Cammina inSacco: passeggiata tra la natura e le bellezze del borgo

Cammina inSacco: passeggiata tra la natura e le bellezze del borgo

Dopo il grande successo dello scorso anno, il 4 agosto si ripete la camminata ecologica “Cammina InSacco”, per volere del Sindaco Franco Latempa, dell’Amministrazione Comunale e della Giunta, in collaborazione con il Gruppo Fitwalking Salerno dell’ASD Atletica Arechi Salerno.

Scopo della manifestazione è quello di far conoscere le bellezze del luogo, regalando momenti emozionanti a contatto con una natura veramente incontaminata. Il piccolo Comune di Sacco, che conta 500 abitanti, fa parte infatti del Parco Nazionale del Cilento ed è immerso nel verde, a circa 610 metri sul livello del mare.
La Camminata avrà inizio domenica alle 17.00 con partenza dalla Madonnina in Montagna per proseguire lungo la statale e scendere tra i vicoli del centro storico con arrivo in Piazza del Popolo, cuore del borgo dove è possibile ammirare la bellissima Chiesa madre di Sacco, dedicata a San Silvestro Papa (patrono del paese).
La partecipazione alla camminata è aperta a tutti: il messaggio che si vuole diffondere è infatti che lo sport e il movimento sono sinonimi di benessere e salute e se praticati con costanza costituiscono un vero e proprio “farmaco naturale” per il nostro corpo.

Per info ed iscrizioni www.maurorusso.info

camminata-insacco

Mamanet, lo “sport di pace” per donne e mamme arriva in Campania

Mamanet, lo “sport di pace” per donne e mamme arriva in Campania

Si chiama Mamanet, è nato in Israele ma si sta diffondendo in tutto il mondo. È uno sport che fonde pallavolo e palla rilanciata con regole e allenamenti semplici, riservato alle mamme e alle donne sopra i 30 anni.

Un’attività pensata per far scendere in campo anche chi non ha mai praticato attività sportiva, non si sente particolarmente atletica, ma ha voglia di mettersi in gioco e fare squadra con altre donne.
L’ONU l’ha riconosciuto come sport di pace e Ofra Abramovich, la mamma che ne è l’ideatrice, nel 2005 vide in Mamanet l’opportunità di creare comunità non solo fra le atlete, ma anche fra le loro famiglie, al di là di ogni barriera, affinché nessuna donna fosse lasciata da sola.
In Italia sono già diverse le realtà che si sono formate sotto il coordinamento dell’Aics (Associazione italiana cultura e sport) e ora Mamanet è arrivato anche in Campania, precisamente in Irpinia.

Ad accogliere con entusiasmo il progetto in provincia di Avellino è stato il coordinamento Amdos e Amos irpine, che da diversi anni ormai è impegnato sul territorio con tante iniziative sul fronte della prevenzione per il cancro al seno e non solo.
“Ci è subito piaciuta l’idea – spiega Angela Cresta, vicepresidente del coordinamento – di poter coniugare il tema importantissimo della prevenzione con un’attività tutta al femminile, che vuole promuovere uno stile di vita sano attraverso uno sport che è davvero aperto a tutte. Può infatti essere praticato anche da donne operate, laddove non ci siano complicanze particolari. Siamo subito state travolte da grande entusiasmo e abbiamo sentito fin da queste prime fasi la forza della rete Mamanet: una squadra del foggiano ci ha infatti già contattato per poter organizzare qualcosa insieme”.
La prima Masterclass Mamanet in Provincia di Avellino si è svolta a fine giugno nel Palazzetto dello Sport di Parolise in collaborazione con ASD Sportlan e ASD ALLSport – Siamaggiore. Per l’occasione è arrivato in Irpinia il Mister Massimo Minicucci, allenatore della Nazionale Mamanet Italia.
Adesso continua la fase organizzativa: si individuano strutture, allenatori disposti a formarsi e si promuovono i primi allenamenti in giro per la provincia, per far conoscere e toccare con mano questo sport a chiunque voglia provare. C’è già un grande riscontro e l’obiettivo dall’estate a settembre è quello di costituire almeno tre squadre, che probabilmente avranno sede una a Partenopoli, una a Forino e una tra Solofra e Montoro.

Napoli al volo

Napoli al volo

A soli 2 km dal borgo medievale di Sant’Agata de’ Goti, in provincia di Benevento, sorge il campo di volo “Fly Club”, dove i piloti dell’associazione sportiva “Napoli Al Volo” vi aspettano per farvi vivere un’esperienza unica ad alta quota o semplicemente per permettervi di approfondire da vicino il mondo del volo sportivo ed apprezzare la bellezza del luogo.

È una bellissima esperienza, diversa dal solito, da vivere con tutta la famiglia. I bambini infatti sono sempre felici di poter vedere e toccare gli aeroplani. Mentre i papà e le mamme potranno avere tutte le informazioni che desiderano, godendosi la bellezza del luogo, immerso in un’area di verde di 50.000 mq. E, per chi deciderà di “prendere il volo”, sono tante le formule tra cui optare: dal “Battesimo di volo” della durata di circa 15 minuti, ad esperienze più lunghe, con la possibilità di scegliere itinerari personalizzati. Potete anche decidere di regalare l’esperienza ad un vostro caro per un’occasione speciale.
I tipici scenari proposti sono il golfo di Napoli e di Gaeta, i Monti del Matese e del Partenio, i Fiumi Volturno e Garigliano, ma si possono concordare anche altri bellissimi panorami ed itinerari. Il tutto si svolgerà in perfetta sicurezza a bordo di aeroplani top della produzione mondiale, affidati a piloti di grande esperienza.

Contatti
www.napolialvolo.it
tel: 338 37 36 333 – 320 70 28 821
email: [email protected][email protected]

Aviazione sportiva per riscoprire la poesia del volo

Aviazione sportiva per riscoprire la poesia del volo

Con “Napoli al Volo” puoi vivere l’emozione di ammirare i paesaggi campani dall’alto

Quando si pensa al volo ed agli aeroplani vengono in mente immagini di vacanze, code in aeroporto, bagagli, controlli. Un modo di viaggiare rapido e veloce, ma di cui i più farebbero volentieri a meno.
Ma c’è un’altra realtà, fatta della poesia di un volo al tramonto, dell’emozione di sorvolare a volo d’uccello luoghi bellissimi, di centinaia di piccoli club di appassionati dove unire amicizia, emozione e, perché no, un pizzico dell’avventura che è in noi. Si tratta del bellissimo mondo dell’aviazione sportiva da diporto.
Ma cos’è l’aviazione sportiva? Semplice. Oltre all’aviazione di tipo “professionale” (di linea, militare, soccorso etc.) esiste il mondo del volo ricreativo, senza fini commerciali, emozionante, fatto da appassionati per il puro piacere del volo.
In Italia, oltre a piccoli aeroporti, vi sono centinaia di campi di volo, spesso vere oasi di verde con piste ed hangar per i velivoli, centri di incontro, centri sportivi ed agriturismi.
Si vola con piccoli aeroplani che hanno prestazioni, comfort e caratteristiche veramente notevoli e permettono sia voli locali panoramici, sia turismo ad ampio raggio, in Italia ed oltre confine.

