È nato”Eat Well”

È nato”Eat Well”

alimentazione arancia bambina big

Il progetto è interamente dedicato alla sensibilizzazione di bambini e ragazzi, sulle tematiche della prevenzione, della salute e sul miglioramento dello stile di vita.
Il nostro sistema sanitario deve affrontare le problematiche emergenti in alcuni settori. Uno di questi indica, in fasce sempre più giovani di popolazione un crescente disagio legato all’alimentazione, sia per quanto riguarda l’obesità, sia per quanto riguarda patologie del comportamento alimentari quali l’anoressia e la bulimia.
É necessario promuovere programmi diretti a migliorare le conoscenze e le capacità comportamentali della comunità giovanile.
Una delle strategie è quella di attuare un processo ben articolato di interventi che consenta ai giovani di aumentare le proprie conoscenze per acquisire una coscienza per la tutela della salute.

“Per un piano di promozione della salute – afferma la Dott.ssa Katya Tarantino, biologa nutrizionista e Presidente dell’associazione – la creazione e lo sviluppo di uno Sportello di ascolto per l’Educazione Alimentare nella sede della nostra associazione, rivolta ai ragazzi e ai loro genitori, a nostro avviso può rispondere adeguatamente a contenere o modificare abitudini alimentari dannose e stili di vita considerati a rischio.”
Lo sportello è destinato a bambini e ragazzi della scuola primaria e secondaria di I grado, accompagnati dai loro genitori. Un biologo nutrizionista sarà presente, un pomeriggio a settimana, presso la sede dell’associazione per circa 2 ore. Le famiglie interessate potranno rivolgersi direttamente all’operatore per avere risposte ai loro dubbi su tematiche nutrizionali. Non è prevista l’elaborazione di una terapia alimentare personalizzata. La prenotazione è obbligatoria.

Locandina eat well

Locandina

Centro Italiano Femminile

Centro Italiano Femminile

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UN’ASSOCIAZIONE DI DONNE, CREDENTI, CITTADINE

Il Centro Italiano Femminile è un’associazione di donne, senza fini di lucro, costituita ai sensi degli artt.36 e ss. del codice civile. Opera in campo civile, sociale e culturale per contribuire alla costruzione di una democrazia solidale e di una convivenza fondata sul rispetto dei diritti umani e della dignità della persona secondo lo spirito e i principi cristiani, la Costituzione e le leggi italiane, le norme del diritto comunitario e internazionale.
È soggetto autonomo rispetto ai partiti politici e a qualsiasi altro movimento, e assume i valori della democrazia nelle strutture e nell’azione.
Il CIF svolge azione di presenza e di partecipazione in ogni ambito sociale e istituzionale e stabilisce rapporti di collaborazione con istituzioni, enti e associazioni, sia pubblici sia privati, per il perseguimento delle finalità associative. (Statuto, art. 1)


Cif Regionale della Campania

Sede legale
Napoli, via Montecalvario

Sede operativa
Caserta, via Marchesiello p.co Habitat
Tel. 0823 352415
[email protected]

Avellino

ENTE Accreditato dal MIUR: D 17/10/2002 Prot. 4434/c13-6/10/2005 Prot. 1912
Sede Legale ed Operativa: Via Vasto, 29
Email: [email protected]
Tel 0825/679839

Caserta

Sede: Via Marchesiello, 18  P.co Habitat
Tel. e Fax 0823/342415 – Cell. 3477783509
Email. [email protected]

Benevento

Sede: Piazza Orsini, 27
c/o Curia arcivescovile
Tel. 38934320131
Email: [email protected]

Salerno

Sede: Via Giuglio Ruggi, 49
Tel. 089/711276
Email: [email protected]

Campus Olistico al Centro Commerciale Campania

Campus Olistico al Centro Commerciale Campania

 

banner campus olistico

Ogni giovedì (9.30-13.30 e 14.30-18.30) presso il Wellness Point al Primo Piano si svolge il Campus di Discipline Olistiche e Bio Naturali.
Ha una durata di 6 mesi con inizio il 7 giugno 2018 e con fine il 27 Dicembre 2018

Il campus Olistico dà l’opportunità di ricevere gratuitamente consulenze da rinomati professionisti che operano nell’ambito delle discipline Bio naturali.
Scopo principale è quello di promuovere la prevenzione di informare sui benefici delle discipline Olistiche e Bio Naturali con il fine di promuovere il benessere e rafforzare la salute attraverso uno stile di vita in sintonia con il proprio essere.

