Davide Montuori, l’artista campano che dipinge con il vino

Davide Montuori, l’artista campano che dipinge con il vino

Davide Montuori quadro

Davide Montuori, classe 1988, artista napoletano già noto per i propri murales, ha riformulato il proprio percorso artistico conferendogli una direzione singolare e innovativa declinata con i toni scarlatti del vino.

La passionale bevanda è infatti protagonista delle sue opere, realizzate con una tecnica affinata da anni di studi e ricerche, e che gli consente adesso di rendere con grande maestria sulla tela anche dettagli di grande precisione, intingendo il pennello nel vino naturale.
La sua passione nasce già da bambino: vivacissimo, stava buono solo disegnando e colorando. Ha deciso così di iscriversi prima al Liceo artistico e a seguire all’Accademia delle Belle Arti di Napoli.
Molto legato all’espressività della figura umana, la sua crescita artistica è segnata dalla necessità di scavare nelle espressioni, facendo emergere le ansie, i turbamenti, le felicità, le paure, i dubbi dei protagonisti delle sue opere.

Davide Montuori Wine Artist

«Tutto è nato per caso, a cena – racconta Davide Montuori a InSalute.club – mentre mi riempivo il calice, una goccia di vino ha percorso tutto il profilo della bottiglia e tinge di rosso la tovaglia bianca. Da lì, l’ispirazione, “e se lo facessi su tela?” Da quel momento è partita una ricerca di circa 2 anni. Il vino aveva sempre una carica cromatica debole sulla tela e io, che ho sempre dipinto in acrilico, trovavo la cosa molto frustrante. All’inizio cercavo di aggiungere degli addensanti nel vino, dei prodotti che rendono più pastosi i colori, ma il risultato finale era molto poco soddisfacente. Poi la svolta. Pensai bene che un prodotto “naturale” come il vino avesse bisogno di tornare della natura. Così lasciai un calice di Aglianico al sole per 45 giorni. Il vino si trasformò in in una “pasta” molto simile alla colla vinilica, con una carica cromatica vivace e intensa, proprio come la pittura acrilica a cui sono abituato».


Nonostante il suo percorso accademico in scenografia, Montuori si definisce un ritrattista: «Grazie alla forza del vino – ci spiega- si possono raccontare le intensità di un essere umano e contemporaneamente, legarlo ad un territorio grazie appunto alle disparate qualità di vino sia della nostra Campania che di tutto lo stivale».
Il connubio tra arte e vino ha portato l’artista alla collaborazione con il MAVV Wine Art Museum di Portici.
«Il direttore Eugenio Gervasio – continua Montuori – è molto aperto alla contaminazione artistica del vino quanto alla ricerca scientifica. Avevamo un calendario fitto di appuntamenti, tra cui la presentazione della nuova collezione di opere al Vinitaly. Il Coronavirus ha dettato però un nuovo percorso».
Così è nata una versione on line della mostra “Fil Rouge”. Dieci video che raccontano le 10 opere della collezione, condivise attraverso la pagina facebook del MAVV. Un viaggio nel tempo, alla ricerca di umanità, ossia quella emotività squisitamente umana, che nonostante le differenze culturali, le distanze geografiche e temporali, prova gli stessi sentimenti e le stesse emozioni.

A Benevento il “Museo delle streghe” per immergersi nella tradizione delle Janare

A Benevento il “Museo delle streghe” per immergersi nella tradizione delle Janare

“Unguento unguento, mandame alla noce di Benevento supra acqua et supra vento et supre ad omne maltempo”

img museo streghe

È la formula magica, ormai passata alla storia, che le streghe, le cosiddette “janare” pronunciavano dopo essersi cosparse di un unguento che avrebbe permesso loro di diventare incorporee e di farsi trasportare dal vento fino al “demoniaco” albero di noce di Benevento. La storia del capoluogo sannita è infatti intrecciata con quella delle streghe, tra mistero e leggende. Una storia che il nuovo Museo delle Streghe, inaugurato quest’estate, si propone di raccontare raccogliendo una collezione di manufatti legati ad ogni aspetto dell’oscuro mondo delle streghe e dell’occulto. L’esposizione raccoglie testimonianze e reperti che ricostruiscono, con un percorso storico e filologico, il mondo fatto di magia e tradizioni popolari che fanno parte del patrimonio culturale della città di Benevento, luogo prediletto dalle streghe e dove queste ultime solevano incontrarsi per partecipare al Sabba.
All’interno del museo il visitatore ha la possibilità di compiere un viaggio spazio temporale dove potrà osservare oggetti rituali di tipo religioso, magico e stregonesco che lo introducono nel mondo delle credenze popolari e delle più terribili maledizioni.
Una parte della mostra è dedicata all’Inquisizione con una collezione di strumenti di tortura utilizzati per secoli contro coloro che venivano accusati di stregoneria e malefici, come le forbici affilate con le quali si tagliava alle streghe parte della lingua quando venivano colte in flagranza di maleficio verbale.
Una visita al museo, che siate turisti o cittadini curiosi di conoscere meglio la storia della vostra città, è il modo migliore per iniziare un indimenticabile viaggio che conduce alla scoperta delle Janare e della loro leggenda.

img museo streghe 2

Il Museo delle Streghe si trova in via San Gaetano, 22 (vicino Arco del Sacramento Benevento).
Orari apertura: dal martedì al sabato, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 19.00.