Proprio Napoli e la Campania avevano ed hanno un posto particolare nel mondo del volo.
Già dall’antichità, secondo la leggenda, Dedalo volò con le sue ali di penne e piume proprio a Cuma per costruire un tempio ad Apollo.
Ma andando oltre la mitologia, oggi in Campania esistono aziende leader nel settore aerospaziale ed i migliori aeroplani leggeri del mondo sono proprio prodotti da un’azienda campana.
Se siete curiosi e volete provare l’emozione di godervi panorami unici da una diversa prospettiva, a soli 2 km dal borgo medievale di Sant’Agata de’ Goti, in provincia di Benevento, sorge il campo di volo “Fly Club”, dove i piloti dell’associazione sportiva “Napoli Al Volo” vi aspettano per farvi vivere un’esperienza unica ad alta quota o semplicemente per permettervi di approfondire da vicino il mondo del volo sportivo ed apprezzare la bellezza del luogo.
È una bellissima esperienza, diversa dal solito, da vivere con tutta la famiglia. I bambini infatti sono sempre felici di poter vedere e toccare gli aeroplani. Mentre i papà e le mamme potranno avere tutte le informazioni che desiderano, godendosi la bellezza del luogo, immerso in un’area di verde di 50.000 mq.
E, per chi deciderà di “prendere il volo”, sono tante le formule tra cui optare: dal “Battesimo di volo” della durata di circa 15 minuti, ad esperienze più lunghe, con la possibilità di scegliere itinerari personalizzati. Potete anche decidere di regalare l’esperienza ad un vostro caro per un’occasione speciale.

I tipici scenari proposti sono il golfo di Napoli e di Gaeta, i Monti del Matese e del Partenio, i Fiumi Volturno e Garigliano, ma si possono concordare anche altri bellissimi panorami ed itinerari. Il tutto si svolgerà in perfetta sicurezza a bordo di aeroplani top della produzione mondiale, affidati a piloti di grande esperienza. Durante il volo verranno mantenute quote “panoramiche” di circa 150-300 metri, per la massima visibilità del territorio e comfort dei passeggeri.
Ed infine una volta a terra potrete scoprire il borgo di Sant’Agata de’ Goti (nella lista dei 100 borghi più belli d’Italia) o fermarvi al vicino agriturismo Ali & Ristoro.

Per info: www.napolialvolo.it

Vela: lo sport che fa bene a corpo e mente

Vela: lo sport che fa bene a corpo e mente

Fa bene al corpo, alla mente e migliora l’umore: la regina degli sport acquatici è sicuramente la Vela. Le ricerche negli anni hanno infatti dimostrato i numerosi benefici che quest’attività sportiva garantisce a chi la pratica.

Già il contatto con il mare, secondo le ricerche scientifiche, sarebbe in grado di attivare aree cerebrali associate a un atteggiamento positivo, alla stabilità emotiva e al recupero di ricordi piacevoli, stimolando il rilascio di sostanze chimiche collegate alla felicità, come la dopamina, la serotonina e l’ossitocina. Ma se questi benefici sono connessi a qualsiasi attività che presupponga il contatto con il mare, tantissimi sono quelli più specificatamente legati alla Vela.
In primo luogo è un’attività che permette di mantenere allenata e attiva la mente. A bordo sono infatti tante le decisioni da prendere rapidamente: questo garantisce lo sviluppo di spirito d’iniziativa, abitua alla gestione dello stress e delle situazioni di pericolo senza perdere la calma.
Se si pratica poi questo sport a livello agonistico non sono necessarie solo le conoscenze tecniche che consentono di sfruttare la forza del vento, ma anche una perfetta forma fisica per poter svolgere le manovre necessarie. La Vela è inoltre un ottimo metodo per sviluppare capacità di team building: è indispensabile infatti che i membri dell’equipaggio si rispettino gli uni con gli altri, svolgendo ognuno il proprio compito.
Da un progetto svedese di recupero di ragazzi considerati difficili e socialmente non inseriti è nata infine anche la cosiddetta “Vela-terapia” che è stata dimostrata essere un aiuto valido al sostegno di numerose procedure psicoterapeutiche.
In Campania esistono dei club a cui rivolgersi per scoprire tutto quello che riguarda questo meraviglioso sport. Scopriamone alcuni.

Club Nautico della Vela di Napoli

Il Club Nautico della Vela di Napoli è un’istituzione storica del capoluogo partenopeo. Fondato nell’estate del 1901 ai piedi dell’antico Castel dell’Ovo, oggi per le sue caratteristiche e potenzialità è uno dei primi Circoli Velici Affiliati alla Federazione Italiana Vela della V zona ed è il 7° Club ultracentenario Italiano.
Nella sua lunga storia il Club Nautico ha gestito diversi eventi importanti come i Campionati Nazionali del Tirreno e il Campionato Nazionale Assoluto IMS, che è la più importante manifestazione italiana per le classi d’altura. Negli ultimi anni sono emersi alcuni atleti d’interesse nazionale e internazionale come Buchberger, Braucci, Apolloni e i due fratelli Montefusco.

Ad oggi, tra i tanti equipaggi e armatori presenti al pontile spicca il nuovo equipaggio di Sexy, composto da Soci Sportivi Under 35 del Club Nautico della Vela, con una nuova armatrice e socia del Club Angela Groger. Oltre all’attività prettamente velica ed organizzatrice, il Nautico si è caratterizzato per una rinomata Scuola Vela d’Altura e giovanile che ha portato alla costituzione di un fulcro unico in campo velico per competenza ed esperienza. L’obiettivo è mirato a far avvicinare giovani e adulti a tutte le attività marinare, al fine di creare momenti di aggregazione con finalità educative, culturali e formative.
L’offerta formativa che offre è completa, sia per le derive olimpiche della classe Laser che per la vela d’altura con i corsi base (Avvicinamento, Perfezionamento e Avanzato). Inoltre, con l’arrivo al pontile del Nautico delle due barche Blusail24 sono stati attivati i corsi regata per tutti coloro i quali abbiano interesse ad avere un approccio più tecnico e competitivo.
Per chi invece preferisce avere un approccio più crocieristico sono attivi i corsi: Crociera e Patente Nautica entro e oltre le 12 mn.

Club Velico Salernitano

Il “Club Velico Salernitano” è nato dall’impegno di sette giovani, amanti del mare e appassionati della vela che, all’epoca poco più che trentenni, l’11 novembre del 1983 costituirono l’associazione.
A loro va il merito di tutte le “battaglie” intraprese per conquistare le aree del porto turistico, per superare le notevoli difficoltà giudiziarie e burocratiche per l’ottenimento delle numerose autorizzazioni per l’installazione dei pontili, per la realizzazione della sede sociale e per le continue sollecitazioni alle autorità competenti per la messa in sicurezza delle strutture portuali.
All’epoca pochi coraggiosi avevano fiducia nel progetto dei soci fondatori, ma oggi il Club Velico Salernitano è una solida associazione sportiva dilettantistica che conta più di 300 soci ed è ben radicata nel tessuto sociale cittadino. In ambito sportivo gli atleti hanno primeggiato nel corso degli anni in competizioni veliche su tutta la penisola italiana ed anche all’estero.

