dei servizi – ha affermato Gianluca Basile, Commissario Straordinario di Napoli 2019 -, siamo passati alla fase finale: quella della promozione dell’Universiade, in regione, in Italia e nel mondo”.
Il Commissario ha sottolineato come Universiade è un evento che può creare un indotto turistico importante, perché l’80% delle persone che verranno dai 124 Paesi iscritti alla competizione sportiva non è mai stata a Napoli e in Campania. La manifestazione sarà quindi un’occasione unica per promuovere il territorio partenopeo all’estero.

Le previsioni infatti parlano di almeno 50mila persone in arrivo a luglio, oltre ai 10mila, tra atleti e preparatori
“Per tutte queste persone – ha spiegato Basile – abbiamo pensato a pacchetti turistici e culturali ad hoc, per cui gli eventi sportivi s’intrecceranno con la promozione delle bellezze naturali, artistiche e paesaggistiche della Campania. Naturalmente è compito degli enti locali starci vicino in quest’avventura, per far conoscere a chi verrà tutta la nostra Regione”.

Intanto procedono anche i lavori per rendere fruibili gli impianti sportivi sparsi su tutto il territorio regionale che ospiteranno le gare. Il sindaco di Fisciano, Vincenzo Sessa, ha annunciato che sono iniziati i lavori allo stadio Vittoria. Gli interventi riguarderanno pubblica illuminazione, erba sintetica, pista e spogliatoi. Il primo cittadino ha sottolineato l’importanza della ristrutturazione di uno stadio storico come il Vittoria, così che l’impianto potrà essere utilizzato anche dopo la manifestazione non solo dai cittadini di Fisciano ma da tutta la comunità salernitana. A Benevento invece sono tre gli impianti che ospiteranno gare e allenamenti di Napoli 2019. “I lavori allo stadio Vigorito sono quasi al termine – ha affermato il sindaco Clemente Mastella – , allo stadio Pacevecchia, dove si disputeranno gli allenamenti di rugby, si è creato qualche problema per via del vento forte nelle scorse settimane. Ma – precisa – siamo certi di poter rimediare. Al Palatedeschi, dove invece si disputeranno alcune competizioni di volley, i lavori proseguono regolarmente secondo la tabella di marcia”.

Ad Ariano Irpino, nell’Avellinese, l’assessore comunale allo Sport e Turismo, Mario Manganiello assicura invece che i lavori al Palazzetto dello Sport, che ospiteranno alcune gare di volley, proseguono secondo il crono programma, che prevede il 13 maggio per la fine dei lavori. “L’Universiade – sostiene Manganiello – è un evento che porterà alla ribalta non solo i nostri paesi ma l’Italia tutta, e sarà da stimolo a tanti giovani delle nostre comunità per riavvicinarli allo sport, grazie ad impianti rinnovati che resteranno al servizio del territorio”.

Monteverde premiato con l’Access City Award 2019

Monteverde premiato con l’Access City Award 2019

monteverde panorama

Il borgo irpino ha conquistato il riconoscimento europeo grazie ai progetti che hanno reso il centro storico accessibile a diverse forme di disabilità

Cinque chilometri di percorsi turistici in fase di ultimazione, accessibili a diverse forme di disabilità. Un percorso che il piccolo comune di Monteverde, in provincia di Avellino, ha cominciato nel 2006, scommettendo in una città che fosse accessibile e accogliente verso tutti. Una scommessa che può dirsi vinta e che ha portato la realtà irpina ad aggiudicarsi una menzione speciale all’Access City Award 2019, il riconoscimento europeo che premia le realtà cittadine che sono riuscite a migliorare l’accessibilità per disabili e persone con difficoltà a servizi pubblici, trasporti, strutture e comunicazioni.

Solitamente il premio è riservato alle città con più di 50 mila abitanti, ma quest’anno, in occasione delle celebrazioni per il 2018 Anno europeo del patrimonio culturale, la partecipazione è stata estesa alle città più piccole con un premio speciale sull’accesso ai siti culturali. Proprio in questa categoria Monteverde ha conquistato il riconoscimento, partecipando alla cerimonia di premiazione a Bruxelles.

Il borgo medievale dell’Alta Irpinia, che conta meno di mille abitanti e si trova arroccato a 740 metri sul livello del mare, si è fatto “smart”, creando un percorso tattilo-plantare con 8000 punti di informazione che funzionano attraverso un sistema con fibra ottica e di lettura wireless, per garantire ai fruitori non vedenti e non udenti di poter scoprire in autonomia la città. Le stradine del centro storico e il castello sono inoltre raggiungibili anche da chi presenta difficoltà motorie.

Unico nel suo genere anche il museo “Migra”, il museo del grano e della donna nella civiltà contadina, ospitato all’interno dell’antico castello allestito con postazioni vr, multimediali e con proiezioni immersive. Qui l’esposizione è interattiva e gli oggetti e i personaggi prendono vita, raccontando la storia del territorio e della sua cultura cerealicola.
Insomma un’idea di turismo “senza barriere” che fa del comune campano un motivo d’orgoglio in Italia e ora anche in Europa.