Punta Campanella: la leggenda della campana che suona dal fondo del mare

Punta Campanella: la leggenda della campana che suona dal fondo del mare

Punta Campanella, prolungamento estremo della penisola sorrentina, è un luogo suggestivo che si erge tra terra e mare e incanta i visitatori per la sua bellezza e la magnifica vista di cui si può godere.

Una storia affascinante che racconta di come, il giorno della festa del Santo patrono, il suono della campana che si leva dal fondo del mare possa ancora essere ascoltato.

È infatti un punto d’osservazione privilegiata per chi vuole ammirare paesaggi unici come la Baia di Jeranto, la Costiera Amalfitana, il Vesuvio e l’intero Golfo di Napoli.
Durante il periodo greco questo luogo magico era conosciuto con il nome di promontorio Ateneo ed era sede di un tempio edificato in onore della dea Atena, la cui fondazione mitica viene attribuita ad Ulisse. Oggi sul promontorio si trova la Torre di Minerva, costruita da Roberto d’Angiò nel 1335 e rifatta nel 1566. L’origine del nome è probabilmente dovuta alla campana ospitata dalla torre, che veniva suonata dai soldati per dare l’allarme quando venivano avvistate le navi saracene.
La leggenda però narra una storia più affascinante. Si racconta infatti che durante un’incursione i Saraceni abbiano saccheggiato la Chiesa di Sant’Antonino Abbate, patrono di Sorrento.
Tra le cose trafugate dai corsari vi era anche la campana del campanile della chiesa. Secondo la storia, durante la fuga la nave dei corsari venne bloccata da una strana forza “sovrannaturale” che non gli permetteva di procedere. I Saraceni cercano di alleggerire la barca, ma niente sembrava sbloccare la situazione, fino a che non venne abbandonata in mare la campana. Solo a quel punto si levò un forte vento che sospinse la barca a raggiungere le altre. Da allora, leggenda vuole, che il 14 febbraio, data della festa del patrono, è possibile ascoltare il suono della campana che si leva dal fondo del mare.

Da dove deriva il termine “partenopeo”?

Da dove deriva il termine “partenopeo”?

panorama napoli tramonto

Sono diverse le leggende legate all’antico nome della città di Napoli, “Parthenope”. Tra le più diffuse quella che racconta di una ragazza greca, Parthenope appunto, costretta a fuggire per evitare il matrimonio combinato dal padre e seguire il suo vero amore, l’eroe ateniese Cimone. Si narra che i due innamorati scapparono dalla Grecia ed approdarono proprio nel golfo di Napoli, dove poterono vivere liberamente e felici, dando vita a una nuova città.

Ulisse e le Sirene, Herbert James Draper, 1909

Ulisse e le Sirene, Herbert James Draper, 1909

Un altro mito che ha avuto grande diffusione si ricollega invece all’eroe Ulisse che, durante il suo viaggio di ritorno ad Itaca, riuscì a non cedere al canto ammaliatrice delle Sirene che abitavano gli scogli di Sirenusse, nell’attuale Positano, facendosi legare all’albero maestro della sua nave. La storia vuole che tra le sirene che non riuscirono a far cadere Ulisse nell’incantesimo del loro canto ci fosse anche Parthenope, che per la disperazione dovuta all’insuccesso, andò a morire sull’isolotto di Megaride, dove sorge oggi Castel dell’Ovo.

vesuvio parhtenope

Una terza leggenda narra dell’amore della sirena Parthenope per il centauro Vesuvio. Un’unione che avrebbe scatenato la gelosia di Zeus, che li punì trasformando lui in un vulcano e lei nella città di Napoli.

A scuola di musicoterapia in Irpinia

A scuola di musicoterapia in Irpinia

La Scuola Triennale di Musicoterapia “C. Gesualdo” è una realtà formativa che nasce nel 2005 per volontà del Comune di Gesualdo, in provincia di Avellino, ed è sostenuta da diversi enti pubblici, sanitari, accademici e scientifici.

Logo scuola musicoterapia GesualdoÈ strutturata su moduli didattici moderni e nel corso di questi anni cerca di uniformarsi a standard formativi internazionali. Obiettivo principale del corso è quello di fornire un’adeguata formazione in Musicoterapia, con approfondite conoscenze teoriche e capacità di applicazione pratica, attraverso un’articolata organizzazione triennale (a cui si aggiunge un anno di supervisione), con un monte/ore annuale di 300. Lo schema didattico della Scuola si ispira ad un criterio di conoscenza trasversale, attenta a coniugare i diversi riferimenti del sapere clinico con una applicatività focalizzata sul bisogno del paziente/cliente.
Il corso in questione si riferisce alla figura del potenzionale musicoterapista. Essa è da intendersi equiparabile, per livello professionale e per analogie di intervento nel settore riabilitativo, a figure già riconosciute quali quella del logopedista e del neuropsicomotricista dell’età evolutiva. Inoltre essa è da distinguersi da altre figure quali quella dell’animatore musicale, del pedagogista musicale, del musicista.