Pertanto il club velico salernitano riscuote stima e l’apprezzamento della Federazione Italiana Vela che gli affida l’organizzazione di manifestazioni veliche di carattere regionale e nazionale. Una delle competizioni storiche che il circolo organizza da più di 30 anni è la Coppa d’Autunno per barche d’altura oltre al campionato d’altura del golfo di Salerno, in sinergia con il comitato circoli velici salernitani di cui il CVS fa parte. La scuola di vela, fiore all’occhiello dal circolo, autorizzata FIV, è dotata di attrezzature a norma, di imbarcazioni e di tutti i mezzi necessari a raggiungere i luoghi di gara. Vengono proposti diversi tipi di corsi, da quelli di avviamento e perfezionamento per bambini, fino ai weekend a vela per gli adulti. Gli allievi, oltre a praticare uno sport sano, nobile e formativo, imparano la cultura del mare ed assumono così i basilari per praticare, da adulti, un diporto nautico sicuro e rispettoso dell’ambiente.

Club Velico Salernitano

Club Velico Salernitano

Il “Club Velico Salernitano” è nato dall’impegno di sette giovani, amanti del mare e appassionati della vela che, all’epoca poco più che trentenni, l’11 novembre del 1983 costituirono l’associazione.
A loro va il merito di tutte le “battaglie” intraprese per conquistare le aree del porto turistico, per superare le notevoli difficoltà giudiziarie e burocratiche per l’ottenimento delle numerose autorizzazioni per l’installazione dei pontili, per la realizzazione della sede sociale e per le continue sollecitazioni alle autorità competenti per la messa in sicurezza delle strutture portuali.
All’epoca pochi coraggiosi avevano fiducia nel progetto dei soci fondatori, ma oggi il Club Velico Salernitano è una solida associazione sportiva dilettantistica che conta più di 300 soci ed è ben radicata nel tessuto sociale cittadino. In ambito sportivo gli atleti hanno primeggiato nel corso degli anni in competizioni veliche su tutta la penisola italiana ed anche all’estero. Pertanto il club velico salernitano riscuote stima e l’apprezzamento della Federazione Italiana Vela che gli affida l’organizzazione di manifestazioni veliche di carattere regionale e nazionale. Una delle competizioni storiche che il circolo organizza da più di 30 anni è la Coppa d’Autunno per barche d’altura oltre al campionato d’altura del golfo di Salerno, in sinergia con il comitato circoli velici salernitani di cui il CVS fa parte.

La scuola di vela, fiore all’occhiello dal circolo, autorizzata FIV, è dotata di attrezzature a norma, di imbarcazioni e di tutti i mezzi necessari a raggiungere i luoghi di gara.
Vengono proposti diversi tipi di corsi, da quelli di avviamento e perfezionamento per bambini, fino ai weekend a vela per gli adulti. Gli allievi, oltre a praticare uno sport sano, nobile e formativo, imparano la cultura del mare ed assumono, così, i basilari per praticare, da adulti, un diporto nautico sicuro e rispettoso dell’ambiente.

CONTATTI
Porto Turistico Salerno
Tel/fax: 089/224096
Cell: 3515216860
Email: [email protected]

Foto in mail – cartella InSalute revisionato

Club Nautico della Vela di Napoli

Club Nautico della Vela di Napoli

Il Club Nautico della Vela di Napoli è un’istituzione storica del capoluogo partenopeo. Fondato nell’estate del 1901 ai piedi dell’antico Castel dell’Ovo, oggi per le sue caratteristiche e potenzialità è uno dei primi Circoli Velici Affiliati alla Federazione Italiana Vela della V zona ed è il 7° Club ultracentenario Italiano.

Dal punto di vista organizzativo, il Club Nautico, nel suo turno di presidenza dell’Associazione dei Circoli Velici Napoletani ha gestito per gli anni 1998, 1999, 2000 i Campionati Nazionali del Tirreno portando la premiazione dalla banchina al cuore dell’isola di Capri: la piazzetta. Nel 2001 in occasione del centenario della sua fondazione il Nautico, unico tra tutti i circoli napoletani, ha avuto l’onore e l’onere di organizzare il Campionato Nazionale Assoluto IMS che è la più importante manifestazione italiana per le classi d’altura. Per la regata finale è stata effettuata per la prima volta in Italia la trasmissione in diretta televisiva.
Nel 2015 il Nautico è stato co-organizzatore, insieme al C.R.V. Italia e al R.Y.C.C. Savoia, del Campionato Italiano Classi Olimpiche, a Napoli. Portando la base logistica della manifestazione presso la Rotonda Diaz, dove fu allestito il Villaggio della regata di oltre 5000 mq e i campi di regata antistanti il lungo mare Caracciolo.
Negli ultimi anni sono emersi alcuni atleti d’interesse nazionale e internazionale come Buchberger, Braucci, Apolloni e i due fratelli Montefusco. Nell’altura formidabili sono stati i successi di Bix, con il team-leader Mauro Montefusco a cui sono seguiti quelli di Sexy, il cui armatore e timoniere Carlo Varelli è stato nominato “Armatore dell’anno” per il 2006 e vincitore del Campionato Italiano Vela d’Altura nel 2014 e ancora gli ottimi risultati di Alcor, dell’armatore Gennaro Aversano, che ha portato colori del Nautico sul podio in diverse regate del mediterranee e oceaniche, tra le tante va ricordato il secondo posto all’A.R.C. (Atlantic Rally for Cruise) del 2011.
Ad oggi, tra i tanti equipaggi e armatori presenti al pontile spicca il nuovo equipaggio di Sexy, composto da Soci Sportivi Under 35 del Club Nautico della Vela, con una nuova armatrice e socia del Club Angela Groger.
Oltre all’attività prettamente velica ed organizzatrice, il Nautico si è caratterizzato per una rinomata Scuola Vela d’Altura e giovanile che ha portato alla costituzione di un fulcro unico in campo velico per competenza ed esperienza. L’ obiettivo è mirato a far avvicinare giovani e adulti a tutte le attività marinare, al fine di creare momenti di aggregazione con finalità educative, culturali e formative.
L’offerta formativa che offre è completa, sia per le derive olimpiche della classe Laser che per la vela d’altura con i corsi base (Avvicinamento, Perfezionamento e Avanzato). Inoltre, con l’arrivo al pontile del Nautico delle due barche Blusail24 sono stati attivati i corsi regata per tutti coloro i quali abbiano interesse ad avere un approccio più tecnico e competitivo.
Per chi, invece, ha più piacere ad avere un approccio più croceristico sono attivi i corsi: Crociera e Patente Nautica entro e oltre le 12 mn.

LA SEDE

La sede attuale sita al Borgo Marinari, ai piedi del Castel dell’Ovo, nasce come sede estiva, nel 1901, in quanto la sede più ampia e lussuosa si trovava nel quartiere di San Ferdinando in Piazza Trieste e Trento.
In essa erano concentrati i canottieri e i velisti che la frequentavano per gli allenamenti e come rimessaggio per le barche. A partire dagli anni ‘90 si scelse di abbandonare i locali di Piazza Trieste e Trento e di concentrare tutta l’attività del sodalizio a Santa Lucia. Oggi il Club Nautico della Vela dispone di circa 500 mq su due livelli. Al primo piano c’è un ampio salone di rappresentanza, una sala intitolata al socio “Oreste Albanesi” utilizzata sia per i giochi che come aula didattica. Sempre allo stesso piano si può usufruire dei servizi di bar e ristorazione, con una sala da pranzo aperta sul terrazzo prospiciente con una straordinaria veduta panoramica, attrezzato per accogliere i soci e i loro ospiti sia per l’estate che per l’inverno. Al piano terra, invece, con accesso anche dal lato mare, sono collocati gli spogliatoi con i servizi e un’ampia cala vele, intitolata al socio “Alessandro Chiodo”, con rimessaggio per derive e canoe. Il pontile, in concessione, si trova innanzi al sodalizio ed ospita circa una quindicina di barche a vela di proprietà del circolo e dei soci.