Forcella, simbolo dell’armonia pitagorica

Forcella, simbolo dell’armonia pitagorica

forcella

Forcella, il quartiere simbolo della città di Napoli e il simbolo dell’armonia pitagorica. Nasce nella prima Neapolis greca, infatti gli antichi resti della cinta muraria si trovano in questa zona: il cosiddetto cippo che un tempo era il simbolo di Forcella è un gruppo di pietre appartenente con molta probabilità alla porta più vecchia della città.  Da qui ebbe origine l’espressione citata molto spesso dai napoletani: “s’arricorda ’o cippo a Furcella” per far capire che si tratta di qualcosa di molto antico. Secondo alcune leggende il nome Forcella deriva dal fatto che la strada finisce assumendo l’aspetto di una forcella. Secondo lo storico Pietro Giannone nella Istoria del regno di Napoli si tratterebbe della derivazione delle forche di giustizia posizionate nei pressi della piazza di Forcella.
Inoltre, questo luogo era noto per l’esposizione delle teste tagliate dei condannati a morte.

Altri studiosi ritengono che la denominazione della zona, derivi dalla presenza della sede della scuola pitagorica, il cui emblema era la lettera sacra Y.

Lo stemma del Seggio (istituzione amministrativa della città, di epoca Medievale) di Forcella, difatti, è proprio una forca a ipsilon. Questa lettera ha un forte significato esoterico: Y è l’iniziazione, un dualismo che l’uomo deve superare attraverso la conoscenza; una documentazione antica vede la Y come simbolo esoterico della vita, precedente all’uso dei pitagorici come lettera sacra. I primitivi adoravano la Y come Albero della Vita, un’esistenza cosmica anteriore a quella della Terra. Altri studiosi affermano che Pitagora abbia prelevato il significato della lettera Y dal sapere egizio. Non a caso le prime tracce di un rapporto tra Napoli e l’Egitto risalgono proprio al periodo della sua fondazione: il culto di Iside testimonia il passaggio dal paganesimo alla religione cristiana.

Una laurea in videogames, a Solofra (AV) si può

Una laurea in videogames, a Solofra (AV) si può

videogames

A dare vita a un percorso di studi interamente dedicato al mondo dei videogames è don Patrizio Coppola, sacerdote di Contrada, che ha deciso di unire il suo spirito di amore e sacrificio verso gli altri alla sua innata passione, che gli è valso il simpatico soprannome di “don Joystick”.

Don Patrizio ha cercato di creare i presupposti affinché anche in questo territorio, dove per i giovani è difficile trovare sbocchi importanti per il proprio futuro lavorativo, si potesse dar vita a una realtà didattica e professionale nuova e accattivante. Così nel 2013, affiancato da Riccardo Cangini, fondatore della società di videogiochi Artematica, e Carlo Cuomo, tutor all’Università La Sapienza di Roma, il parroco fonda a Salerno, in seno alla Fondazione Children Media, l’Istituto Universitario Digitale di Animazione e Videogiochi, un vero e proprio campus che nel 2017 apre la sua sede principale proprio a Solofra.

Il primo corso di laurea triennale con orientamento Videogiochi e Animazione viene attivato nel 2014, grazie a un accordo tra la Fondazione e altre realtà universitarie, gettando così per la prima volta le basi per un percorso di studi mirato a formare professionisti in grado di competere sul mercato nazionale e internazionale. Grazie a workshop, master class e piani di studi all’avanguardia, diretti da docenti dalla lunga esperienza nel settore, il corso si pone dunque l’obiettivo di fornire conoscenze adeguate su più fronti, unendo gli aspetti prettamente tecnici della creazione di videogames alle discipline di aspetto gestionale ed economico.

I programmi didattici dell’Università, che oggi vanta anche un corso di Laurea Magistrale in Comunicazione Digitale e Visuale, sono infatti ricchi e variegati e includono ogni materia utile per conoscere non solo come si progetta e si realizza un videogame, ma anche per approfondire teorie economiche, sociologiche e di marketing: dalla storia dei videogames al video editing, dalla sceneggiatura alla grafica, nulla è lasciato al caso e, anzi, ogni percorso di studio aiuta gli allievi a formare una cultura completa per il settore.
Numerosi sono gli sbocchi professionali: mantenendo limitato il numero di accessi ai corsi, lo IUDAV riesce infatti a garantire un rapporto molto stretto tra docenti e allievi. Al termine degli studi, ogni figura è in grado di proporsi sul mercato ricoprendo ruoli specifici e complessi, che spaziano dal game designer al programmatore, dall’art director al character designer, al game tester.
Gli studenti, inoltre, vengono coinvolti in progetti di varia natura, come la produzione di cortometraggi animati, videogiochi, 3d assets, spot pubblicitari e siti web, mettendo in pratica gli insegnamenti ricevuti durante le lezioni. Alcuni allievi particolarmente meritevoli hanno anche avuto la possibilità di lavorare al cartone animato Capitan Kuk, coprodotto da MTO2, RAI Fiction e Ministero della Salute, e al videogioco Animal-Action, co-prodotto da Artematica Entertainment e Ferrero.
Grazie al riconoscimento da parte del Ministero dell’Istruzione maltese, oggi i corsi di laurea tenuti dallo IUDAV sono accreditati e l’Istituto è in grado di rilasciare il titolo europeo Bachelor’s Degree in Arti Digitali – Videogiochi e Animazione, completamente spendibile sul mercato del lavoro.

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