Il musicoterapista è un operatore formato in un corso almeno triennale (in linea di principio con la filosofia dei crediti formativi che attribuisce ad un corso di Laurea triennale almeno 180 crediti), con un approccio multidisciplinare che faccia riferimento alle sue competenze musicali di base come prerequisito d’accesso, a elementi informativi di materie dell’area medica e psicologica, ad un lavoro di finalizzazione della conoscenza musicale in un’ottica musicoterapeutica, alla conoscenza della teoria e della metodologia e alla pratica delle tecniche di musicoterapia per i vari campi di applicazione del settore riabilitativo neurologico/psichiatrico dell’adulto e del bambino e psicopedagogico.
Egli opera in relazione alla definizione concordata dalla Comunità Internazionale in occasione del VIII Congresso Mondiale (Amburgo, 1996): “…La musicoterapia è l’uso della musica e/o dei suoi elementi (suono, ritmo, melodia ed armonia) per opera di un musicoterapista qualificato in rapporto individuale o di gruppo, all’interno di un processo definito per facilitare e promuovere la comunicazione, le relazioni, l’apprendimento, la mobilizzazione, l’espressione, l’organizzazione ed altri obiettivi terapeutici degni di rilievo nella prospettiva di assolvere ai bisogni fisici, emotivi, mentali, sociali e cognitivi. La musicoterapia si pone come scopi quelli di sviluppare potenziali e/o riabilitare funzioni dell’individuo in modo che egli possa ottenere una migliore integrazione sul piano intrapersonale e/o interpersonale, e conseguentemente una migliore qualità della vita attraverso la prevenzione, la riabilitazione o terapia…”

musicoterapia gesualdo

La professionalità del musicoterapista implica la capacità di stabilire relazioni empatiche attraverso il linguaggio sonoro-musicale; fare un’osservazione parametrizzata e leggibile di queste; operare una valutazione “in itinere” del percorso determinato dall’uso della musica in contesti psicopedagogici o riabilitativi.
La filosofia didattica della scuola è centrata sullo sviluppo delle capacità dell’operatore a contattare le proprie risorse interne e a “spenderle” nella relazione di setting, incrementando la sua sensibilità ed attenzione alla lettura/decodifica dei bisogni di cui il paziente è il portatore.
I modelli ispirativi della scuola affondano le proprie radici sia nelle teorie analitiche che in quella sistemico-relazionale e si traducono sul piano didattico-esecutivo nella formulazione di parametri di lettura dell’agito sonoro/musicale nel setting, protocolli operativi di intervento e monitorizzazione del percorso clinico (metodologia e applicazione delle tecniche), modelli di supervisione.
L’insegnamento si avvale di ampi spazi di sperimentazione personale e di gruppo, all’interno di laboratori sonori specialistici: creativo/espressivi e improvvisativi, sia vocali che strumentali, nonché folklorici nelle valenze etno-antropologiche. Tali percorsi esperienziali sono finalizzati al riconoscimento della propria identità e al miglioramento delle abilità comunicazionali attraverso il linguaggio sonoro-musicale e i suoi rimandi semiologici.

Prossimi eventi formativi

“Il potere terapeutico della danza”
Percorsi terapeutici, strategie pedagogiche attraverso laboratori esperienziali – Geometrie Interiori
06 – 07 Aprile 2019

Il seminario esperienziale propone ai partecipanti un percorso di consapevolezza corporea orientato alla conoscenza del potenziale comunicativo del corpo, del gesto, del suono.
L’esperienza sarà prevalentemente attiva, attraverso il coinvolgimento dei partecipanti si intende offrire un approccio diretto ed immediato al movimento.
«La materia, la vita, il pensiero non sono che relazioni energetiche, ritmo, movimento e attrazione reciproca. Il principio che dà origine ai mondi, alle varie forme dell’essere, può dunque essere concepito come un principio armonico e ritmico, simboleggiato dal ritmo dei tamburi, dai movimenti della danza. In quanto principio creatore, Śiva non profferisce il mondo, lo danza».
Il seminario è riconosciuto ai fini del compimento dei percorsi di formazione nazionale dell’OSI Orff-Schulwerk Italiano (www.orffitaliano.it) organizzati dalla Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia con Giovanni Piazza (www.donnaolimpia.it)

Marcella Sanna, la docente
Diplomata in organo e composizione organistica e in didattica della musica ed esperta in metodologie pedagogico-musicali (Orff, Dalcroze, Willems).
Si è specializzata con Susanne Martinet nelle tecniche di Espressione Corporea presso il Dipartimento di Didattica della Musica del Conservatorio “C. Pollini” di Padova e in diversi stages intensivi in Francia, nella danza popolare per la scuola dell’infanzia e primaria.
Docente per la sezione, Musica e Movimento, all’interno dei corsi nazionali dell’Orff-Schulwerk Italiano, ha collaborato con diversi Conservatori di musica in Italia, con la SIEM, il CRSDM di Fiesole e altre associazioni nel territorio italiano per l’aggiornamento e la formazione di
insegnanti e operatori musicali.

Orari
Sono previste 10 ore di formazione così suddivise:
Sabato: 10.00 – 13.00 / 15.00 – 18.00
Domenica: 09.00 –13.00

Costo e Iscrizione
La partecipazione al corso ha un costo di Euro 100.00 da versare in sede all’atto dell’iscrizione. Ai partecipanti è richiesta l’iscrizione all’OSI per l’anno associativo in cui si svolge il seminario (euro 15,00 da aggiungere al costo del seminario), che dà diritto a iscriversi a seminari, corsi ed altri eventi OSI e a usufruire gratuitamente dell’intero repertorio di materiali didattici pubblicato on-line. Chi fosse già iscritto all’OSI per l’anno associativo di riferimento. (01.09.2018 – 31.08.2019) è tenuto a fornire il codice associativo o a esibire la mail di accettazione dell’iscrizione.