LA STORIA

Il Club Nautico della Vela fu fondato nell’estate del 1901 ai piedi dell’antico Castel dell’Ovo di Napoli. Nasceva in seguito alla scissione dal R.Y.C.C. Savoia, a causa della disparità di vedute sul sistema di voga.
A campeggiare il gruppo di dissidenti, Eugenio Simeone, Augusto Gandais e Francesco Dresda, alla cui protesta aderì immediatamente, tra gli altri, quel Michele Massa che avrebbe rifiutato la carica di presidente pur di non accreditarsi come il più anziano tra i Soci fondatori del Club. La vicenda fu ricostruita con accenti sapidi dal corsivista de “il Propagando”, in un Moscone che reca la data del 16 agosto 1901.
Il Club nacque quindi per l’attività remiera e fu con un atto di coraggio che i suoi fondatori iniziarono l’attività con una sola imbarcazione, una vecchia Jole a quattro da allenamento. Nel 1902 il Nautico si affermò ai Campionati Meridionali aggiudicandosi la vittoria in varie categorie.
Questo esordio e le prime vittorie a livello Nazionale gli permisero di guadagnarsi il merito di rappresentare l’Italia ai campionati Europei in equipaggio misto Libertas – Nautico. Tuttavia l’attività remiera del Nautico, sebbene caratterizzata da un’attività agonistica molto gratificante, durò solo pochi anni, poiché terminò nel 1906. Nacque invece e si sviluppò proprio allora l’attività velica. Le prime imbarcazioni furono rappresentate da due monotipi fatti costruire nel 1903 a Piano di Sorrento. Presto però si procedette all’acquisto del panfilo “Grace”, cutter di 11 tonnellate, costruito a Wyvenhoe in Inghilterra. Esso fu acquistato per partecipare alle regate indette dal R. Circolo Italiano della Vela nel Golfo di Napoli, in occasione delle quali si aggiudicò la vittoria in entrambe le manifestazioni. Era l’estate del 1905.
Il Club Nautico avviò una particolare iniziativa che costituisce oggi una tradizione: l’attività velica femminile, che ebbe la sua antesignana in Nora Bergstrom con le vicende della “Coppa Sportiello” e che trovò particolare sviluppo con la propaganda tra le universitarie napoletane.
Durante il periodo delle due grandi guerre, il peso grave del fascismo non consentì lo sviluppo dell’attività sociale e il Nautico pur con qualche battuta d’arresto riuscì ad affacciarsi alla seconda metà del secolo.
Gli anni dal 1948 al 1950 videro un’attività molto intensa con la partecipazione a varie manifestazioni significative fra cui, nel 1948, i campionati Mondiali di “Stelle” in Portogallo, dove un equipaggio del Nautico si classificò 17°. Sempre lo stesso equipaggio vinse nel 1948 il titolo Europeo delle Stelle.
Nel 1949 il Nautico vinse quindici Coppe e conseguì il secondo posto nel Campionato Europeo della “Star Class” a Monaco ed ancora il secondo posto per le Star Class nel Campionato Italiano a Taranto; ed infine con il secondo posto nel Campionato Italiano del “Linghtnings”.
Nel 1950 il Nautico vinse 14 Trofei e Coppe e partecipò ai Campionati del Mondo a Chicago negli Stati Uniti.
Non appena furono traguardati i primi 50 anni di vita il Club Nautico fu insignito dal C.O.N.I. della “Stella d’Oro al Merito Sportivo” per la lodevole attività sportiva e per aver dato lustro allo sport italiano.
Nel 1989 il Nautico divenne primo tra i circoli velici napoletani, con la delibera per l’ammissione delle donne alla categoria dei Soci Ordinari del sodalizio. Una vera rivoluzione nel mondo dello yachting, fortemente conservatore, che considera l’elemento femminile come un ospite, gradito ma pur sempre un ospite.
Dal 1950 ad oggi l’attività velica del sodalizio si è essenzialmente concentrata sull’attività velica dei propri soci e sull’organizzazione di importanti eventi velici sia zonali che internazionali, ed è così che il Nautico fu promotore e organizzatore di diversi Campionati Nazionali del Tirreno, della particolare regata Portofino – Napoli nella quale fu stabilito il “record” del percorso.
Tanti i personaggi di assoluto rilievo hanno attraversato quegli anni: l’armo leggendario del quattro di coppia soprannominato “Guè Guè” con i Soci Barbati, Stolte, Petteruti e Byngton e il duo “Jammo Jà” con i Soci Barbati e Byngton che tra il 1901 e il 1903 vinsero tutto ciò che si poteva vincere e segnarono la stagione del canottaggio al Club Nautico che con loro nacque e si concluse; Eugenio Masciocchi, dominatore della classe “Dinghy” e vincitore di numerose regate internazionali; Gaetano Martinelli, timoniere in classe Star e poi successivamente rispettato e competente giudice di regata e presidente del sodalizio; Nino Cosentino, vincitore di numerose regate e campionati tra cui, in classe Dragone, un bronzo olimpico nel 1960 quando le gare si svolsero nelle acque del Golfo, un titolo europeo e una vittoria ai Giochi del Mediterraneo nel ’63.
A questi ultimi due soci sono dedicati due trofei importanti per il Nautico: il Trofeo Martinelli che si disputa ogni anno nel Campionato Invernale del Golfo di Napoli e il secondo, Trofeo Nino Cosentino, per le derive olimpiche della Classe Laser, consolidata tappa del Campionato Zonale della F.I.V. – V zona per la predetta classe.

CONTATTI

Tel: 0817647424
Cell. 3939160069 (Martedì – Giovedì – Venerdì – Sabato 10.00 – 15.00 Mercoledì 18.00 – 23.00)
info@clubnauticodellavela.it

 

Mavv Wine Art Museum

Mavv Wine Art Museum

Il Museo dell’Arte, del Vino e della Vite (MAVV – WINE ART MUSEUM) intende far conoscere in modo diffuso il mondo del Vino anche come patrimonio artistico, culturale, scientifico e storico del territorio e promuovere il settore enologico come risorsa dello sviluppo economico.

L’idea progettuale nasce dal lavoro di un gruppo di professionisti e manager amanti del bello, appassionati del vino e esperti di sviluppo territoriale, che hanno unito le proprie competenze per costituire una nuova impresa che ha l’ambizione di diventare punto di riferimento nel mondo del vino, con particolare attenzione ai settori del marketing e della comunicazione ad esso collegati.

