La più comune malattia è l’ittioftiriasi che si manifesta con piccole macchie bianche sul corpo e sulle pinne. La cura per mezzo dei molti farmaci utilizzabili è del tutto semplice e efficace.
Oodinium può essere considerato l’equivalente dell’ittioftiriasi per gli acquari marini, poiché Cryptpcaryon irritans produce quasi gli stessi sintomi della malattia d’acqua dolce.
Nel caso di Oodinium le macchie posso essere anche di color ruggine. Sono disponibili farmaci efficaci.
Una malattia che viene causata da una lotta tra pesci, o perché i pesci sono stati malamente maneggiati si chiama putredine delle pinne che inizia dopo che le pinne sono state danneggiate. La cura può consistere in bagni d’acqua salata, ma è più facile quella con antibiotici in acqua pulita. È una delle malattie che vengono aggravate, se non proprio causate, da scarsa igiene della vasca.
Quando invece siamo di fronte ad un gonfiore del corpo del pesce che ha anche le scaglie sollevate e irte, possiamo constatare la presenza dell’idropisia. Purtroppo non si conoscono le cause, pertanto i rimedi proposti sono i più diversi; alcuni acquariofili pensano che la malattia sia incurabile, mentre altri fanno ricorso agli antibiotici e anche al drenaggio con siringa dei liquidi in eccesso nel corpo. L’idropisia può colpire solo una o due specie nell’acquario: sembrano particolarmente colpiti il Platy o Partaspada maculato (Xiphophorus) e i Gurami (Colisa), ma talvolta si diffonde largamente.
L’instabilità o perdita dell’equilibrio, che si verifica quando un pesce non è in grado di regolare la sua posizione nell’acqua, è sintomo di un disturbo della vescica natatoria. Si può isolare il pesce in una piccola vasca con poca acqua, appena sufficiente per coprire la pinna dorsale. Si può riportare il pesce nell’acquario se e quando le sue condizioni migliorano. Sebbene possa sembrare che per i pesci d’acqua dolce un bagno in acqua salata sia una misura profilattica quasi generale, è ovvio che questo trattamento non vale per le malattie dei pesci marini. In questo caso si usano farmaci, ma questi sono in genere basati su sali di rame e di zinco, due sostanze assai tossiche per i pesci. Bisogna quindi usare la massima cautela nell’applicare questi rimedi e in ogni caso non si devono usare se sono presenti invertebrati marini. Man mano che l’acquariofilo allarga e approfondisce la sua conoscenza sui pesci e sulle loro malattie, si rende necessaria una guida esperta per combattere le loro affezioni. Molti produttori di alimenti e di attrezzature per acquario hanno a questo proposito dei servizi di consulenza, ma l’acquariofilo non deve trascurare l’aiuto anche da altre fonti.
L’Esoftalmo è la malattia detta anche Occhio sporgente, caratterizzata appunto da una sporgenza eccessiva dell’occhio dall’orbita. Si verifica spesso dopo il trasferimento del pesce in acqua in condizioni differenti, ma scompare da sola quando il pesce si è acclimatato; può risultare benefico un leggero aumento della temperatura dell’acqua.
A provocare, invece, la cataratta verminosa, è una massa di minuscoli vermi che formano una cataratta che sono visibili sotto ingrandimento. Tali vermi entrano in acquario con chiocciole, piante e alimenti vivi.

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