L’arte di guarire, guarire con l’arte
Da un’esposizione realizzata nel 2010 in occasione della celebrazione della fondazione dell’ospedale “Gli Incurabili” di Napoli che si festeggia il 23 marzo, è stato istituito il primo nucleo del museo delle Arti Sanitarie e di Storia della Medicina, nella cui biblioteca e sale espositive, che si sviluppano sui 4 piani dell’edificio, sono confluite una collezione privata di libri e strumenti medici, donazioni e beni di carattere storico-sanitario provenienti da antiche strutture ospedaliere afferenti all’ASL NA1 Centro, di cui il Museo rappresenta anche il centro di catalogazione, documentazione e ricerca.
Vecchi ferri e antichi strumenti medici, stampe e libri messi insieme per salvare la memoria della scuola medica napoletana e della storia sanitaria del Sud.
Un luogo della memoria delle arti sanitarie realizzato in sinergia con l’ospedale, l’ASL Napoli 1 centro e i volontari dell’associazione “Il faro d’Ippocrate” dove le sale espositive sono intitolate ai numi tutelari della scuola medica napoletana: Domenico Cotugno, Domenico Cirillo, Giuseppe Moscati, Giovanni Ninni, etc…
Nel cortile degli Incurabili, tra gli eleganti elementi in piperno, le corti cinquecentesche e le antiche sale dell’ospedale fondato dalla catalana Maria Lorenza Longo, si respira un barocco un po’ speciale: qui l’arte aiuta a guarire. In un tempo in cui le malattie erano collegate al castigo divino ed i farmaci ben poco efficienti, le preghiere di tante istituzioni dedite alla carità aiutarono a scongiurare malattie ed epidemie. Suore e frati con accanto volontari di ogni ceto sociale della città alleviarono il dolore e le sofferenze e resero accettabile anche la morte. Il barocco che meraviglia, stupisce in questo antico stabilimento ospedaliero per la sua unità di espressione. La vocazione ospedaliera del luogo fu tenuta certamente in gran conto da architetti quali Domenico Antonio Vaccaro, Bartolomeo Vecchione ed altri che studiarono il flusso dei venti, la salubrità collinare del luogo e l’impianto, nei ricchi chiostri annessi, di piante ed erbe medicinali. Se la Farmacia fu salone di rappresentanza di quello che fu poi, per il suo livello organizzativo e scientifico, l’ospedale di riferimento dell’intero Reame, non sono da meno la cappella dei Bianchi della Giustizia, la chiesa di Santa Maria del Popolo, lo scalone del convento delle Pentite e le splendide sale mediche. Insomma il visitatore nel cortile, che è un’autentica piazza del sapere medico, è preso dalla vertigine dei nomi e delle cose che rappresentano, secondo una visuale nuova per molti napoletani, la storia più profonda della città. Medici illustri, pazienti eccellenti, predicatori e santi ispirati, insieme a volontari benevoli, costituirono un autentico monumento congiunto della carità e della cultura medica a Napoli.
La bellezza degli affreschi fiamminghi del chiostro di S. Maria delle Grazie a Caponapoli fanno da pendant all’orto medico con al centro il grande albero di canfora che dava ombra, profumi ed essenze che curarono i mali a quell’epoca incurabili. Ma l’ospedale, accanto alle bellezze artistiche, rappresenta per Napoli un forte polo della cultura scientifica e in particolare medica: dall’Accademia degli Oziosi alla Scuola Medica Napoletana si legge il cammino di una scienza che nell’Illuminismo si affianca alla forte tradizione alchemico-esoterica che permea la cultura bio-medica dell’antica capitale. Qui la storia incontra la malattia e l’arte lenisce il dolore per lo stupore e l’incanto di chi osserva attraverso i fatti del dolore e della malattia la storia della città. Macchine anatomiche del Settecento in cartapesta e stampe mediche testimoniano la vocazione per la dissezione fine dell’anatomia; farmacie portatili, antichi microscopi accanto a clisteri d’epoca raccontano l’evoluzione di una scienza e i suoi riflessi sulla società. In particolare si raccontano l’avventura del barbiere che si trasforma in chirurgo e gli esordi dell’anestesia, realizzata in Italia per la prima volta in questo Ospedale.
Gli oggetti riportati sono strumenti medici di straordinaria fattura, opera spesso di un artigiano che lavorava a stretto contatto con un committente esigente. Questi strumenti ci riportano alla storia dell’ospedale e dei suoi tanti primati sanitari e al difficile cammino della scienza medica. Alle spalle una biblioteca e un archivio fotografico e documentario per colmare le lacune della storia sanitaria del Sud, che poco ha indagato sull’antico ospedale e sulla nascita delle professioni mediche negl’ Incurabili. L’obiettivo è rileggere la storia della città attraverso le malattie e le epidemie, che in vari tempi hanno colpito e flagellato la sua popolazione.
La settecentesca spezieria è il luogo dove l’Arte incontra la Scienza. Qui lo stile Barocco rococò, disegnato da Domenico Antonio Vaccaro, si sposa con l’illuminismo dei maestri di Anatomia e Botanica (Domenico Cotugno, Domenico Cirillo) nell’Ospedale più importante del Regno dei Borbone.
I preparati alchemici dell’antica tradizione aprono il passaggio alla chimica farmaceutica nel luogo dove sapienti artigiani del legno, delle dorature e delle ceramiche approntarono sale ove risuonarono le voci di ricercatori che scrissero la storia del pensiero europeo. In particolare, gli alberelli, le idrie e le riggiole dei fratelli Massa rappresentano un unicum straordinario per l’eleganza dei colori e la raffinatezza del programma iconografico, teso alla funzione esoterico-massonica della Sala grande, ove fa bella mostra di sé la matrice uterina operata. Si tratta dell’allegoria del taglio cesareo salvifico che sottolinea il pregnante ruolo femminile nella storia partenopea.