Il Museo dell’Arte, del Vino e della Vite, è ospitato ed incardinato nel Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli, diretto dal prof. Matteo Lorito. Esso si avvale di un prestigioso comitato scientifico presieduto dal prof. Luigi Moio, coordinatore del corso di Laurea in Scienze Enologiche dell’Università di Napoli Federico II ed enologo di fama mondiale. Il MAVV è un percorso multisensoriale per la Wine Experience che propone anche visite nei luoghi, nel territorio e nelle eccellenze a vocazione enologica.

telefono: 0812532016
[email protected]
sito internet: www.museoartevino.it

Napoli: a passi di danza per superare le barriere

Napoli: a passi di danza per superare le barriere

Sofia De Fenza, bimba non vedente di 9 anni, realizza il suo sogno di studiare danza

Tutto è cominciato con uno spettacolo sperimentale ideato dalla giovane napoletana Silvia De Michele, insegnante della scuola “Centro studi Passione Danza”, del quartiere di Pianura nel capoluogo partenopeo.
Una coreografia pensata per i suoi allievi, eseguita completamente al buio, dove spettatori vedenti e non vedenti facevano ugualmente parte dell’azione scenica.
“Sono convinta che la danza sia scambio di energia – spiega Silvia De Michele – e che per questa finalità occorrano solo uno spazio e un corpo. Il progetto aveva il fine di sensibilizzare alla disabilità visiva e far comprendere ai miei allievi che nulla è veramente impossibile. Tra i vedenti – racconta l’insegnate – non tutti sono riusciti a restare, ma per chi l’ha fatto è stata un’esperienza unica. I non vedenti invece percepivano le coreografie come se le vedessero”.
Proprio quello spettacolo ha aperto le porte a un incontro speciale: la madre della piccola Sofia De Fenza, bimba non vedente di 9 anni, decide infatti di contattare in privato l’insegnante e portare la figlia a scuola di danza. Silvia De Michele, nonostante non avesse mai avuto esperienze con ballerini non vedenti, accetta la sfida e Sofia dal 22 settembre scorso comincia con le lezioni.

«Avevo paura di essere impreparata, – racconta De Michele – ma allo stesso tempo sapevo di non poter infrangere il sogno di quella bambina. Ricordo la prima lezione, eravamo solo io e lei e mi è sembrato “facile”, come se in quella sala ci fosse sempre stata. Ad ogni lezione si presentava un’altra allieva della scuola, Erika Cardone. Tra lei e Sofia si è creato da subito un feeling particolare. Apprendono l’una dall’altra – continua l’insegnante – e io da entrambe. È uno scambio continuo di energie e un laboratorio in cui si ricerca costantemente una formula che funzioni. Il metodo è ancora un “work in progress” nel senso che non ho una base scientifica su cui basarmi, ma al momento solo empirica. Lo definirei deduttivo: da una situazione generale ricavo il particolare che funziona. È un metodo sperimentale, che si basa fondamentalmente sul contatto».

Dopo qualche mese dall’inizio delle lezioni, arriva notizia che all’Expression, un concorso di danza organizzato a Firenze nel mese di febbraio, per la prima volta sarebbe stata inserita la categoria della danza inclusiva: un’occasione unica per mostrare a tutti che i limiti spesso esistono solo nelle nostre menti.

«Quando ho letto la notizia – spiega ancora Silvia De Michele – ho pensato che sarebbe stato bellissimo poter far sentire a Sofia il calore del pubblico, ma avevo paura che fosse troppo presto. L’incoscienza si è trasformata in coraggio e in quattro lezioni ho montato un passo a due per lei ed Erika. Sofia era l’unica della sua categoria con disabilità visiva e non erano previste prove, per cui io ed Erika eravamo spaventatissime, mentre lei molto emozionata. Durante la performance ha dimostrato una sicurezza assurda, come se quel palco fosse stato la sua casa. Poi l’annuncio che avevamo conquistato il primo posto e Sofia che alla notizia mi ha chiesto: “Che vuol dire?” Io le ho risposto che significava che era stata bravissima e lei ha semplicemente detto: “Ok, lo voglio rifare!”».
«Firenze – sottolinea De Michele – mi ha dato credibilità perché nessuno pensava fosse possibile che un’insegnante di 26 anni potesse dare lezioni di danza ad una bambina di 9 anni, cieca. Adesso Sofia ed Erika continuiamo a prepararsi per lo spettacolo di fine anno ed il progetto continuerà sicuramente. C’è senza dubbio la volontà di ingrandire la classe: Firenze – conclude l’insegnate e coreografa – mi ha dato la possibilità di dire ad altri bambini: si può fare, perché Sofia lo fa».

In Campania la pet therapy con l’associazione Rosa Vitillo

In Campania la pet therapy con l’associazione Rosa Vitillo

Rabbit

“Oramai da dieci anni mi dedico alla pet therapy. Ho avuto una formazione lunghissima che si è sviluppata tra animale e utenza, tra educazione del pet e dei comportamenti dell’utente”

“Nel 2011 ho fondato un’associazione, la “Rosa Vitillo Pet therapy”, che si occupa principalmente di questa co-terapia.
Oggi si sente molto parlare di pet therapy e c’è anche tanta confusione sull’argomento, molti pensano che fare pet therapy significhi semplicemente accarezzare un cane, altri che consista in una visita in fattoria didattica.

La pet therapy, consiste in attività assistita con l’animale da compagnia, il neologismo si deve allo psichiatra Boris Levinson che, nel 1962, notò che un suo piccolo paziente autistico entrava in relazione più facilmente alla presenza del cane Jingle. La sperimentazione dell’attività assistita con gli animali risale, però, alla fine della seconda guerra mondiale, laddove gli orfani di guerra vennero sottoposti a trattamenti con il pet per elaborare il lutto e i traumi subiti. I principi base sono facilmente intuibili: l’animale da compagnia ispira tenerezze, coccole e ci stimola alle cure parentali, la comunicazione è non verbale e quindi immediata e non filtrata dal codice linguistico. Gli animali ci fanno regredire all’infanzia grazie all’aspetto neotenico e, nel caso dei bambini, trovano un ponte di comunicazione spontaneo ed atavico.

Non è un caso che già, nelle favole di Esopo, la metafora animale sia impiegata per spiegare ai bambini vizi e virtù: così la volpe diventa astuta, il cane fedele, il gatto furbo e così via.
Ma ciò che rende veramente terapeutico il setting è la relazione tra il coadiutore (colui che guida l’animale da pet therapy all’interno della singola sessione) e l’animale stesso, tanto più se si tratta del cane. La relazione consente al cane di “fidarsi” dell’utenza, di tollerare scatti e manipolazione pesante, di conoscere e di esplorare. Sempre la relazione nella coppia coadiutore/utente consente di poter guidare il cane ad effettuare giochi, esercizi o semplicemente di farsi accarezzare da tutti indistintamente e questo non è lasciato mai al caso, ma sempre inserito in una sessione strutturata per obiettivi sapientemente scelti dall’equipe di riferimento. Indispensabile, infatti, per le attività assistite è una squadra multidisciplinare composta da un veterinario comportamentalista, uno psicologo e un coadiutore: questo ci dicono le linee guida nazionali ma, nella prassi, è necessario poter contare anche su un veterinario clinico, un educatore cinofilo e varie figure professionali intercambiabili in base al lavoro che si svolge. Ad oggi la formazione degli operatori deve essere riconosciuta dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie di concerto con il Ministero della Salute ed è valutata, oltre che sulla preparazione teorica, anche sull’esperienza ed i risultati pratici maturati durante l’esperienza lavorativa.