PROSSIME DATE

Ottobre 4/11/18/25
Novembre 8/15/22/29
Dicembre 6/13/20/27

Prenota il tuo CAMPUS GRATUITO presso il Box Informazioni di Piazza Centrale oppure telefona allo 0823 696037

LE ASSOCIAZIONI

• AICS – Associazione Italiana Cultura e Sport

aics logo
L’AICS – Associazione Italiana Cultura e Sport è un’associazione senza scopo di lucro costituita nel 1962 a Roma. È classificata tra gli Enti nazionali di Promozione Sportiva (EPS). Nel corso degli anni ha esteso i suoi campi d’interesse agli ambiti di solidarietà, cultura, politiche sociali, Terzo Settore, turismo sociale, ambiente, attenzione verso gli emarginati ed i diversamente abili, protezione civile e formazione. Nell’ambito della formazione AICS ha creato un Dipartimento per le scienze e tecniche Olistiche e Bio Naturali. Trasparenza e Professionalità” sono due sinonimi che contraddistinguono il Dipartimento di Scienze e Tecniche Olistiche”. Gli Elenchi pubblici per gli operatori olistici professionisti associati, per gli operatori olistici istruttori e docenti professionisti associati, daranno l’opportunità agli operatori di tracciare la loro formazione e renderla trasparente. Lo Sportello del Cittadino sarà un altro mezzo che il dipartimento mette a disposizione per dare tutte informazioni utili all’utente finale che vuole affidarsi ad uno degli operatori formati presso il dipartimento.
Sarà messo a disposizione un info point per domande legali e amministrative. L’obiettivo primario del dipartimento rimane la formazione che pone le sue basi nell’alta qualità e nella serietà. Le attestazioni di qualità non sono autoreferenziali bensì erogate da un ente di attestazione parte seconda.
Contatti: Graziano Scaracia: 333.5328139 • [email protected] 

• Centro Studio Terapia Manuale

centro benessere caserta

Il centro STUDIO TERAPIA MANUALE nasce per divulgare le metodiche manuali, trattamenti energetici, attività e discipline olistiche che mirano a far ritrovare il benessere e l’armonia della persona nella sua globalità. Offre tutta una serie di trattamenti manuali e attività che hanno come obbiettivo quello di trovare equilibrio tra il corpo e la mente.
Contatti: Anna Magri 339.4409930 • [email protected]

• A.I.O.B. – Ass. Italiana Operatori del Benessere

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Associazione di categoria per tutti coloro che operano nel campo della gioia, del benessere della prevenzione e dell’armonia individuale e planetaria. Con patrocino morale Reg Campania, Provincia di Caserta e in collaborazione con ASL NA2 D.S.M. e l’istituto di ricerca dei tumori di Napoli G. Pascale con progetti applicati. Comunità di ricercatori e belle persone.
Le varie discipline di studio sono: Yoga, Riflessologia, Acquaterapia, Acquasound, Danzaterapia, Musicoterapia, Qi kung, Medicina cinese, Ayurveda, Cristalloterapia, Cromoterapia, Aromaterapia, Fiori di bach, Psicologia, Iridologia, Cucina macrobiotica, Meditazione, Reiki, Shiatsu, Tuinà, PNL, Fitoterapia, Feng shui-Bioarchitettura, Alimentazione naturale, Fisica e Chimica, sciamanesimo, Giochi psico evolutivi, Numerologia, Massaggi tailandesi, massaggi emozionali.
Contatti: Presid. Prof. Giuseppe Gallucci: 335.6798965 • [email protected]

• Associazione Culturale per lo Studio delle Arti e Filosofie Orientali Scuola di discipline del benessere

Logo Siddharta

L’Associazione Siddharta, fondata nel 1980 da Guglielmo De Martino, opera per la formazione di Operatori del benessere ed insegnanti di Yoga e di Shiatsu.L’attività di formazione è rivolta anche ad operatori impegnati nel sociale e nelle relazioni d’aiuto. La nostra Scuola si ispira ai principi energetici ed ai metodi di cura, delle più antiche tradizioni orientali, integrati con i modelli scientifici occidentali. La formazione,per noi,ha l’obiettivo primario di preparare personale qualificato con possibilità occupazionali nei settori estetici, del benessere e in tutte le realtà lavorative ad essi connessi. Ai corsi si accede previo colloquio con il Direttore didattico. Sono previsti laboratori teorico pratici, tirocini didattici e test di verifica. Al termine del percorso formativo e superato l’esame finale, gli allievi conseguono, congiuntamente al diploma del Siddharta l’’Attestato di qualifica nazionale della Federazione Nazionale Shiatsu AIFS. La scuola opera in conformità ed ai sensi alla legge 14 Gennaio 2013 n.4
Contatti: Gugliemmo De Martino: 360.773687 / 081.7519785 • [email protected] 

PROSSIME DATE

Ottobre 4/11/18/25
Novembre 8/15/22/29
Dicembre 6/13/20/27

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Club Scherma Portici

Club Scherma Portici

club scherma portici logo

 

 

Il Club Scherma Portici si trova all’interno dello Stadio di calcio San Ciro, Via Farina di Portici (Napoli)
Le armi praticate sono il fioretto e la spada
info: [email protected]
cell: 347 0836837

 

 

scherma riccardo barionavi

Il club di Portici presieduto dalla Presidente sig.ra Maria Nasti, è una società di Scherma nata nel 2010. Ha velleità agonistiche ed ha già raggiunto buoni traguardi in ambito regionale con diversi titoli vinti nelle categorie under 14 nel fioretto maschile e femminile con gli atleti Roberto Barionovi e Ludovica Laudiero.

