Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati

Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati

ospedale moscati avellino logo

 

L’Azienda, conosciuta anche come “Città Ospedaliera” sorge in Contrada Amoretta (Avellino), su una superficie di 140mila metri quadrati. E’ costituita da un grande plesso ospedaliero di cinque piani, da una palazzina che ospita la sede legale-amministrativa e da un altro fabbricato, in via di ultimazione, che andrà ad ospitare l’Attività Libero Professionale.

I posti letto della Città ospedaliera sono 572 (483 per la degenza ordinaria, 89 per il day hospital e il day surgery). Ventuno, invece, le sale operatorie, due le sale parto e quattro le sale travaglio. Le camere di degenza sono singole o doppie, tutte con bagno, televisore e predisposizione per il collegamento a Internet. L’area verde esterna occupa una superficie di 2500 metri quadrati.
L’interno del plesso ospedaliero ha una forma a raggiera che si estende attorno a una grande piazza, coperta da una lente concava.
Nella struttura si trova anche un polo didattico, con aule e segreterie, a disposizione degli allievi che frequentano le Lauree Triennali nelle Professioni Sanitarie, nonché un’aula magna con 250 posti a sedere. Per agevolare l’accesso degli utenti alle varie Unità operative è stata predisposta una segnaletica che divide idealmente l’edificio in due blocchi, identificati con i colori arancione e blu. L’indicazione dei reparti è presente su cartelloni sistemati anche in tutti gli 8 ascensori riservati agli utenti (23 quelli dedicati al personale e ai distributori).

Cenni storici

Diversi i momenti significativi della storia dell’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati”, al suo nascere distribuita in 4 plessi ospedalieri allocati in diversi punti del territorio urbano ed extraurbano: l’entrata in funzione di un primo blocco del plesso ospedaliero, nel 2005, con il trasferimento del Dipartimento Materno-Infantile, fino ad allora ubicato nel cosiddetto ospedale “Capone” di via Ferriera; nel 2008, il passaggio a Contrada Amoretta del plesso “San Giacomo” di Monteforte Irpino. Nello stesso anno, l’apertura al pubblico dell’Unità operativa di Radioterapia, sistemata al pianoterra della Città ospedaliera. Nell’agosto del 2010, il trasloco del plesso “Maffucci” di via Pennini, cui ha fatto seguito, tre mesi dopo, quello del plesso di Viale Italia.

La chiusura del plesso di viale Italia ha segnato la fine dello “smembramento” dell’Azienda “San Giuseppe Moscati” in quattro plessi, finalmente accorpati in una vera e propria cittadella della salute, moderna e funzionale, inaugurata ufficialmente il 18 dicembre 2010.

Mission

L’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” offre prestazioni di diagnosi, cura e riabilitazione nell’ambito di ricoveri ordinari (di più giorni), giornalieri (Day-Hospital e Day-surgery), visite e prestazioni diagnostiche.
Ha un bacino di utenza di 500.000 abitanti e un numero di visitatori al giorno di circa 5.000 unità.
L’orientamento al benessere a alla qualità di vita dei pazienti, dei familiari e degli operatori sanitari costituisce impegno costante dell’Azienda.

Recapiti

Sede Legale Amministrativa “Costantino Mazzeo” Città Ospedaliera
Contrada Amoretta – Avellino – tel 0825/203635