Gli studi scientifici si sono poi susseguiti nei vari ambiti, dal Journal of American Geriatric Society che sottolinea come gli anziani possessori di un animale da compagnia mostrano un maggior benessere e maggiore attitudine a svolgere le azioni della vita quotidiana se sottoposti ad un’attività strutturata. Inoltre gli animali sapientemente scelti ed educati a tale scopo aiutano a combattere il senso di solitudine ed abbandono, sollecitare la memoria, favorire un miglioramento del tono dell’umore, nel linguaggio, mantenere le facoltà cognitive residue. L’animale costituisce un formidabile elemento di proiezione e una sorta di prolungamento del proprio Io e per il bambino è più facile raccontare i problemi o esprimere i suoi sentimenti, attraverso la “voce” del cane o del gatto. Jingles e gli altri animali non sostituivano il medico, erano diventati semplicemente dei mediatori, che favorivano l’interazione medico-paziente. Levinson aveva capito che gli animali catalizzavano le interazioni umane, constatando che il rapporto tra bambino e cane ne favoriva uno più stretto con il medico – costituiva in altre parole, un oggetto transizionale.
Io e Sabbia siamo veramente molto felici del lavoro svolto, dei ragazzi, bambini ed anziani con cui lavoriamo, ogni singola sessione è un momento di condivisione e crescita personale. È importante veicolare il messaggio per cui la pet therapy consiste in un’attività strutturata e mirata alle esigenze dell’utenza: “terapeutico” non è “prendersi un cane” bensì organizzare un setting per obiettivi, con animali e operatori, preparati dal punto di vista comportamentale, sanitario e professionale.”
Dott.ssa Gloria Malavolti, coadiutore cane, gatto e coniglio, riconosciuto dal Ministero della Salute e dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie
Presidente “Associazione Rosa Vitillo Pet Therapy”

Ad oggi seguo comunità e privati, svolgendo la pet therapy, nella forma delle A.A.A. (attività semplice con gli animali) e alcuni di loro hanno voluto portare la loro esperienza.

La struttura “Villa Serena”di Pesco Sannita, descrive la nostra attività con le parole della Dott.ssa Silvana Leone:
Le persone anziane hanno bisogno di stimoli continui, di amore, di supporto fisico e morale; ogni giorno, sempre. L’ anziano è di per sé più sensibile e bisognoso di aiuto costante, le malattie e i ricoveri in strutture rendono queste creature già così fragili, ancora più bisognose di attenzioni.
L’utilizzo degli animali, in particolare del cane, per far fronte a difficoltà e malattie diventa una vera e propria terapia. Gli animali hanno la capacità naturale di offrire Amore incondizionato e senza chiedere nulla in cambio e questo rappresenta un supporto straordinario per tutte le persone anziane e malate.
Uno degli obbiettivi più importanti che caratterizza la struttura per anziani di Pesco Sannita, Villa Serena, è quello di stabilire un legame, un rapporto, un’affinità tra questi ultimi e gli ospiti presenti.
La pet therapy, con i suoi risultati immediati e tangibili, è un impegno costante che i volontari dell’associazione Rosa Vitillo, portano avanti con i nostri ospiti.
L’incontro con gli animali apporta benessere psico-fisico ed è una nuova qualità della vita, sviluppa i sensi e lavora su molti meccanismi psicologici. Aumenta il senso di socialità e fa sentire gli anziani responsabili di un altro essere vivente. Gli ospiti di Villa Serena rafforzano con la pet therapy le altre forme di terapia tradizionale. Spesso di difficile comprensione, la comunicazione non verbale, le emozioni e gli stati di animo che questi rapporti speciali riescono a stabilire e creare, supera di gran lunga l’ aspettativa e l’ immaginario comune. La direzione della Struttura Villa Serena, nelle persone del Dottor Vincenzo Meoli, della dottoressa Silvana Leone e dottoressa Luisa Leone è pienamente soddisfatta e pronta ad intensificare questa attività bellissima che sta riempiendo gli animi e i cuori degli ospiti.

Pet Therapy a Villa Serena

La fattoria Sociale Villa Mancini, invece, con le parole della Dott.ssa Mariagrazia D’Aniello, responsabile della struttura, ci descrive così:
Grazie all’incontro virtuoso con Gloria Malavolti, presidente dell’”Associazione Rosa Vitillo Pet therapy”, anche la Fattoria Sociale Villa Mancini ha potuto sperimentare gli effetti positivi della pet therapy. Per nulla impauriti i ragazzi della fattoria hanno accolto i nuovi amici. Già dal primo incontro hanno giocato con loro, spazzolato, accarezzato, portato al guinzaglio gli animali, stabilendo così una prima relazione basata sul rispetto e la fiducia reciproca. Sono “coccole che curano” perché l’animale diviene co-protagonista nel processo terapeutico agendo come soggetto attivo e come tale, non utilizzato, ma vero e proprio partner nella relazione empatica ed emozionale. Niente performance: si tratta di spontaneità, naturalezza e armonia. Tutto si svolge con semplici gesti, con sorrisi autentici, incrocio di sguardi, sobrietà e leggerezza. Il sentimento d’affetto che lega l’uomo ad un amico del mondo animale ha sempre avuto una funzione equilibratrice e di sostegno nella vita delle persone. L’uomo, infatti, è un essere sociale che necessita di instaurare legami con altri esseri viventi, anche di specie diverse. Le porte della struttura vengono quindi aperte a cani-dottori che attraverso giochi e interazioni con i ragazzi ospiti contribuiscono a migliorarne l’umore è la salute. Su questi assunti si basa il nuovo progetto di pet therapy che coinvolge i beneficiari della Fattoria Villa Mancini con i partecipanti dell’albergo diffuso di Campolattaro, un progetto condiviso che quindi lavora sull’integrazione e interazione tra ospiti di diverse realtà. L’obiettivo è quello di sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dei ragazzi coinvolti nel progetto, in modo tale che questi possano realizzare più adeguatamente l’integrazione intra e interpersonale e migliorare, di conseguenza, la qualità della vita, grazie ad un processo di accompagnamento valido ed efficace. Momenti unici ricchi di senso che ci riportano in fretta alle parole pronunciate da Seneca: l’affetto per un cane dona all’uomo grande forza.

La Dott.ssa Patrizia Petrillo, coordinatrice del Centro Diurno “La Fabbrica di Ozanam” parla dei nostri incontri, dicendo:
“L’attività di pet therapy svolta presso il nostro centro ha visto coinvolti gruppi di ragazzi che, in un’ottica di condivisione, hanno intrapreso una terapia basata sull’interazione uomo-animale con obiettivi di miglioramento comportamentale, fisico, cognitivo, psicosociale e psicologico-emotivo.
La predisposizione al rapporto con l’animale, l’affidabilità dello stesso, la cura e l’amore alla base della relazione tra gli utenti e “SABBIA e CIUFFA”, hanno permesso ai nostri ospiti di vivere una esperienza relazionale emozionante, vivace ed allegra. Giochi, osservazioni, attività manipolative hanno accompagnato in ogni incontro l’esperienza  con gli animali, dando la possibilità ai ragazzi di ampliare le loro capacità relazionali e migliorare i problemi comportamentali. Attraverso la pet therapy si è vissuto un profondo momento di condivisione delle emozioni, dei propri stati d’animo, di paure, dando la possibilità ad ognuno di loro di sperimentarsi con le proprie difficoltà in un rapporto di cura e fiducia, senza vivere o sentire forte il pregiudizio che spesso è alla base delle relazioni sociali.