La società, in continua crescita, è stata premiata dal Presidente del Comitato regionale F.I.S. con l’affidamento del Campionato Regionale di Scherma under 14 di tutte le armi. L’evento sia per l’organizzazione sia per la logistica è stato apprezzato e riconosciuto anche dalla comunità e dall’Amministrazione locale, grazie al gratuito patrocinio del Comune di Portici, diventando un appuntamento fisso per i prossimi anni.
Altra importante iniziativa è stato la manifestazione organizzata con il sostegno del Rettore dell’Università di Agraria di Portici presso il Palazzo Reale di Portici, dedicata agli esami di Maestri di Scherma con l’Accademia Nazionale di Scherma e la Federazione Italiana Scherma. Anche questa occasione è stata un momento di aggregazione e di incontro apprezzato da numerosi visitatori.

Il movimento sportivo conta di circa 60 atleti di tutte le fasce di età di buon livello agonistico in entrambe le armi.

I corsi

Lunedì preparazione atletica propedeutica per la scherma con un tecnico qualificato il dr. Marco Paino
Orari dalle 18.15/19,15 per gli under 12 e dalle 19,15 alle 20,15 per tutti i più grandi

Martedì e Giovedì lezioni di scherma ed assalti dalle 17,00 alle 18,00 per i più piccoli fino a 11 anni ed il restante dalle 18,00 alle 20,00.

I tecnici

Maestro Mauro Barionovi, l’Istruttore Nazionale Alberto Spezzaferro e l’istruttore Regionale Riccardo Barionovi. I corsi sono aperti anche ai master ovvero persone adulte che vogliono cimentarsi in questo sport seguendo un loro circuito gare ad hoc sia di livello nazionale che internazionale.

Non temerli, raccoglili! 2018

Non temerli, raccoglili! 2018

legambiente puliamo il mondo

Dal 1993 Legambiente coordina l’edizione italiana di Clean up the World, il più grande appuntamento di volontariato ambientale nel mondo. La campagna internazionale, nata a Sidney nel 1989, coinvolge ogni anno oltre 35 milioni di persone in circa 120 Paesi. In questi anni Puliamo il Mondo ha raccontato un’Italia diversa, l’Italia dell’impegno, della partecipazione, del senso civico, dell’accoglienza e della solidarietà, l’Italia della legalità che non smette di sognare e sperare, l’Italia pronta a costruire un mondo migliore, fare comunità e ridare bellezza ai luoghi più degradati del Belpaese. Puliamo il Mondo è un’iniziativa di cura e di pulizia, un’azione concreta, per chiedere e avere città più pulite e vivibili. Un piccolo gesto di grande valore educativo che contribuisce a sviluppare il senso il senso civico dei partecipanti.

Il Circolo Legambiente “Valle Solofrana” Solofra-Montoro aderisce all’edizione 2018 e in collaborazione con il Comune di Solofra sarà impegnato i giorni 28 e 29 settembre. Durante la mattina di venerdì 28 settembre, dalle ore 9.00 alle ore 12.00, protagonisti saranno gli alunni delle classi quinte della primaria dell’Istituto Comprensivo “F. Guarini”, che per le strade cittadine armati di “Ecomulte” sanzioneranno coloro che per la “Fretta” spesso dimenticano il “Rispetto”.
Mentre domenica 30 settembre il Circolo “Valle Solofrana” invita ed attende i cittadini volontari dalle ore 9.00 presso l’area verde della Castelluccia di Solofra per una pulizia del parco circostante la chiesetta della Madonna dell’Assunta con un monitoraggio e censimento delle microdiscariche, che circondano l’area e costeggiano la strada di collegamento con la frazione Banzano di Montoro. L’abbandono dei rifiuti è frutto dell’ignoranza di chi smaltendo illecitamente e senza seguire i consueti iter burocratici ed economici mette a rischio la salute delle persone e dell’ambiente. Successivamente si porrà l’attenzione sullo sgretolarsi del costone roccioso del Monte San Marco in attesa, dal 2006 quando Legambiente già ne segnalò il pericolo, della messa in sicurezza.

Con Puliamo il Mondo vogliamo creare occasioni di incontro tra i cittadini per stimolare la diffusione di impegno civile diffuso e quotidiano ma anche di prevenzione, con la consapevolezza che le risorse del Pianeta non sono inesauribili. I volontari di Legambiente rinnovano l’invito a partecipare a tutti i cittadini e alle associazioni di volontariato del territorio.

Scopri tutti i CIRCOLI LEGAMBIENTE della CAMPANIA

INFORMAZIONI
[email protected]
www.puliamoilmondo.it

 

 

Verso l’Arco

Verso l’Arco

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Primavera della mobilità dolce, per una fruizione sostenibile e rispettosa dei vecchi sentieri della valle solofrana, ricchi di storia e tradizioni. L’impegno per il riconoscimento cartografico ufficiale del sentiero che conduce all’Arco naturale, monumento geologico del Parco regionale dei Monti Picentini. Sabato 9 giugno 2018 gli amanti dell’escursionismo sono invitati all’evento “Verso l’Arco”, nell’ambito della “Primavera della Mobilità Dolce” lanciata da A.Mo.Do.(Alleanza della Mobilità Dolce), di cui Legambiente è fondatrice, per scoprire e promuovere il territorio in maniera slow e dare visibilità ai sentieri ed alle aree protette del Parco Regionale dei Monti Picentini, per una fruizione dolce del paesaggio.