Plesso Città Ospedaliera
Contrada Amoretta – Avellino – tel 0825/203426

Al Moscati di Avellino impiantati i primi pacemaker senza fili

Al Moscati di Avellino impiantati i primi pacemaker senza fili

Moscatiinterno-art

Una capsula delle dimensioni di circa due centimetri che viene rilasciata direttamente all’interno del cuore, senza collegamenti che attraversano il sistema venoso. Impiantati con successo, presso l’Unità Operativa di Cardiologia-Utic dell’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino i primi due pacemaker senza fili. Gli aritmologi Francesco Rotondi, Fiore Candelmo e Felice Nappi hanno applicato il dispositivo di ultima generazione in due pazienti che presentavano un quadro clinico tale da rendere impossibile l’accesso standard alle camere cardiache.
“La capsula – spiega Emilio Di Lorenzo, Direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia – viene rilasciata all’interno del cuore attraverso una vena dell’inguine e si ancora saldamente alle pareti cardiache, dove svolge il suo ruolo di “sentinella”, rilasciando impulsi elettrici se vengono rilevati ritmi inadeguati”. Un dispositivo, dunque, con tutte le caratteristiche di quello tradizionale, ma che, a differenza dei pacemaker convenzionali, non richiede interventi chirurgici, risultando pertanto molto meno invasivo per i pazienti. “Inoltre – continua Di Lorenzo -, non comportando l’installazione di una tasca sottocutanea e di elettrocateteri di collegamento, la capsula abbassa notevolmente il rischio di possibili infezioni”. I due interventi sono perfettamente riusciti e si vanno a inserire in un percorso ormai intrapreso con successo da alcuni anni dall’Unità Operativa di Cardiologia –Utic dell’Azienda “Moscati” per il trattamento delle aritmie e delle cardiopatie valvolari e strutturali complesse, con tutti gli approcci al momento disponibili sia chirurgici, sia mini-invasivi sia non chirurgici.

La banca della parrucca AMDOS

La banca della parrucca AMDOS

parrucche

 

Alcuni trattamenti antitumorali possono causare la caduta di capelli che, oltre a generare una sofferenza psicologica aggiuntiva, comporta un costo, anche oneroso e non sempre sostenibile per la persona malata, per l’acquisto di una parrucca.
La qualità della vita, il ritorno al lavoro, la socialità del malato di cancro dipendono anche dalla parrucca che non può certo essere considerata un accessorio frivolo e superfluo ma un vero e proprio presidio sanitario necessario!
Purtroppo però gli interventi pubblici per l’acquisto della parrucca in caso di alopecia da trattamenti antitumorali non sono disciplinati in modo uniforme da una normativa nazionale e le disposizioni regionali sono quanto mai diversificate e coprono il bisogno a macchia di leopardo. Solo sette regioni stanziano fondi a parziale o totale contributo per l’acquisto della parrucca: Toscana, Piemonte, Lombardia, Liguria, Basilicata, Marche, Trentino, Alto-Adige, con un evidente disparità tra Nord e Sud del paese aggravata dalla eterogeneità dei criteri applicati per il rimborso che varia da regione a regione.
Alcune associazioni di volontariato operanti sul territorio mettono a disposizione delle parrucche per pazienti oncologici.
Ma è anche importante sapere che, per tutti i pazienti oncologici indipendentemente dal luogo di residenza, la spesa per l’acquisto della parrucca in caso di alopecia per trattamenti antitumorali può essere detratta fiscalmente dal reddito.

L’AMDOS – Italia di Avellino, dal 2010 offre l’opportunità alle donne operate al seno, di accedere al contributo parrucca (o alla banca della parrucca) destinando 50 € a 10 donne operate al seno e in chemioterapia.
Contributo
Per accedere al contributo, l’interessata contatta la responsabile AMDOS e le presenta la domanda corredata dei seguenti documenti:
• Fattura e/o scontrino spesa sostenuta acquisto parrucca;
• Copia carta d’identità;
• Indirizzo e reperibilità telefonica (paziente richiedente).
• Il contributo di 50 € non è legato al reddito;
• Il contatto con la paziente e la consegna del contributo avviene su appuntamento, presso la sede AMDOS Avellino o presso il reparto di oncologia dell’azienda ospedaliera “Moscati” di Avellino.

La banca della parrucca AMDOS è legata ad una raccolta di parrucche di vario tipo donate all’associazione da donne che, dopo averle utilizzate, compiono quest’atto di generosità.
Chi vuole la parrucca contatta la responsabile con cui si incontra in sede. Insieme ne selezionano alcune e scelgono quella giusta.
La parrucca viene data in prestito gratuito. Chi la riceve s’impegna a restituirla in ordine, dopo l’uso.
Il parrucchiere Rosario Casella di Avellino (via Marconi) offre gratuitamente la sua professionalità per lavare e sistemare le parrucche prese in prestito dalle donne.
Detraibilità parrucca per i malati oncologici con alopecia da trattamento chemioterapico
L’agenzia delle entrate consente la detraibilità per l’acquisto della parrucca alle pazienti oncologiche ammalate con caduta di capelli (risoluzione n° 9 del 16 Febbraio 2010).
Come
Per la detraibilità è necessario presentare al momento della dichiarazione dei redditi la seguente documentazione:
1. Un documento fiscale che attesti l’acquisto della parrucca ove sia indicato il codice fiscale della persona sottoposta a cura chemioterapica;
2. La documentazione medica che certifichi i trattamenti antitumorali cui è sottoposta la persona xche ha acquistato la parrucca per la quale si richiede la detrazione.