 

Gooty: l’e-commerce che porta in vetrina le eccellenze campane

Gooty: l’e-commerce che porta in vetrina le eccellenze campane

Promozione del territorio campano e dei suoi prodotti, mettendo la tecnologia a servizio della tradizione e di chi ama il buon cibo. È questa la mission di Gooty, un portale di e-commerce che mette in vetrina prodotti di eccellenza realizzati ancora con metodi tradizionali e artigianali e li rende fruibili su vasta scala, raccontando l’intero contesto territoriale di provenienza attraverso schede descrittive da collezionare.

Gooty nasce infatti con l’obiettivo di valorizzare il territorio attraverso cibo di qualità e turismo, comparti trainanti del brand “Made in Italy” .
Il consumatore potrà trovare una ricercata selezione delle grandi eccellenze campane, con una significativa attenzione ai prodotti certificati biologici e che si distinguono per autenticità, qualità e tracciabilità al giusto prezzo, sostenendo allo stesso tempo il contesto di produzione ed il territorio di origine.

L’idea di questa start- up nasce dalla premessa che i settori italiani export di cibo e turismo valgono secondo le statistiche circa 90 miliardi di euro l’anno. Attualmente però sembra che la permanenza media di soggiorno dei visitatori sia in diminuzione, sia per la carenza di offerte alternative ai luoghi convenzionali, sia per la diffidenza. Ecco perché Gooty vuole promuovere la Campania, una delle regioni italiane con un altissimo potenziale turistico ed enogastronomico non ancora valorizzato per mancanza di progetti innovativi.

Il territorio così vasto con le due costiere, Amalfitana e Cilentana, tra le più belle del mondo ha infatti la capacità di produrre oltre 500 prodotti di nicchia, tipici, unici e di eccellenza.
La mission di Gooty è scoprire i sapori e i saperi della tradizione locale più vera, far diventare l’utente finale parte integrante del territorio, acquistando comodamente da casa in un solo click attraverso il portale-commerce.
Gooty Campania è inoltre un progetto innovativo da poter replicare ed esportare in ogni altro territorio, sia in Italia che all’estero, ed è indirizzato a tutte le categorie di consumatori: privati, comunità di origini italiane, operatori commerciali di prodotti di eccellenza e biologici e tour operators.
Un’idea di valorizzazione a 360° per riscoprire e ripartire dalla nostra terra, condividere e incentivare la diffusione di quanto di più semplice ci possa essere: il buon gusto italiano.

www.gooty.it

Pubblicati i bandi del “Gal Terra Protetta” destinati al turismo rurale

Pubblicati i bandi del “Gal Terra Protetta” destinati al turismo rurale

gal terra protetta

Sono stati pubblicati sul sito www.galterraprotetta.it i bandi previsti nell’ambito della strategia di sviluppo locale del Gruppo di Azione Locale Terra Protetta.

Dall’11 marzo al 10 maggio prossimi, sarà quindi possibile presentare il proprio progetto, caricando le domande direttamente sul portale Sian, attraverso professionisti abilitati o Caa.
Costituito nel 2016, il Gal Terra Protetta è uno strumento di programmazione che coinvolge 22 Comuni tra le province di Napoli e di Salerno, il Parco Regionale dei Monti Lattari, la Comunità Montana dei Monti Lattari, la Città Metropolitana di Napoli ed oltre 80 partner privati.
Le cinque misure attivate dal Gal Terra Protetta, per un totale di 10 milioni di euro, riguardano: il trasferimento di conoscenze e azioni di informazione; il regime di qualità dei prodotti agricoli ed alimentari; lo sviluppo delle aziende agricole e delle imprese; i servizi di base e il rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali e la cooperazione.

I primi bandi pubblicati sono riferiti in particolare a due misure, la 6 e la 7, presenti nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Campania, e sono destinati ad imprese ed enti locali, per un totale di 3 milioni di euro.
Nel dettaglio i fondi messi a disposizione si propongono di aiutare l’avviamento d’impresa per attività extra agricole nelle zone rurali; la creazione e lo sviluppo della diversificazione delle imprese agricole; il sostegno a investimenti di fruizione pubblica in infrastrutture ricreative e turistiche su piccola scala e la riqualificazione del patrimonio architettonico dei borghi rurali, nonché la sensibilizzazione ambientale e la ristrutturazione di piccoli elementi rurali, strade e piazze storiche.

A partire dalle 9:00 dell’11 marzo 2019 ed entro il termine ultimo fissato alle 16:00 del 10 maggio 2019 saranno in vigore i termini di pubblicazione per la presentazione delle domande di sostegno da parte degli interessati. L’area a cui sono rivolte le misure è quella compresa tra la costiera sorrentino-amalfitana e le isole di Capri e di Ischia.

Gli asini diventano protagonisti della pet therapy

Gli asini diventano protagonisti della pet therapy

asinello bianco 900x300

A Capaccio –  Paestum i volontari di “Maestro asino” si dedicano all’onoterapia

Spesso considerati nell’immaginario collettivo come animali poco svegli e non troppo intelligenti, oggi gli asini si prendono la loro rivincita diventando protagonisti della pet therapy. L’onoterapia, ossia la terapia con gli asini, è infatti un vero e proprio percorso terapeutico che ha dimostrato di essere particolarmente efficace con bambini con problemi cognitivi, anziani e diversamente abili.

Ma cosa rende questa tipologia di equini così speciali?

Gli asini, ritenuti a ragione “animali sociali”, “accumulatori di stress”, sono in grado di suscitare emozioni positive e di coinvolgere il proprio interlocutore. La loro proverbiale pazienza ed il loro essere diverso costituiscono delle qualità uniche che ne fanno un ottimo co-terapeuta, suscitando emozioni e sentimenti positivi.
Si tratta di animali buffi, da abbracciare, stringere, coccolare: tutte azioni che spingono ad uscire da sé ed aprirsi al mondo esterno, per dare e ricevere attenzioni ed affetto; ad essere “presenti” per poter sintonizzare le proprie sensazioni ed emozioni, riconoscendole e dominandole. L’animale diventa così un catalizzatore che aumenta la percezione delle emozioni e dei sentimenti, favorendo lo sviluppo dell’autostima del senso di sicurezza e responsabilità. L’impegno nell’accudire l’animale supporta la crescita e la maturazione della persona, contribuendo a fargli acquisire un’immagine positiva di sé e del proprio valore accrescendo autostima, autocontrollo, percezione sensoriale, gestione delle emozioni, affettività e aiutando a contrastare solitudine, ansia e depressione.