“L’ascesa verso l’Arco naturale, monumento geologico che insiste nel comune di Solofra – dichiara Antonio Giannattasio, Presidente del Circolo Legambiente “Valle Solofrana” Solofra-Montoro – ha l’obiettivo di far conoscere e sottolineare la bellezza dei sentieri presenti e che si snodano nelle nostre montagne. Sentieri ricchi di storia e tradizioni, luoghi in cui si svolgevano lavori antichi che stringevano in un stretto legame l’uomo e la montagna, simbolo di fatica e sostentamento. Tutto questo per rinnovare fino ai giorni nostri il rispetto e l’amore dei boschi risorsa ed opportunità”.

“Dal giorno della sua riscoperta – ci racconta Alessandro De Stefano, Presidente dell’Associazione Salvaguardia Beni Culturali Solofra – abbiamo puntato molto sulla conoscenza di questa maestà carsica nascosta nel cuore della montagna, a pochi passi dalle antiche Neviere, conche artificiali che furono costruite dai nostri avi per l’accumolo dei ghiacci invernali. Nel corso dei secoli l’uomo ha saputo sfruttare a proprio vantaggio la morfologia del territorio e le sue peculiarità, costruendo Neviere, Carbonaie e Calcare, che per generazioni hanno garantito lavoro e sostentamento”.
“Per la mia conoscenza dei Picentini – sostiene Michele Renna, tecnico del CAI Club Alpino Italiano, sezione di Avellino – l’Arco delle Neviere è una formazione unica nel suo genere e certamente il sentiero che ad esso conduce ha giustamente meritato di essere inserito nella nuova cartografia come Sentiero CAI 160. Ciò rispecchia quelle che sono le normative del CAI relative al bidecalogo per la tutela dell’ambiente montano, essendo questo sentiero foriero di storia delle vecchie economie delle popolazioni dell’appennino”.

“Un emozionante viaggio nella Solofra Saluber – dichiara Domenico Cosimato, responsabile della comunicazione della Proloco di Solofra – il sentiero verso l’Arco è un esperienza escursionistica intrisa di bellezza e storia, una testimonianza della laboriosa attività montana del popolo solofrano. Lavoreremo affinché il sentiero possa divenire meta di appassionati ed amanti della natura e un grande esempio di coesione associativa. E’ nostro compito sostenere la promozione ad ogni livello dell’ampio patrimonio artistico, culturale e paesaggistico di questa comunità”.
“Verso l’Arco” è frutto della sinergia di queste solerti Associazioni che lavorano costantemente sul territorio ed in particolare dell’A.S.Be.Cu.So. (Ass. Salvaguardia Beni Culturali di Solofra), che dal Maggio del 2005 ha riscoperto questa meraviglia delle nostre montagne, curandone i sentieri e promuovendone la conoscenza.

Informazioni sul percorso:
– Quote altimetriche (mslm): Fontana Scorza (482) | Grotticelle (878) | Neviera Maggiore (1240) | Arco naturale (1300)
– Dislivello totale: 800 metri | Difficolta: EE – escursionisti esperti | Tempo di percorrenza totale: 5 ore
– Lunghezza del percorso: 9 Km | Presenza acqua: All’inizio presso Località Scorza
– Equipaggiamento: SCARPE DA TREKKING (suola vibram o simile), PRANZO A SACCO, 2 LITRI DI ACQUA.
Consigliato abbigliamento di ricambio e bastoncini telescopici.
L’evento vede coinvolte le associazioni: A.S.Be.Cu.So. – Associazione Salvaguardia Beni Culturali Solofra, Circolo Legambiente “Valle Solofrana” Solofra-Montoro, CAI Club Alpino Italiano – sezione di Avellino, Pro-Loco di Solofra. Si ringrazia il supporto dell’Associazione Volontari del Soccorso Smile per l’assistenza.

Programma ed altre info:
Ore 8.00 raduno località Scorza, area Crocefisso;
Ore 8.15 partenza, tappe intermedie Chiammarano – Grotticelle – Neviera;
Ore 11.30 visita a gruppi all’Arco naturale;
Ore 13.30 partenza per il ritorno
Numero massimo partecipanti 50.
Per coloro che sono sprovvisti di copertura assicurativa la partecipazione è consentita solo in seguito alla sottoscrizione di liberatoria da effettuare entro il 7 giugno.
Per gli interessati è indispensabile contattare la segreteria organizzativa: Alessandro 3480729398 , Antonio 3478641421.
Per il ritiro e la consegna delle liberatorie rivolgersi alla Pro Loco Solofra, in via Regina Margherita dalle 8.30 alle 17.00 dal lunedì al venerdì.

 

Fondazione CON IL SUD: 300 mila euro per i progetti del Bando Ambiente 2018

Fondazione CON IL SUD: 300 mila euro per i progetti del Bando Ambiente 2018

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Fondazione CON IL SUD promuove la quarta edizione del Bando Ambiente. Scadenza l’8 giugno 2018.

Le organizzazioni del Terzo settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia possono presentare progetti esemplari per la prevenzione e riduzione dei rischi ambientali all’interno dei Parchi e delle Aree naturali protette meridionali. Oltre al soggetto responsabile, ogni partnership deve prevendere al suo interno la partecipazione degli OdG – Organismo di Gestione delle aree protette oggetto di intervento.