ITINERARI
MUSEO DELLE ARTI SANITARIE E STORIA DELLA MEDICINA
Via Maria Lorenza Longo, 50 (Contatti: 081440647 – [email protected])
VISITABILE Dal lunedì al sabato: 9.00 – 17.00 – Domenica: 9.00 – 13.00/ Martedì chiuso
PERCORSO GUIDATO “L’ARTE DI GUARIRE… GUARIRE CON L’ARTE
Via Maria Lorenza Longo, 50
Visita guidata della Farmacia Storica, Museo delle Arti Sanitarie, Orto medico e Chiostro di Santa Maria delle Grazie nel complesso dell’ospedale monumentale di S. M. del Popolo degli Incurabili
Quando: Lunedì, Mercoledì, Venerdì, Sabato e Domenica previa prenotazione: 081.440647 [email protected]
VISITA ALLA CAPPELLA DEI BIANCHI DELLA GIUSTIZIA NEL COMPLESSO DI S. M. DEL POPOLO DEGLI INCURABILI
La riapertura è stata resa possibile grazie alla collaborazione sinergica della Diocesi di Napoli, dell’Arciconfraternita dei Bianchi della Giustizia in S. M. Succurre Miseris e dell’Associazione “Il Faro d’Ippocrate”.
Quando: 2 visite al mese che prevedono tre turni: ore 9.15, 10,15, 11,15 (il calendario delle prossime date è visionabile sul sito www.museoartisanitarie.it)
Visitabile previa prenotazione 081.440647 – [email protected]
Il complesso ospedaliero di Santa Maria del Popolo degli Incurabili, scrigno che nasconde i più bei tesori della città, apre un’altra porta, quella della Confraternita dei Bianchi della Giustizia, storicamente aperta al popolo solo due volte l’anno per le funzioni di Pasqua e dell’Assunta e definitivamente chiusa dal 1862. Il valore storico e artistico della sede è incommensurabile, comincia dallo scalone di piperno a tenaglia, passa per la cappella dedicata a Santa Maria Succurre Miseris, con affreschi di Giovan Battista Beinaschi e seicenteschi stalli lignei con figure fantastiche, alla Sacrestia descritta nelle belle pagine di Luci ed ombre napoletane di Salvatore di Giacomo, per arrivare, tra ritratti di confratelli Pontefici e Santi, pregevoli stucchi e Madonne iconograficamente rare, ad un busto in cera di donna popolarmente conosciuto come “la scandalosa”. Si tratta di una ceroplastica del XVIII secolo che mostra tutto l’orrore del “mal franzese”, utilizzata come monito o deterrente per chiunque avesse intrapreso la strada della dissolutezza. La Compagnia dei Bianchi della Giustizia ebbe origine nel 1430 ad opera di S. Giacomo della Marca, che riunì persone di animo pio per suffragare con messe ed elemosine le anime dei giustiziati. Con un “Breve” del 28 luglio 1525, Clemente VII, approvò i capitoli della Compagnia e ne definì lo scopo: “procurare la salute dell’anima di quelli che sono a morte condannati, et visitare i miserabili imprigionati e gli spedali de li ammalati, e quelli spetialmente di mali incurabili infermi”, come si legge negli Statuti del 1525. La Compagnia, che prestò la sua opera caritatevole fino al 1862, dopo diverse sedi, nel 1534, si stabilì presso l’Ospedale degli Incurabili abitando in una casa di proprietà di Maria Longo, fondatrice dell’Ospedale. Qui i confratelli costruirono la cappella intitolata a Santa Maria Succurre Miseris, che conserva tuttora pregevoli opere d’arte e testimonianze di una intensa e interessante storia.
PERCORSO “SIRENE, SANTE, PRINCIPESSE, E PROSTITUTE A CAPONAPOLI”
Un percorso che racconta Caponapoli con gli autori della pubblicazione “ La Collina Sacra”
Il Museo delle Arti Sanitarie, con “le Sirene di Caponapoli” , inaugura il primo itinerario attraverso i luoghi raccontati nel libro.
Un percorso al femminile, dal mito della fondazione della città, legato al culto di Partenope, attestato nei luoghi del tempio, proseguendo poi attraverso chiostri, conventi ed ospedali per raffigurare come il femminile si sia declinato lungo la storia plurimillenaria di Napoli, attraverso le diverse attitudini delle donne partenopee: sacerdotesse vergini dedite al culto della Sirena Partenope, o a quelli di Demetra ed Ecate con i relativi riti misterici ed oracoli; più tardi, monache consacrate alla preghiera e alla cura degli infermi bisognosi, tutte di diversa estrazione sociale e provenienza: principesse di nobile stirpe ma anche prostitute redente, sempre rigorosamente separate tra loro. Ed ancora, nobili dame, poetesse ed intellettuali votate a praticare caritatevole assistenza, tutte accomunate da un fil rouge, il binomio SANTITÀ-SANITÀ. Il percorso continuerà con la fondazione dell’Ospedale degli Incurabili e la visita alla Farmacia Storica.
Quando: 2 visite al mese previa prenotazione: 081.440647_ [email protected] (il calendario delle prossime date è visionabile sul sito www.museoartisanitarie.it)
Punto d’incontro: Porta San Gennaro, (lato Pizzeria Capasso) in via Foria, adiacenze stazione metropolitana di P.zza Cavour.