Per info e iscrizioni

Scuola Triennale di Musicoterapia “Carlo Gesualdo”
Via Antonio D’Errico 1 83040 Gesualdo (Avellino)
e-mail: [email protected]
Cell. 3477419809

Monteverde premiato con l’Access City Award 2019

Monteverde premiato con l’Access City Award 2019

monteverde panorama

Il borgo irpino ha conquistato il riconoscimento europeo grazie ai progetti che hanno reso il centro storico accessibile a diverse forme di disabilità

Cinque chilometri di percorsi turistici in fase di ultimazione, accessibili a diverse forme di disabilità. Un percorso che il piccolo comune di Monteverde, in provincia di Avellino, ha cominciato nel 2006, scommettendo in una città che fosse accessibile e accogliente verso tutti. Una scommessa che può dirsi vinta e che ha portato la realtà irpina ad aggiudicarsi una menzione speciale all’Access City Award 2019, il riconoscimento europeo che premia le realtà cittadine che sono riuscite a migliorare l’accessibilità per disabili e persone con difficoltà a servizi pubblici, trasporti, strutture e comunicazioni.

Solitamente il premio è riservato alle città con più di 50 mila abitanti, ma quest’anno, in occasione delle celebrazioni per il 2018 Anno europeo del patrimonio culturale, la partecipazione è stata estesa alle città più piccole con un premio speciale sull’accesso ai siti culturali. Proprio in questa categoria Monteverde ha conquistato il riconoscimento, partecipando alla cerimonia di premiazione a Bruxelles.

Il borgo medievale dell’Alta Irpinia, che conta meno di mille abitanti e si trova arroccato a 740 metri sul livello del mare, si è fatto “smart”, creando un percorso tattilo-plantare con 8000 punti di informazione che funzionano attraverso un sistema con fibra ottica e di lettura wireless, per garantire ai fruitori non vedenti e non udenti di poter scoprire in autonomia la città. Le stradine del centro storico e il castello sono inoltre raggiungibili anche da chi presenta difficoltà motorie.

Unico nel suo genere anche il museo “Migra”, il museo del grano e della donna nella civiltà contadina, ospitato all’interno dell’antico castello allestito con postazioni vr, multimediali e con proiezioni immersive. Qui l’esposizione è interattiva e gli oggetti e i personaggi prendono vita, raccontando la storia del territorio e della sua cultura cerealicola.
Insomma un’idea di turismo “senza barriere” che fa del comune campano un motivo d’orgoglio in Italia e ora anche in Europa.

“Il merito di Napoli”: il progetto che premia le tesi di laurea sul capoluogo campano

“Il merito di Napoli”: il progetto che premia le tesi di laurea sul capoluogo campano

tesi di laurea

“Il merito di Napoli” è un progetto editoriale che vuole incoraggiare e dare la possibilità di pubblicazione ai giovani studiosi fino ai 35 anni che hanno dedicato a Napoli la propria tesi di laurea magistrale.

L’obiettivo è quello di coniugare le più originali valide e rilevanti occasioni di ricerca di ambito napoletano con la divulgazione appassionata e coinvolgente, nella volontà di mettere a disposizione del lettore ritagli di conoscenza inesplorati su una città di cui si pensa possa essere stato detto e scritto tutto, o quasi.
L’iniziativa, a cura di Gianpasquale Greco per Rogiosi editore, prevede infatti la realizzazione di una collana di 12 volumetti in due anni, sostenuti da un ricco apparato fotografico e resi comodi dal formato tascabile.
I contributi saranno scelti dalle tesi di laurea magistrale di ambito storico, storico artistico, architettonico, letterario, musicale, giornalistico, dello spettacolo e, più diffusamente, di tutta quella produzione umanistica che abbia per protagonista Napoli e il suo territorio.
I testi per candidarsi dovranno distinguersi per la qualità autoriale e delle immagini, la sintesi e la tematica non tecnicistica ed eccessivamente concentrata, bensì di più largo respiro. Le tesi inedite, già scientificamente accreditate ab origine dall’Università di provenienza, saranno tradotte in testi divulgativi nella convinzione che la buona divulgazione sia tra i più utili strumenti di conoscenza. I testi pervenuti saranno scelti di volta in volta e pubblicati secondo la calendarizzazione stabilita dall’editore.
Il fine del progetto è offrire una finestra editoriale ad un patrimonio di conoscenza troppo spesso giacente e inespresso per il pubblico più variegato, nel comune denominatore della scoperta e della tutela di Napoli e dei suoi valori culturali, civili ed etici.
Il nome e il simbolo della collana sono ispirati dall’“Allegoria del merito” di Andrea Violani sullo scalone d’onore della Reggia di Caserta, che raffigura l’idea del merito in un giovane che si incammina su un irto sentiero, con spada, libro e allori, a significare che il merito non sente gli anni e che si consegue solo superando gli ostacoli e che tanto maggiore è l’opera, tanto adeguato deve esserne il compenso.