Lo scenario italiano e al Sud non è dei migliori anche dal punto di vista ambientale. Sono oltre 200 le aree naturali protette meridionali minacciate dalla “perdita” delle biodiversità, da inquinamento, incendi e più in generale dal dissesto idro-geologico. Un patrimonio dal grande valore anche culturale ed economico, che deve essere tutelato e valorizzato in chiave comunitaria.
La Fondazione selezionerà le proposte ritenute più valide e capaci di generare valore sociale ed economico sul territorio. I progetti dovranno prestare attenzione alla responsabilizzazione delle comunità locali che insistono sull’area protetta, ad esempio concentrandosi più sull’attivazione di iniziative e comportamenti virtuosi di rispetto e tutela dell’ambiente, che sulla realizzazione di eventi e manifestazioni isolate.
I progetti devono avere una durata compresa tra i 24 mesi e i 36 mesi. La richiesta di contributo non deve essere superiore a 300 mila euro e deve prevedere una quota di co-finanziamento economico di almeno il 20% del costo complessivo del progetto.

Saranno giudicate positivamente le proposte che, tra gli altri criteri: siano caratterizzate dalla chiara definizione degli obiettivi qualitativi e quantitativi, in particolare con riferimento alla riduzione del rischio ambientale individuato; identifichino idonee modalità per il monitoraggio e strumenti quali-quantitativi per la valutazione del progetto; assicurino adeguate garanzie sulla continuità delle attività avviate, in termini di sostenibilità economica e organizzativa, anche oltre la durata dei finanziamenti richiesti; prevedano adeguate modalità di comunicazione per la promozione delle iniziative proposte.

Le proposte di progetto devono essere compilate e inviate esclusivamente online entro le ore 13:00 dell’8 giugno 2018 attraverso il portale Chàiros.

 

Verso una città cardioprotetta: il progetto del comune di Caserta con l’associazione Oltre

Verso una città cardioprotetta: il progetto del comune di Caserta con l’associazione Oltre

La città di Caserta aderisce al progetto “Verso una città cardioprotetta”, realizzato in collaborazione con l’Associazione di promozione sociale e culturale “Oltre” e che prevede iniziative miranti all’informazione e alla formazione dei cittadini alle manovre di rianimazione cardiopolmonare con defibrillazione precoce e alla disostruzione delle vie aree degli adulti, dei bambini e dei lattanti.

L’adesione al progetto è stata ratificata attraverso l’approvazione di una delibera di Giunta proposta dall’assessore agli Eventi, Emiliano Casale. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di sensibilizzare, informare ed educare la popolazione al riconoscimento di uno stato di emergenza da arresto cardiocircolatorio o ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo nell’adulto, nel bambino e nel lattante ed al corretto intervento con le manovre di rianimazione cardiopolmonare con l’uso del defibrillatore semiautomatico. Il progetto è destinato alla popolazione del comune di Caserta e delle aree limitrofe, con particolare riferimento alle scuole presenti sul territorio del Capoluogo. Sono previsti, infatti, corsi di formazione gratuiti destinati sia ai docenti che agli studenti, al fine di insegnare loro le tecniche di primo soccorso cardiopolmonare e l’uso corretto del defibrillatore. L’Associazione “Oltre”, poi, di concerto con il Comune di Caserta, si è impegnata ad organizzare un grande evento in città che abbia proprio lo scopo di diffondere ad una vasta platea di cittadini le tecniche di soccorso e l’uso degli strumenti adeguati. Il traguardo finale dovrà essere l’installazione di defibrillatori pubblici in diverse zone della città, che in caso di necessità possano essere utilizzati da cittadini adeguatamente formati. Altri destinatari del progetto sono le società sportive, le forze dell’ordine, i volontari della Protezione Civile ed altre realtà associative.

“La cultura delle prevenzione – ha spiegato l’assessore agli Eventi, Emiliano Casale – costituisce un elemento determinante per poter tutelare nella maniera migliore la salute dei cittadini. Questo progetto assume un’importanza particolare in quanto consente ad un gran numero di casertani di poter apprendere le tecniche di primo soccorso cardiovascolare e l’uso del defibrillatore che, come ben sappiamo, spesso si rileva uno strumento decisivo per salvare la vita. Sono particolarmente lieto che l’iniziativa sarà fortemente attuata all’interno delle scuole, che sono i luoghi più importanti sotto il profilo della formazione. Solo partendo dai nostri ragazzi potremo riuscire a determinare un processo di crescita complessivo della nostra comunità”.

 

Autismo: il convegno del Cif per accogliere e informare

Autismo: il convegno del Cif per accogliere e informare

locandina-cifIl 23 aprile alle ore 16.00 presso il Centro Sociale “Maria Teresa Di Calcutta” di Aiello Del Sabato (Av), si terrà il convegno: “Autismo tra stereotipi, diagnosi, trattamento, vita familiare e sociale”, organizzato dalla locale sezione del Centro Italiano Femminile.

L’iniziativa nasce dall’idea di sensibilizzare l’intera comunità al fenomeno crescente, che interroga tutti gli ambiti e i settori sociali e istituzionali ad ogni livello.