Proprio da queste premesse è nata l’associazione Maestro asino onlus che, a Capaccio Paestum, in provincia di Salerno, è impegnata, con protagonisti i suoi tre simpatici asinelli, Ettore, Caterina e Beatrice, nella realizzazione di attività assistite e progetti di onoterapia. L’associazione è stata fondata nel 2014, ed è un’idea dell’insegnate di sostegno Antonella Chiarelli. Oggi con lei collaborano docenti, specialisti ed operatori volontari, accomunati dall’amore per gli asinelli, i quali in maniera del tutto libera, spontanea e gratuita aiutano il prossimo con una “pet therapy” molto efficace.
Gli ospiti dell’asineggio di Maestro Asino, svolgono con i loro visitatori una serie di divertenti attività dirette a prendersi cura, gestire e giocare con gli asini, effettuando inoltre delle rilassanti passeggiate, in compagnia di questi splendidi animali, a contatto con la natura riscoprendo i ritmi e gli stili di vita di una volta.
Attualmente i volontari e gli asini dell’associazione sono impegnati nella realizzazione di un progetto di onoterapia, denominato “Il primo della classe”, in favore dei bambini diversamente abili che frequentano la scuola dell’infanzia e primaria dell’I.C. Capaccio — Paestum diretto dalla Dirigente Scolastica Enrica Paolino nonché di un secondo progetto denominato “Maestro Asino” in favore dei bambini diversamente abili della scuola primaria dell’ I.C. di Albanella, finanziato dall’Istituto di Credito B.C.C. di Capaccio – Paestum, dalla società Convergenze s.p.a. e dal Comune di Albanella.

Per questa primavera è in programma un progetto organizzato dall’Amministrazione del Comune di Camerota, destinato ad alcuni utenti diversamente abili di quel comune.
Chi fosse interessato inoltre, potrà far visita agli asini dell’associazione e partecipare alle numerose attività, in occasione dell’organizzazione della “giornata con gli asini” evento che si svolge alcune volte l’anno (la data sarà indicata sul sito) e durante il quale l’asineggio è aperto a tutti.

Per ulteriori informazioni
www.maestroasino.it
email: [email protected]
tel: 366 8331092
Via Feudo nr.12 del comune di Capaccio – Paestum (SA)

I benefici dell’andare in bicicletta

I benefici dell’andare in bicicletta

ciclista andare bici

Dalle ricadute positive sulla salute, sull’economia e sull’ambiente: pedalare conviene

La bicicletta si candida a diventare protagonista della rivoluzione della mobilità sostenibile. E nonostante l’Italia sia ancora ben lontana dal raggiungere i numeri del resto dell’Europa sull’uso delle due ruote, i dati fanno ben sperare. L’ultimo rapporto Isfort sulla mobilità degli Italiani ha registrato un aumento di ben due punti percentuale sull’uso della bici dal 2016 al 2017. Si è passati infatti dal 3,3% al 5,2%.

La strada da percorrere è sicuramente lunga, ma dai Comuni arrivano i primi segnali positivi. A Cesena e Bari ad esempio sono partiti gli incentivi per chi sceglie di recarsi a lavoro pedalando. Dopotutto andare in bici fa bene all’ambiente, limitando l’emissione di gas di scarico dovuto all’uso delle automobili, e anche alla salute.
Diversi studi hanno infatti dimostrato i benefici della pedalata: venti minuti al giorno in sella farebbero bene al cuore, alle articolazioni e permetterebbero anche di allentare lo stress quotidiano. E se gli effetti positivi sull’ambiente e la salute non dovessero bastare, le ricadute economiche potrebbero convincere anche i più scettici. I turisti interessati a viaggiare su due ruote ad esempio, aumentano sempre più, e secondo un’indagine firmata Confindustria-ANCMA e The European House Ambrosetti sul valore delle due ruote, si ipotizza un valore potenziale del cicloturismo italiano di circa 3,2 miliardi di euro. L’Italia è inoltre al primo posto in Europa per la produzione di biciclette, con 2,3 milioni di unità. Insomma, secondo i dati Legambiente, l’insieme degli spostamenti a pedali genererebbe in Italia un fatturato superiore ai 6 miliardi di euro, considerando il settore della produzione, il cicloturismo, ma anche il risparmio sanitario dovuto alle ricadute positive sulla salute dei cittadini, per non parlare dei risparmi su carburante e costi ambientali, grazie alla limitazione dell’emissione dei gas serra.

La Campania e il Sud Italia in generale purtroppo hanno molto ancora da fare per rendere le proprie strade a prova di ciclisti. Al dodicesimo Rapporto Euromobility 2018, che fotografa le principali 50 città italiane e le loro prestazioni in termini di mobilità sostenibile, Napoli si classifica solo al 39° posto, seguita da Salerno al 44°. Per questo il lavoro di sensibilizzazione delle associazioni sul territorio assume un ruolo importante. Tra le realtà che si impegnano per la diffusione della bicicletta quale mezzo di trasporto ecologico, in un quadro di riqualificazione dell’ambiente, urbano ed extraurbano, c’è la FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta a cui in Campania aderiscono diverse realtà territoriali, come “Caserta in bici”.

“La nostra idea – ci spiega Sara Femiano di Caserta In bici – è che utilizzando mezzi di locomozione diversi dall’auto privata, e strutturando le città per dare la “precedenza” alle categorie cosiddette deboli come pedoni, bambini, anziani, disabili, ciclisti, tutte le città possano migliorare in termini di qualità della vita, di qualità dell’aria, di sicurezza”.
Il gruppo non organizza solo attività ed eventi in bici, ma si è impegnato anche a redigere un progetto che è stato donato al Comune di Caserta, per la promozione di un sistema integrato di piste ciclabili, il tutto pensato da un gruppo di tecnici che hanno donato il loro tempo e le loro energie per migliorare la città. È stata anche svolta un’indagine dello stato dell’arte delle piste ciclabili e della mobilità sostenibile in città che hanno messo in luce l’esistenza di quasi 10 km di piste ciclabili poco conosciute e mantenute, senza alcun tipo di intermodalità.
“Usare la bici per gli spostamenti cittadini – concludono dall’associazione – non può essere considerato naif, ma deve essere visto come l’unica alternativa possibile e realizzabile per avere città più a misura di persona”.

ALCUNI DEI GRUPPI FIAB ATTIVI IN CAMPANIA

Cicloverdi Napoli

www.cicloverdi.it
tel. 0811291184

Caserta in Bici
https://www.facebook.com/CasertaInBici/
[email protected]

Sup: la nuova moda tra gli sport acquatici anche in Campania

Sup: la nuova moda tra gli sport acquatici anche in Campania

Stand up paddle

Il Sup, acronimo di “Stand up paddle” è una delle ultime mode in tema di sport acquatici. Nato dall’incontro di surf e canoa, consiste nel navigare in piedi su una tavola, remando attraverso l’utilizzo di una pagaia. La tavola utilizzata è più grande rispetto a quella da surf tradizionale, in modo da garantire maggiore stabilità.
Nato nelle isole Hawaii, questo sport oggi sta conoscendo una sempre maggiore diffusione. Le sue carte vincenti? La tecnica è facile da acquisire, si adatta a corsi d’acqua anche meno mossi rispetto al mare, è un ottimo allenamento che fa lavorare in modo efficace tutti i distretti muscolari e offre diverse possibilità. Con il SUP infatti è possibile fare diverse esperienze: dal cruising, all’adventure, al fitness, fino alle gare.

L’attività di cruising  consiste nel “passeggiare sull’acqua” liberamente con la tavola e può diventare “adventure” se si percorrono luoghi inesplorati o difficilmente accessibili con altri mezzi. Il fitness prevede invece l’unione del Sup con altre discipline sportive come lo yoga, il pilates, da praticare sulla tavola.

Dove praticare il Sup in Campania

Pin It on Pinterest