Specifiche tecniche:

Lunghezza testi: max 80000 battute (spazi inclusi)
Carattere: Times, dimensione 12; interlinea rigo 1,5
Immagini: HD o da 300 dpi.
Inviare i testi, allegando il frontespizio originario della tesi, all’indirizzo email [email protected] specificando nell’oggetto: “Progetto il merito di Napoli”

 

Progetto editoriale Il merito di Napoli

Pubblicato da Il merito di Napoli su Mercoledì 7 giugno 2017

Il nuovo Bando dell’unico Premio Letterario dedicato alla bici

Il nuovo Bando dell’unico Premio Letterario dedicato alla bici

bicicletta dettaglio

Quinta edizione per IL BICICLETTERARIO

Arriva il nuovo Bando de Il Bicicletterario – Parole in Bicicletta, la creatura del Co.S.Mo.S. – Comitato Spontaneo Mobilità Sostenibile che, dal suo esordio nell’ottobre 2014, ha registrato una continua crescita, raggiungendo da Minturno (LT), suo luogo di origine, ogni angolo d’Italia e superando i confini del Bel Paese più volte.
Il Bicicletterario si propone di raccogliere le storie che ogni giorno nascono in bicicletta e, così come le ruote le imprimono sulla strada, questo Premio sui generis invita tutti a trascriverle, sotto forma di prosa o versi e ad inviarle a [email protected] per prendere parte ad una sorta di Giro d’Italia Cicloletterario: le opere devono essere originali e inedite e devono giungere alla Segreteria entro il 15 febbraio 2019.

L’adesione è gratuita, non esistono oneri di sorta per chiunque abbia voglia di condividere le proprie personali parole in bicicletta.
L’iniziativa è rivolta a bambini, ragazzi e adulti, ovunque risiedano sul territorio nazionale ma anche oltre. Ad ispirare gli elaborati potranno essere ricordi, sogni, fantasie, un viaggio o una scoperta, una gara o un’escursione, una passeggiata o gli usuali percorsi quotidiani.

 

LOCANDINA BICICLETTERARIO V EDIZIONE

 

Legge di stabilità 2019: i principali provvedimenti in Campania

Legge di stabilità 2019: i principali provvedimenti in Campania

Legge di stabilita 2019

500mila euro per il recupero e uso dei beni confiscati

È stato disposto per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, uno stanziamento pari ad euro 500.000, con l’obiettivo di sostenere l’attuazione delle attività in materia di valorizzazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata di cui alla legge regionale 16 aprile 2012, n. 7.

Promozione per lo spettacolo

Per il triennio 2019-2021 è stato istituito un ulteriore fondo denominato “Programma triennale di promozione dello spettacolo (Art.6 1.r. 6/2007)” di euro 1.500.000,00 per l’esercizio finanziario 2019 e di euro 1.166.000,00 per ciascuno degli esercizi 2020 e 2021, per sostenere gli interventi per la promozione e il sostegno dello spettacolo.

Consorzio di bonifica Sannio – Alifano e Aurunco

Un contributo complessivo di euro 3.000.000 al Consorzio di bonifica Sannio Alifano, previa presentazione di un piano di valorizzazione territoriale da realizzare nell’ambito del comprensorio di bonifica dell’ex Consorzio di Bonifica Valle Telesina, per la salvaguardia della funzionalità e delle finanze del Consorzio di bonifica Sannio – Alifano. Per le stesse finalità, la Regione riconosce anche al Consorzio di bonifica Aurunco, un contributo complessivo di euro 3.000.000 a valere sul bilancio di previsione 2019-2021.

9 milioni in tre anni per gli asili nido

Lo stanziamento di euro 3.000.000 disposto dal comma 1 dell’articolo 10 della legge regionale 20 gennaio 2017, n. 3 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2017-2019 della Regione Campania – Legge di stabilità regionale 2017) per le spese di gestione, funzionamento e manutenzione degli asili nido delle amministrazioni comunali della Regione Campania, previsto anche per ciascuno degli esercizi 2020 e 2021.

Sostegno per gli asili nido aziendali

Istituzione di un fondo denominato “Fondo asili nido aziendali”, volto a sostenere la realizzazione di ludoteche o asili nido a favore dei figli dei lavoratori, con una dotazione pari a euro 150.000 a sostegno degli interventi per la conciliazione dei tempi famiglia e lavoro.

300mila euro di giochi per le aree verdi

Supporto ai Comuni per l’acquisto e l’installazione nella aree verdi pubbliche di giochi destinati ai bambini con disabilità di cui al comma 9 dell’articolo 13 della legge regionale 5 aprile 2016, n. 6 (Prime misure per la razionalizzazione della spesa e il rilancio dell’economia campana – Legge collegata alla legge regionale di stabilità per l’anno 2016) con l’erogazione di euro 100.000 per ciascuno degli esercizi 2019, 2020 e 2021.

Aiuto all’assistenza per gli ammalati cronici

Alle attività delle associazioni di assistenza agli ammalati cronici, ovvero oncologici, riconosciute dalle Aziende Sanitarie Locali, che svolgono il servizio sociale per il trasporto da e per gli ospedali nelle aree interne, sono previsti euro 200.000,00 per gli esercizi finanziari 2019, 2020 e 2021.

I Comuni potranno nuovamente acquisire immobili abusivi

Riapertura dei termini previsti dal comma 1 dell’articolo 9 della legge regionale 18 novembre 2004, n. 10 (Norme sulla sanatoria degli abusi edilizi di cui al decreto legge 30 settembre 2003, n. 269, articolo 32 così come modificato dalla legge di conversione 24 novembre 2003, n. 326 e successive modifiche ed integrazioni), che prevede che le amministrazioni comunali possano acquisire al patrimonio comunale gli immobili abusivi, al 31 dicembre 2019.

Tesoro antico di Teggiano

Tesoro antico di Teggiano

museo erbe

Il Museo delle Erbe con Viridarium, inaugurato nel giugno del ‘99, si sviluppa in diverse sezioni: etnobotanica, con la ricostruzione storica di un’antica spezieria medievale e settori dedicati alla medicina popolare, alle erbe nell’uso domestico; medicine naturali, preparazioni farmaceutiche ed erboristeria con tutti gli elementi necessari per fitoterapia, omeopatia e floriterapia. L’Erbario naturale e monitoraggio sulle emergenze floristiche rappresenta il punto di riferimento di numerose categorie sociali dai professionisti agli studenti, ai contadini, agli artigiani, alle massaie, ai ricercatori, ai curiosi della Provincia di Salerno e della Regione Campania.