L’obiettivo specifico è quello di coinvolgere e “accogliere” le famiglie, nella consapevolezza di un quadro più complesso e non isolato.

“Abbattere lo stigma e la stereotipia sono traguardi paralleli, che ci impegniamo a sconfiggere”, dichiarano dal Cif.
Numerosi saranno gli interventi di esperti del settore e rappresentanti istituzionali.

Solo per i partecipanti all’evento ci sarà la possibilità di seguire il corso in FAD
La Comunicazione Aumentativa Alternativa” da 18 crediti ECM
al costo di € 20,00 (anziché € 23,00).
Per info e prenotazioni: – cell.:3356534261
https://www.facebook.com/cifaiellodelsabato/

Taurasi Vendemmia: siete pronti ad assaggiare “lo pastiero”?

Taurasi Vendemmia: siete pronti ad assaggiare “lo pastiero”?

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Taurasi Vendemmia”, due tappe dedicate alle eccellenze della Media Valle del Calore per un evento di promozione turistica e territoriale che punta sull’enogastronomia come testimonial di un territorio che ha tanto da dire in termini di qualità e di benessere.
“Taurasi Vendemmia” è promosso dai Comuni di Taurasi (capofila) e di Sant’Angelo all’Esca e finanziato dalla Regione Campania nell’ambito del POC 2014-2020 (linea strategica 2.4 “Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e cultura”).

La prima tappa è in programma per domenica, 15 aprile, con una tradizione di Sant’Angelo all’Esca che ha conquistato visitatori e appassionati: torna il pastiero, piatto tipico della cucina locale, cotto in un enorme ruoto di rame, con la brace di un gigantesco falò, allestito di buon mattino. Questo rustico è fatto con duemila uova, quaranta chili di pasta, cinquanta chili di formaggio, va in cottura già dal mattino nella piazza centrale del paese.

Il programma della giornata prevede, infatti, già dalle ore 8.00, l’avvio della preparazione de “lo pastiero”. In contemporanea si svolgerà un’avvincente corsa tra i vigneti che è organizzata da Fidal Campania e dall’associazione “Creativamente”. Alle ore 8.00 è, infatti, previsto il raduno dei partecipanti e la successiva partenza. Alle ore 12.00 ci sarà l’arrivo degli atleti e, a seguire, la premiazione ed aperitivo in jazz organizzato dall’associazione “Escajazz” con degustazioni ed esibizioni di artisti locali. Alle ore 15.00 taglio e distribuzione del pastiero, con esibizione di Achille ed il suo complesso. I giochi di un tempo in piazza per i più piccoli a cura del Forum della Gioventù chiuderanno il programma della giornata.

Protagonista dell’iniziativa è la tradizione de “lo pastiero” che rimanda al periodo post terremoto, in un tempo di tristezza in cui non era facile trovare una motivazione per guardare con fiducia al futuro. Fu allora, nel 1983, che alcuni giovani del paese diedero vita a questa manifestazione, per riportare la popolazione in piazza e creare, di nuovo, condivisione. La tradizione è ormai consolidata e attesa. La manifestazione giunta alla 35esima edizione, rievoca una sana civiltà contadina che, intorno al fuoco, condivide il desco e un bicchiere di corposo aglianico, allietata da musica popolare. Si tratta di un evento molto apprezzato, molto noto e che richiama visitatori da tutta la Campania.

“Il pastiero – dichiara il sindaco di Sant’Angelo all’Esca, Attilio Iannuzzo – rappresenta un pezzo del patrimonio identitario della nostra comunità. È una tradizione tutto sommato recente ma perché legata alla tragedia del terremoto dell’80, e ha subito trovato uno spazio d’elezione nella nostra memoria collettiva. Oggi può diventare anche altro, può essere strumento di promozione territoriale. L’iniziativa di domenica, poi, ha il grande merito di mettere insieme le realtà associative che operano sul nostro territorio in un dialogo proficuo e costruttivo”.

“Taurasi Vendemmia” proseguirà poi a Taurasi i prossimi 11, 12 e 13 maggio con iniziative legate ovviamente al re della vitivinicoltura campana, il Taurasi Dop.

www.taurasivendemmia.it
[email protected]
tel. 347.9904955

Tecnici del Comportamento: il corso di formazione RBT al CIF Irpinia

Tecnici del Comportamento: il corso di formazione RBT al CIF Irpinia

Considerata la lettura dei reali bisogni territoriali, alla luce della crescente numerosità dei disturbi comportamentali in età scolare e non, in particolar modo nella Valle del Sabato, il “Centro Italiano Femminile Comunale di Aiello del Sabato” ha deciso di promuovere un corso di formazione, denominato “Analisi applicata del comportamento per operatori sanitari ed educatori”, corso di formazione propedeutico alla certificazione Registered Behavior Technician™ (RBT) presso il Behavior Analyst Certification Board (BACB®), del valore di 40 crediti ECM per l’anno 2018. Per poter implementare un corso di tale spessore, il CIF ha coinvolto il Provider Nazionale ECM id.4979 “Consorzio s.s.s.s. Scuola Superiore di Scienze della Salute”.
Il tecnico del comportamento certificato (RBT) è un tecnico specializzato, responsabile diretto dell’attuazione delle procedure di acquisizione delle competenze e modificazione del comportamento progettate dal supervisore Bcba o Bcaba.

