A Napoli il nuovo Laboratorio di Screening Neonatale Esteso

A Napoli il nuovo Laboratorio di Screening Neonatale Esteso

ceinge facciata

Inaugurato presso il CEINGE Istituto di Biotecnologie avanzate di Napoli ad ottobre scorso dal Presidente della Regione Vincenzo De Luca il Laboratorio di Screening Neonatale Esteso (SNE).

Un importantissimo traguardo nel campo della prevenzione e della cura delle malattie metaboliche ereditarie. Grazie allo screening neonatale esteso, reso obbligatorio dal Ministero della Salute, è possibile individuare al momento della nascita 40 patologie ereditarie del metabolismo prima che queste possano manifestarsi, così da evitare al bambino danni irreversibili.

Il CEINGE, che eseguiva lo screening neonatale esteso in fase sperimentale dal 2007, ha completato le operazioni di inclusione dei 54 Punti Nascita e 18 TIN (Terapie Intensive Neonatali) della Regione Campania nella Rete di Screening Neonatale Esteso (SNE) della Campania ed esegue ora “a regime” le indagini diagnostiche per tutti i neonati del territorio regionale.

Prende il via così il Centro Unico Screening Neonatale Regionale, formato dai Punti Nascita e le TIN della Regione Campania, il CEINGE, l’AORN Santobono-Pausillipon e l’Unità Operativa di Pediatria dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II.

#SAVEYOURSKIN: screening gratuiti per la prevenzione del tumore cutaneo

#SAVEYOURSKIN: screening gratuiti per la prevenzione del tumore cutaneo

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Venerdì 18 Maggio, in occasione della Giornata Nazionale della Prevenzione del Tumore Cutaneo, sarà possibile effettuare visite gratuite di controllo dei nei presso il centro LILT di Avellino in Corso Umberto I 119, prenotando tramite il numero verde SOS LILT 800 998877 attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore15:00. L’iniziativa è promossa da La Roche-Posay che, in collaborazione con LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) e SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia e Venereologia e Malattie Sessualmente Trasmesse), rinnova anche quest’anno il suo impegno nell’ambito della sensibilizzazione alla prevenzione del melanoma e dell’educazione a comportamenti corretti da tenersi sotto al sole.

Il progetto interessa oltre 60 città in tutta italia e rispettive strutture LILT aderenti all’iniziativa, e si fa promotore della prevenzione, il modo più efficace per combattere questo tumore. La diagnosi precoce rappresenta il più efficace strumento per il controllo clinico-prognostico del melanoma cutaneo che, se diagnosticato in fase iniziale, nel 90% dei casi può essere sconfitto. «Il melanoma è uno dei principali tumori che insorge in età adulta e costituisce in Italia il terzo tumore più frequente in entrambi i sessi al di sotto dei 50 anni» sottolinea la Prof.ssa Ketty Peris, Docente di Dermatologia all’Università Cattolica di Roma e Presidente di Euromelanoma Italia. «Sono circa 14.000 i nuovi casi registrati solo nel 2017“prosegue il Prof. Francesco Schittulli, Presidente LILT – ed è con l’obiettivo di contrastare un trend di incidenza che appare purtroppo in aumento che abbiamo deciso di istituire la Giornata Nazionale della Prevenzione del Tumore Cutaneo, durante la quale sarà offerta la possibilità a tutti di sottoporsi gratuitamente a una visita specialistica nelle Sezioni Provinciali che aderiscono all’iniziativa».