Teggiano (Salerno)
Piazza SS. Pietà

Tel. 0975 79600 – [email protected]

Le Ore del Sole: una mostra per raccontare la misura e la percezione del tempo

Le Ore del Sole: una mostra per raccontare la misura e la percezione del tempo

Museo Archeologico Nazionale di Napoli
21 settembre/31 gennaio 2019

“Le ore del sole. Geometria e astronomia negli antichi orologi solari romani”, un racconto appassionato ed entusiasmante, costruito in sinergia con il Diarc – Dipartimento di Architettura dell’Ateneo Fridericiano e realizzato a cura della prof.ssa Alessandra Pagliano.
La mostra si configurerà, di fatto, come un vero e proprio inno alla multidisciplinarietà, concepita come lente d’ingrandimento privilegiata da cui osservare il passato: geometria, astronomia, nuove tecnologie, storia dell’architettura e restauro saranno i campi del sapere intrecciati per ridare vita ad una scienza, la gnomonica, che, tramite lo studio della traiettoria del sole, era usata dagli antichi sia come calendario, sia per scandire il passare delle ore diurne.
Con il sussidio della fotogrammetria digitale e delle moderne tecnologie, utilizzando stampe in 3D degli antichi orologi con lo gnomone riposizionato, i visitatori potranno intraprendere, così, un vero e proprio viaggio nel tempo, in cui verrà riscoperta la maestria delle civiltà antiche, che rappresentano ancora un modello di rigore scientifico per la società postmoderna.
Il progetto espositivo de “Le ore del sole”, inoltre, è stato realizzato anche grazie alla sensibilità di due Mecenati, la Maison Brinkmann e Gnosis Progetti, che hanno inteso sostenere l’iter di valorizzazione degli orologi storici del Museo. Accanto al tradizionale percorso espositivo, infine, il Museo proporrà un’intensa attività di laboratori e visite ad hoc, per favorire la divulgazione, anche ai più piccoli, dei contenuti dell’esposizione.

Locandina le ore del sole

Speciale Laboratori

Visita laboratorio per famiglie
ore 11.30 (durata 1 h e 30 min.)
• sabato 27 ottobre
• sabato 24 novembre
• domenica 16 dicembre
Con l’aiuto di plastici che riproducono antichi orologi solari orizzontali, verticali e conici.
I visitatori saranno accompagnati da racconti illustrati ed impareranno a leggere le ore del sole in compagnia di Augusto, Papa Gregorio e tanti altri personaggi, con la prof.ssa Alessandra Pagliano e gli studenti del DIARC, in collaborazione con il Servizio Educativo del MANN.

La partecipazione è gratuita.
Prenotazione obbligatoria.
Tel. 081 4422328 dal lun al ven, ore: 09/15

Sarà prevista una visita/evento venerdì 21 dicembre (ore 11.30), per osservare direttamente ed in realtà virtuale, con l’utilizzo di visori, il mezzogiorno astronomico lungo la linea della Meridiana del Gran Salone.

La partecipazione è gratuita.
Prenotazione obbligatoria.
Tel. 081 4422328 dal lun al ven, ore: 09/15.

Ravello Festival 2018

Ravello Festival 2018

ravellofestival-art

Ventisei appuntamenti in cartellone dal 30 giugno al 25 agosto per un programma artistico che offre al pubblico di Ravello il meglio della scena mondiale: grandi orchestre internazionali e acclamati direttori, nomi storici e autori di ricerca del jazz, compagnie ammiraglie di balletto, coreografi contemporanei e icone intramontabili della danza, contaminazione tra generi diversi, pagine inedite e produzioni speciali che nell’estetica della rappresentazione traggono ispirazione dai grandi temi di sempre, e dalle “questioni” lasciate aperte dal Novecento.
Il Ravello Festival giunge quest’anno alla 66esima edizione e mostra personalità e rigore nel nome della tradizione musicale classica (apertura con il capolavoro di Wagner, Tristano e Isotta), sperimenta sul terreno del sincretismo creativo e omaggia autentiche leggende della danza e del jazz che raccontano valori prima ancora che esibire talenti: il Novecento fa da sfondo, ad esempio, nel tributo alla resistenza per la libertà (Paolo Fresu con il coro corso “A Filetta”) o nella celebrazione del ’68 che ispira il cartellone della danza a 50 anni da quell’epifania ribelle che cambiò il mondo.