Il corso si propone di far acquisire competenze pratiche nel settore dell’analisi del comportamento formando tecnici del comportamento qualificati in grado di applicare, con metodologie corrette, interventi basati sull’analisi comportamentale applicata (ABA) attraverso la supervisione di un Bcba. Il docente e responsabile scientifico del corso sarà il prof. Francesco Di Salle, professore ordinario presso il dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università di Salerno, titolare del corso di insegnamento in neuroradiologia. Considerando l’utilità dello stesso e la spendibilità del titolo all’interno della nostra Istituzione Scolastica, e in tutte le realtà coinvolte, il Comune di Aiello del Sabato, il comune di Cesinali, e il Centro Servizi di Volontariato Irpinia Solidale hanno deciso di promuovere tale piano formativo concedendo il patrocinio morale. Volontà della nostra associazione è diffondere a tutta la comunità, al personale scolastico, al corpo docente presente in tutta la provincia di Avellino la presente iniziativa.
Il corso si snoderà in 7 incontri da sei ore declinate nella prima quindicina del mese di maggio. Il costo complessivo della formazione è di 390 euro, è possibile iscriversi sia attraverso il Cif di Aiello del Sabato o direttamente dalla piattaforma Arcadia del provider nazionale Ecm. È possibile rateizzare l’importo secondo modalità definite. Per informazioni: 3356534261 oppure https://www.facebook.com/cifaiellodelsabato

Sbandieratori, musica popolare e laboratori: ecco il Palium Sancti Martini

Sbandieratori, musica popolare e laboratori: ecco il Palium Sancti Martini

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La primavera dà il benvenuto al Palium Sancti Martini. Rinviato per le avverse condizioni meteorologiche, la rievocazione medievale si svolgerà domenica, 8 aprile.

Ricco ed emozionante il programma. Alle ore 16.00, si terrà la Rievocazione storica della vita medievale di Monteforte Irpino nel 1109 con il “Palium Sancti Martini”: il corteo storico partirà dalla piazzetta Don Crescenzo Amodeo. Con inizio alle ore 17.00, si terrà l’Affido del Feudo dei Principi di Sanseverino a Guglielmo di Monteforte, il Giuramento di fedeltà di Guglielmo, Signore di Monteforte, il Giuramento del Capomastro delle contrade, il Combattimento Medievale e lo Spettacolo degli Sbandieratori Cavensi, arricchito dall’esibizione della Scuola di Tarantella Montemaranese. Il Palio continuerà con “Cursus cercinae et copellae – Corsa r’o truocchio e r’a copella”, gara medievale con maestre copellare, “I bambini e la tradizione”, con la presentazione dei lavori eseguiti durante i laboratori, e la degustazione di pietanze medievali. Alle 19.00, sempre in Piazza Umberto I, lezione-spettacolo di Tarantella di Montemarano e Danze dal Mondo a cura della Scuola di Tarantella Montemaranese e di Ballando per le Strade, e il concerto de I Picarielli, gruppo impegnato nella diffusione della musica popolare.

Dal quinto secolo ad oggi rivive il culto di San Martino, patrono di Monteforte Irpino, attraverso la rievocazione delle atmosfere medievali della seconda metà del 1109. L’evento giunto alla sua ventesima edizione, promosso dal Comune di Monteforte Irpino e finanziato dalla Regione Campania nell’ambito del POC 2014-2020 (linea strategica 2.4 “Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e cultura”), è organizzato grazie alla preziosa collaborazione con Pro loco Mons Fortis, associazione Amici del Palio, scuole ed istituti scolastici, con la direzione artistica di Roberto D’Agnese.

«C’è grande attesa per il momento conclusivo del Palio di San Martino – dichiara Costantino Giordano sindaco di Monteforte Irpino – Abbiamo preferito affidarci a condizioni meteorologiche che consentissero di godere a pieno dell’evento che si pone l’obiettivo di valorizzare le nostre radici e le nostre tradizioni che fanno riferimento al culto per il nostro Santo Patrono legando questo nostro patrimonio alla promozione delle nostre eccellenze culturali ed agroalimentari. Questo evento nasce per dare rilievo alla nostra memoria attraverso il recupero di un legame dentro la nostra comunità. La rievocazione, infatti, ha senso soprattutto se si considera il coinvolgimento di tantissimi cittadini montefortesi che da anni si impegnano per consegnare questa tradizione alle prossime generazioni. E’ per loro e con loro che vogliamo dare lunga vita al Palio di San Martino».

«L’inizio della primavera viene esaltato dalla nostra rievocazione storica – dichiara Lia Vitale, assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione del Comune di Monteforte Irpino – con la quale vogliamo far conoscere ancora di più quello che è il nostro patrimonio culturale, nella sua accezione più ampia possibile. Attraverso la rievocazione, infatti, facciamo rivivere un’epoca, quella medievale, attraverso il culto, il legame con Il nostro Santo Patrono è punto di forza nella tutela della nostra identità. Vogliamo rafforzare la nostra appartenenza alla nostra amata comunità. In questo senso il Palio di San Martino è una straordinaria occasione che vogliamo offrire ai cittadini di Monteforte Irpino e a coloro che vorranno condividere con noi la suggestione di questo evento».