Per ulteriori informazioni: www.larocheposay.it

 

#MiVoglioBene: al via la campagna di screening gratuiti della Regione Campania

#MiVoglioBene: al via la campagna di screening gratuiti della Regione Campania

Asl-Mivogliobene

 

È partita in tutte le ASL campane “Mi voglio bene“, la campagna di informazione relativa al programma di prevenzione che offre assistenza diagnostica tempestiva, specializzata e gratuita. Sono disponibili gratuitamente 3 tipi di screening: tre esami che consentono la prevenzione del tumore alla mammella, al colon-retto e al collo dell’utero. Attraverso quest’azione di sensibilizzazione, per la prima volta univoca e coordinata sull’intero territorio regionale, la Regione Campania intende dare ulteriore impulso alle iniziative di prevenzione già messe in campo, in quanto la ricerca ha dimostrato chiaramente che l’individuazione tempestiva di queste categorie di tumore permette di intervenire in maniera meno invasiva e più efficace e, soprattutto, di accrescere sensibilmente le probabilità di sconfiggerle. In base alla tipologia e alle differenti fasce d’età sono disponibili differenti servizi a seconda del territorio di riferimento. Per aderire al programma basta rivolgersi alla propria Asl di riferimento, mentre per approfondimenti e informazioni è possibile trovare la brochure completa collegandosi al sito http://screening.regione.campania.it/.

 

 

Emergenza Covid19 e sistema sanitario: tra carenze e negligenze

Emergenza Covid19 e sistema sanitario: tra carenze e negligenze

A cura del dott. Giuseppe Origlia, dell’associazione “Medici La Nuova Mano”, nata per la tutela del medico, dell’infermiere e dell’operatore sanitario nell’esercizio della sua professione.

La situazione emergenziale covid19 ha indotto le strutture sanitarie al collasso, complici i tagli alla sanità, il depotenziamento di molteplici strutture ospedaliere nonché una gestione politico – amministrativa dell’emergenza che è risultata, negligente ed approssimativa in quanto essa non ha tenuto conto, in modo scientifico – sia da un punto di vista della concreta attuazione di idonei protocolli presso i presidi sanitari che della gestione comportamentale della cittadinanza – delle esperienze maturate in paesi già colpiti da questa terribile pandemia.

Medici, infermieri ed operatori sanitari, non dotati di idonei ed adeguati DPI, sono stati esposti al contagio e spediti “in trincea” privi di quelle “armi difensive” che avrebbero consentito loro di evitare la contrazione del Covid19. Tale grave mancanza ha cagionato l’infezione e la conseguente morte di numerosi medici ed infermieri che, espletando la propria attività lavorativa in condizioni precarie, sono rimasti fedeli a quell’ideale della salvaguardia della vita dell’uomo che anima ogni sanitario. A ciò si deve aggiungere che molti tra medici ed operatori che hanno contratto il virus, hanno sviluppato un’infezione di natura asintomatica continuando a veicolare, quindi, incoscientemente, l’infezione tra gli operatori sanitari con i quali sono stati a contatto, compresi gli stessi pazienti che si affidavano alle loro cure.
Gli ospedali, pertanto, si sono trasformati in zone ad alta prevalenza di infettati nei quali nessuna persona contagiata risulta, effettivamente, isolata.
Ancor oggi, medici ed infermieri non dispongono di adeguato DPI ed il rischio di contagio per i pazienti e tra colleghi è altissima, così come la certezza di creare dei centri ad alta densità virale che andranno ad implementare il decorso della malattia, con il conseguente collasso delle strutture ospedaliere e l’inevitabile ed ulteriore perdita di numerose vite umane.

L’individuazione e l’isolamento dei contagiati, siano essi sintomatici che non, si ritiene che non solo possa essere il principale mezzo per proteggere dal contagio gli individui e limitare quindi la diffusione della pandemia, ma possa incidere sull’evoluzione grave della malattia nei soggetti contagiati. Ai fini, quindi, di bloccare la diffusione del virus risulta necessario individuare, identificare ed isolare il più alto numero possibile di soggetti asintomatici che costituiscono probabilmente la maggiore fonte di malattia. L’isolamento rappresenta, allo stato, il principale mezzo atto ad arginare la pandemia in corso.