Firmano il programma Alessio Vlad (musica), Maria Pia De Vito (jazz), Laura Valente (danza, tendenze, formazione, mostre e nuovi linguaggi) al terzo anno della loro direzione artistica. Un’offerta culturale resa possibile grazie allo sforzo delle politiche pubbliche della Regione Campania che radica nel sostegno alle eccellenze dell’industria creativa un segmento fondamentale della sua strategia di sviluppo.
Posto d’onore al nume tutelare del festival, Richard Wagner, cui sono dedicati il concerto d’inaugurazione (30 giugno) affidato a uno dei più grandi maestri del nostro tempo, Esa Pekka Salonen che dirigerà la Philharmonia Orchestra di Londra e quello di chiusura con la Deutsche Oper di Berlino e Donald Runnicles che da anni ne è il direttore principale. Un ritorno, quello del maestro di Helsinki, che vuole avere il senso di una acquisizione di un legame, con un programma pensato apposta per Ravello. L’anno scorso Salonen incantò il pubblico con una esibizione in cui il virtuosismo e l’energia seppero nutrirsi della forza d’impatto di un paesaggio che egli stesso annotò nel suo taccuino di viaggio digitale, cui si affianca la presenza, per la prima volta a Ravello, di Runnicles che, a capo di uno dei più importanti Teatri tedeschi, a Wagner ha dedicato gran parte di una prestigiosa carriera. Il cartellone musicale è costellato di concerti di assoluto pregio sia per la qualità degli interpreti che per i programmi scelti. Non mancherà il tradizionale Concerto all’Alba (11 agosto) quest’anno consegnato nelle mani del giovane e talentuoso direttore americano Ryan McAdams. Da segnalare il ritorno dei Concerti di Mezzanotte i cui protagonisti saranno il pianoforte e prestigiosi pianisti.

La proposta artistica della sezione jazz (Roots and wings) offre un programma dedicato alle voci, quest’anno in prevalenza maschili, con progetti ad hoc per Ravello, in cui la musica sembra essere tecnica narrativa che trae ispirazione dalle grandi poetiche del Novecento affrontandone le grandi questioni irrisolte. Il primo appuntamento sarà con Ivan Lins (10 luglio), vera e propria icona della musica popular brasileira, e il raffinato progetto basato sulla rilettura di brani del suo repertorio, ripensato in chiave jazzistica, insieme al gruppo italiano InventaRio, con cui ha da tempo una assidua collaborazione.
La chiusura jazz sarà affidata a Bill Frisell accompagnato sul palco dalla cantante Petra Haden con il progetto “When you wish upon a star” dedicato al mondo del cinema e a quelle atmosfere musicali dei classici del grande schermo ormai patrimonio indelebile della letteratura musicale (1 agosto).

1968-2018: sono passati cinquanta anni. A quello ‘spirito’, fatto di simboli e icone, eredi (legittimi e non) e leggende, militanze e battaglie per i diritti civili e di genere è dedicata questa edizione della danza del Ravello Festival. Primo appuntamento con Bill T. Jones, simbolo di impegno civile incentrato sulla lotta contro i pregiudizi razziali, sessuali e religiosi, incoronato dal Times come “uno dei tesori insostituibili d’America”. Il grande coreografo americano, in scena con il suo gioiello – la Bill T. Jones / Arnie Zane Company – compagnia americana multiculturale che ha contribuito all’evoluzione della danza contemporanea nel mondo – firma una creazione – /Time : Study II 2018 for Ravello – dedicata al tema del festival e pensata per il palco di Villa Rufolo.
Anche quest’anno previsto il progetto di formazione e internazionalizzazione del talento dei giovani danzatori della Regione Campania, Abballamm’!, ideato da Laura Valente con la collaborazione di Gennaro Cimmino, che vede il coinvolgimento dei centri di eccellenza riconosciuti dal MiBACT e dalla Regione Campania e, dal 2017, con la collaborazione dell’Università di Salerno.

Per il programma completo: www.ravellofestival.com
Boxoffice: tel. 089 858422 – [email protected]

Info Irpinia si presenta

Info Irpinia si presenta

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Info Irpinia non è un semplice tour operator. I nostri partecipati tour sono tour di consapevolezza, momenti di una autentica rivoluzione culturale per la riappropriazione del territorio irpino a favore di chi lo vive e lo abita, che prevedono certo anche lo svago e lo stare insieme, ma sempre in un contesto di conoscenza, approfondimento ed impegno.
Info Irpinia non è un partito. Non appartiene né è succube di qualunque politico o schieramento partitico. Noi siamo amici del territorio punto e basta, e di conseguenza andiamo d’accordo con tutti quelli che amano il territorio come noi, senza riserve o secondi fini, e contrastiamo chi gli fa del male.

Info Irpinia non è contro il progresso. Noi le nuove tecnologie le usiamo e valorizziamo al massimo, quelle delle comunicazione in particolare. Soltanto, non ci piace che vengano gabellati per modernità e progresso gli ennesimi ricicli della volontà di sfruttamento criminale della nostra terra, neppure sotto le malcelate spoglie di energie alternative o improbabili piani di sviluppo industriale.
Info Irpinia non è un gruppo di amici. Sicuramente lo era quando siamo partiti cinque anni fa, al tavolo di un bar di Montemarano: ma ora siamo la più attiva e rilevante realtà associativa della provincia, con oltre 300 soci, di svariate e variegate età, estrazioni, esperienze, competenze. Quello che ci unisce è l’obiettivo, anche se l’amicizia resta un gradevole corollario extraprofessionale.

Info Irpinia non è improvvisazione. E ci mancherebbe altro: le nostre dimensioni operative ci hanno da tempo imposto progettazione, suddivisione di ruoli, tempistiche, programmi. Se ci piace muoverci tutti insieme alle volte, è solo per esigenza di coesione di gruppo, perché l’azione è invece sempre ragionata e pianificata.
Info Irpinia non è una delle tante. E ve ne accorgerete presto, se non ve ne siete già accorti, perché questa terra sta finalmente cambiando, e se sta cambiando lo si deve anche alla nostra contagiosa visione. Provare per credere, la strada che stiamo percorrendo è quella del riscatto attraverso orgoglio, appartenenza ed indipendenza, venite con noi!