Banca della parrucca
Responsabile Mariarosaria Ianuario
cell.: 348 7184711

Progetto Nutriketo: il primo corso in Italia

Progetto Nutriketo: il primo corso in Italia

alimenti

 

Diete e terapie nutrizionali chetogeniche: integratori e nutraceutici” è il tema della II seconda edizione del Corso di Aggiornamento e Perfezionamento Professionale, denominato Nutriketo, promosso dal Dipartimento di Farmacia dell’Università degli Studi di Salerno in partnership con l’A. O. “San Giuseppe Moscati” di Avellino.
Il corso alla prima edizione ha fatto registrare circa 100 partecipanti, per il nuovo anno accademico le previsioni superano le 200 domande di richiesta di partecipazione.

La dieta chetogenetica è una dieta ipoglucidica (o low-carb) che si basa sulla riduzione drastica dei carboidrati. Lo scopo è sfruttare il metabolismo lipidico al fine di incrementare il rilascio degli acidi grassi liberi (FFA) dalle cellule adipose, i quali verranno poi bruciati nel fegato portando alla formazione di corpi chetonici Ae all’instaurarsi della chetosi. I chetoni sono principalmente tre: Acetoacetato (AcAc), Betaidrossibutirato (BHB) e Acetone.

“Abbiamo vinto una battaglia portando la valenza della dieta chetogenica all’attenzione del mondo scientifico anche in Italia, superando le banalizzazioni e dimostrandone gli effetti sul metabolismo nel contrasto a numerose patologie”. Parla il Prof. Giuseppe Castaldo, già direttore dell’Unità Operativa di Dietologia e Nutrizione Clinica dell’AORN Moscati, oggi responsabile scientifico Unisa-AORN Moscati e co-direttore del Corso insieme al Professore Luca Rastrelli Docente dell’Unisa. “Approfondire tematiche riguardanti le diete e la dietetica in generale, le terapie nutrizionali chetogeniche, e la conoscenza e l’utilizzo di integratori e nutraceutici in numerose patologie” dice Rastrelli, titolare della Cattedra di Chimica ed Alimenti Integratori e Dietetici dell’ateneo salernitano.

Il Corso annuale di Perfezionamento Universitario, il cui avvio è previsto il 23 marzo presso il Grand Hotel Salerno, è finalizzato alla formazione di figure professionali altamente specializzate quali “Esperti in Nutrizione Chetogenica, Integratori, prodotti dietetici e Nutraceutica” in grado di affrontare e gestire le varie problematiche multidisciplinari connesse alle diete chetogeniche, applicate sempre più frequentemente in patologie metaboliche, infiammatorie e cronico-degenerative connesse alla nutrizione, di operare negli ambiti degli ambulatori specialistici, delle industrie degli integratori alimentari e nutraceutici, nell’ambito dell’informazione scientifica, nei laboratori di ricerca.

La partnership con l’AORN Moscati di Avellino ha inoltre portato alla stipula di un accordo di collaborazione scientifica con il Dipartimento di Farmacia dell’Unisa per l’istituzione di un Laboratorio di Ricerca Nutrizionale “Nutriketo Lab” dove saranno sviluppate le attività pratiche del Corso Nutriketo a attività di ricerca, sviluppo e trasferimento tecnologico nei campi dell’alimentazione, dietetica e salute, delle proprietà funzionali di alimenti ed integratori alimentari.
Direttore del Laboratorio, operativo già da marzo presso il nosocomio avellinese, è il Direttore Sanitario dall’AORN Moscati dr.ssa Maria Concetta Conte, supportata dal Comitato Tecnico Scientifico costituito dalla prof.ssa Rita Patrizia Aquino (DIFARMA), e dai Direttori e Vice-Direttore del Corso Universitario NUTRIKETO, prof. Luca Rastrelli (DIFARMA) e prof. Giuseppe Castaldo (AORN Moscati) a cui è affidata la Responsabilità Scientifica. Le attività del laboratorio dovranno portare alla realizzazione di prodotti altamente innovativi attraverso lo studio su pazienti con precise caratteristiche.

GiuseppeCastaldo

Prof. Giuseppe Castaldo

LucaRastrelli

Prof. Luca Rastrelli

 

Pin It on Pinterest