La burocrazia esistente per praticare tamponi in casi sospetti rende effimero qualsiasi tipo di prevenzione. In taluni casi i medici dedicati ai reparti Covid, vengono impiegati per l’espletamento di turni in convenzione in altre terapie intensive non Covid (si pensi ai reparti di terapie intensive e/o rianimazioni dove sono ricoverati pazienti ad altissimo rischio di mortalità se sovrainfettati dal virus) diventando, quindi, possibili strumenti di diffusione del contagio proprio perché chiamati ad operare in promiscuità nei suddetti differenti contesti. Ed il tutto tacendo in merito ai ritardi che si sono verificati nel fermare l’attività ospedaliera di elezione. Purtroppo, nonostante il vantaggio dato dalle prime regioni contagiate, la programmazione e riorganizzazione (che a nostro parere è tutto) è stata pressochè assente, specie in alcuni contesti del Centro-Sud Italia.
D’altro canto, i costi legati all’esecuzione di screening, sarebbe inferiore certamente rispetto ai costi legati al ricovero di ulteriori pazienti in ospedale e/o in terapia intensiva, sia in termini di impiego di personale che nel reperimento dei relativi macchinari, per non parlare di tutti gli altri vantaggi facilmente deducibili.

Un ulteriore punto da approfondire è l’assenza di precipui protocolli ministeriali ad hoc, che a prescindere dalle indicazioni etiche, guidi il medico nella scelta terapeutica. Tale aspetto non può considerarsi solo di natura medica, bensì, alla luce dei fatti di cronaca va ad incidere su profili di responsabilità sull’operato del medico che già lavora in condizioni emergenziali ed inadeguate. Aberrante era da considerarsi l’emendamento proposto in merito alla responsabilità civile e penale dei datori di lavoro, operatori sanitari e socio sanitari. Con tale emendamento si andava a creare una norma ad hoc in grado, qualora non sarebbero stati rilevati i dovuti profili di incostituzionalità e di responsabilità penale per gli stessi proponenti, la responsabilità di colui o coloro che avrebbero dovuto tutelare, come di fatto non accaduto, la classe degli operatori sanitari. Così come non appare satisfattivo il proposito normativo in merito alla responsabilità civile che viene rimodellata su quella penale esistente, pur in assenza di quei precipui protocolli dalla cui sola applicazione scaturisce la clausola di non punibilità.

Ci si indigna, ci si rammarica e si piangono le numerose vite umane falciate dall’epidemia, ma la lentezza e l’inadeguatezza degli interventi non potrà che implementare quel mostro chiamato Pandemia.

Laboratorio Gaeta: incontri gratuiti con gli specialisti delle intolleranze alimentari (e non solo)

Laboratorio Gaeta: incontri gratuiti con gli specialisti delle intolleranze alimentari (e non solo)

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Il cambio di stagione, quello che ci traghetta dal freddo alla Primavera, è un periodo delicato per il nostro apparato metabolico. Il Laboratorio Gaeta ha, perciò, deciso di dedicare il mese di Aprile a giornate di incontro con medici specialisti per attività di screening per la diagnosi di:

  • Allergia alimentare e sindrome da allergia sistemica al nichel (SNAS).
  • Celiachia e sensibilità al glutine.
  • Disbiosi intestinale e sindrome da contaminazione batterica dell’intestino tenue (SIBO).
  • Intolleranza al lattosio.
  • Malattie del metabolismo dei lipidi (ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia), acido urico (gotta) e carboidrati (iperglicemia, diabete e sindrome metabolica).
  • Malattie infiammatorie dell’intestino (IBD) e sindrome dell’intestino irritabile.

Il laboratorio diretto dal Dr. Francesco Gaeta, Specialista in Allergologia e Immunologia Clinica, è presente sul territorio campano da oltre 40 anni ed è specializzato in attività di screening per la diagnosi di diversi disturbi legati ad allergie ed intolleranze alimentari, nonché di problematiche legate all’attività metabolica del nostro organismo.  Svolge la sua attività di Medicina di Laboratorio sia in regime di Accreditamento con il Sistema Sanitario Nazionale sia in regime privato. Per informazioni basta contattare la segreteria (tel. 0825-23706) oppure inviare una e-mail ([email protected]).

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