Info Irpinia è:

– amore incondizionato per il territorio e sua riappropriazione a favore di chi lo vive e lo abita;
– coesione sociale;
– presidio di difesa ambientale;
– collaborazione con le amministrazioni locali virtuose; pungolo per le altre;
– motore comunicativo di sviluppo sociale ed economico;
– rivoluzione culturale partecipata per il recupero dell’identità irpina.

Ma adesso, in questo periodo dell’anno, Info Irpinia è soprattutto… ESTATE IN IRPINIA! L’unico grande tour di turismo militante alla scoperta delle nostre radici!
Ecco a voi il programma della IV edizione, partita con la straordinaria riapertura della storica ferrovia Avellino-Rocchetta lo scorso 26 maggio, e pronto a dare tante emozioni a chiunque vi parteciperà:

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Ai tiempi ro barone: tra spettacoli ed enogastronomia rivive la grande storia

Ai tiempi ro barone: tra spettacoli ed enogastronomia rivive la grande storia

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Ai tiempi ro barone”: dal 29 giugno all’1 luglio Prata Principato Ultra (Avellino) ripercorre le orme del suo passato in un evento che nasce dalla storia del paese e che arriva fino alla modernità. Tre giorni incentrati sul Palazzo Baronale che fu della famiglia Zamagna, originaria della croata Dubrovnik, figura di spicco dell’aristocrazia pratese a cui simbolicamente l’evento si lega.

L’evento è promosso dall’associazione Panta Rei con la direzione artistica di Roberto D’Agnese. Cuore di “Ai tiempi ro barone” è il centro storico, insieme alla tradizione e alle eccellenze enogastronomiche del territorio, con la figura centrale del Barone Savino Zamagna, la cui figura riecheggia all’interno del Palazzo Baronale insieme alla storia della sua tragica fine. È proprio in questo Palazzo, infatti, che il barone trovò la morte, in una notte in cui – come sua abitudine – volle esercitare lo Ius primae noctis, famigerato diritto del Signore feudatario di giacere la prima notte con la sposa di un proprio sottomesso. Zamagna venne ucciso da Gianlorenzo la Monica per difendere la giovane nuora dall’arcaica abitudine feudale, travestendosi da sposa ed aspettando il barone nel talamo nuziale e pugnalandolo a tradimento.

“L’idea è nata per rivalutare il centro storico e, in particolare, il Palazzo Baronale – afferma Luigi Tenneriello, presidente dell’Associazione Panta Rei – con un evento in grado di guardare sia alla cultura che all’enogastronomia. Stiamo definendo il programma con il direttore artistico Roberto D’Agnese, che è per noi garanzia di successo, con l’auspicio che diventi un appuntamento annuale fisso, cercando di coinvolgere i cittadini e i turisti con una proposta diversa dal solito, che parta già dall’ora di pranzo e che veda il Palazzo aperto per visite ed iniziative. Particolare cura sarà data all’allestimento, perché si possa rivivere l’atmosfera che si respirava all’epoca del barone”.

“Stiamo lavorando ad un programma artistico di impatto – spiega il direttore artistico Roberto D’Agnese -. Il format dell’evento vedrà una duplice linea guida, incentrata sulla cultura e lo spettacolo ma anche su quello che è un pezzo importante del patrimonio culturale di Prata, ovvero il Palazzo Baronale, che apre le sue porte alla cittadina rivivendo gli antichi fasti attraverso tre serate di festa, in cui raccontare la storia del paese ed immergere il visitatore in un’ambientazione in grado di rievocare la presenza del Barone Zamagna. La mia idea è quella di un evento che non abbia i canoni di una festa classica, ma che sia ricco di sorprese per il visitatore e per la cittadinanza stessa. Una singolarità che appartiene alla storia del barone Zamagna e che merita di incarnare lo spirito dell’evento a lui dedicato”.

L’avvenire della cura: torna la Settimana Internazionale della Ricerca a Napoli

L’avvenire della cura: torna la Settimana Internazionale della Ricerca a Napoli

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“L’avvenire della cura” è il titolo della XII edizione della Settimana Internazionale della Ricerca, in programma da giovedì 24 a giovedì 31 maggio a Napoli nell’Aula Magna “Gaetano Salvatore” della Scuola Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
L’evento ha l’obiettivo di aprire spazi di dialogo tra discipline diverse sui temi più innovativi della ricerca scientifica e culturale e di promuovere la realtà scientifica e culturale del Mezzogiorno in circuiti scientifici nazionali ed internazionali, attraverso esperienze rivolte innanzitutto alle generazioni future.

Anche quest’anno, centinaia di ricercatori e studiosi italiani e stranieri si confronteranno, con linguaggi accessibili al più largo pubblico, in incontri, dibattiti, tavole rotonde. Promuovere e diffondere la cultura e la consapevolezza relativa alle nuove frontiere della cura, stimolando alla scoperta e alla conoscenza delle tecnologie in materia, in particolare per ciò che riguarda la diagnostica e le possibili aree di intervento, rappresenta il focus principale dell’edizione 2018.

Tra le iniziative in programma, è prevista la presentazione, da parte di studenti, laureati e specializzandi delle scuole di psicoterapia, di poster inerenti al tema dell’evento. Un comitato scientifico ha selezionato 50 poster, che saranno esposti durante l’evento, tra quelli pervenuti alla segreteria organizzativa entro lo scorso 30 aprile.

Per ulteriori informazioni, visita il sito dedicato all’evento, la pagina facebook e scarica il programma.

 

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