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“Grani Antichi”: al via in Irpinia il progetto per salvare la Risciola, giovani agricoltori in campo

“Grani Antichi”: al via in Irpinia il progetto per salvare la Risciola, giovani agricoltori in campo

spighe-risciola

 

Si chiama ‘Grani Antichi’ e ha l’obiettivo di creare una comunità di agricoltori per ri-coltivare in modo tradizionale grani antichi autoctoni, partendo dalla Risciola, in terreni biologici dell’Irpinia, attraverso una filiera integrata e sostenibile, nel rispetto della biodiversità. L’iniziativa è partita dalla famiglia di imprenditori agricoli Lo Conte, originaria di Avellino, cinque generazioni dedicate alla cura della terra, la cui mission è da sempre quella di preservare la ricchezza e la tradizione del territorio facendo, come in questo caso, rivivere grani antichi e dimenticati, ma sani e saporiti.

L’idea è semplice: piantare nuovamente grani autoctoni in terreni irpini, biologici o con metodo integrato, controllati e naturalmente fertili, grazie all’esperienza e all’attività di giovani e appassionati agricoltori, lasciando che la natura faccia poi il suo corso.

LA COMUNITÀ RISCIOLA: COME FUNZIONA – Il Gruppo Lo Conte distribuisce, gratuitamente, i semi necessari ai coltivatori iscritti alla Comunità irpina del grano Risciola, acquistandone tutta la produzione e garantendo sia una maggiorazione del 60% del prezzo di mercato che un’assistenza totale agli agricoltori che decidono di prendere parte al progetto. E’ necessario seguire un disciplinare condiviso, al fine di produrre il grano antico nel rispetto dell’agricoltura biologica e delle migliori tecniche di coltivazione per ottenere un reddito più alto delle normali coltivazioni.

Non potendo garantire quantità industriali, il grano antico non viene utilizzato dai grandi molini, per questo la macinazione viene effettuata nel molino a pietra che non ha la possibilità di raffinare la farina. Alimentato da energia, come vuole la tradizione: il chicco di grano macinato a pietra, infatti, conserva integre le sue parti, preservando tutti i valori nutrizionali. Il grano raccolto non verrà tutto macinato: ne verrà conservata una parte da donare ad altri agricoltori.

Far parte della comunità Risciola significa incentivare un tipo di produzione a km 0, dal campo direttamente al molino, garantendo la sostenibilità ambientale del progetto. «Ogni anno contiamo di poter crescere in base alla bontà dei raccolti, per le disponibilità di semi, e alla notorietà del progetto – spiega Antonio Lo Conte a capo del gruppo –  Siamo partiti da un terreno della nostra famiglia, una collina asciutta e ventilata e non troppo fredda. Le sue zolle, ricche di potassio vulcanico, lo rendono un terreno franco, che grazie alla tradizionale rotazione delle colture, preserva i sali minerali e li trasferisce alla pianta, rendendola completa a livello nutrizionale. L’esposizione al sole e l’impossibilità del ristagno di acqua favoriscono così la crescita sana del grano, che non necessita di interventi umani per il diserbo chimico – continua Lo Conte – Abbiamo sottoposto i nostri terreni a scrupolose analisi per essere certi che siano sani, ricchi e fertili come sono sempre stati. I grani antichi sono sicuramente 100% italiani e sono tracciati punto per punto in una filiera di contadini disposti a seminate questo grano pur sapendo che produrrà la metà del raccolto garantito da un grano moderno. Da questa filiera ne derivano prodotti che esprimono al meglio il valore aggiunto di questi grani, sia per la qualità della materia prima che per l’estrema cura di tutto il processo produttivo».

LA RISCIOLA, LA RISCOPERTA DEL GRANO AUTOCTONO IRPINO – La Risciola è un grano tenero che sin dal 1500 offre le produzioni migliori in alta collina, dove la ventilazione è sempre presente e in modo particolare in Basilicata, Molise e Campania, dove dal 1890 è uno dei prodotti agroalimentari tradizionali. E’ un grano prezioso, ricco di antiossidanti, minerali e vitamine che assicurano un gusto deciso e autentico, e caratterizzato da un ridotto contenuto di glutine e meno del 2% di lipidi. I semi di Risciola non sono stati incrociati né modificati negli anni, mantenendo così intatte tutte le proprietà nutrizionali. La farina di Risciola è, per esempio, eccellente per produrre pane artigianale tradizionale, ottenuto con metodi di panificazione naturale.

«Tutelare il territorio, tutelarne la salubrità, tutelare i nostri giovani restituendo loro il valore e la passione per un mestiere antico e nobile e la soddisfazione di veder germogliare semi scomparsi da tempo: c’è tutto questo dentro i piccoli semi che abbiamo piantato – commenta ancora Lo Conte – Noi sappiamo bene che l’agricoltura è un ciclo che deve tornare a essere sostenibile e integrato, per questo abbiamo scelto di sposare la filosofia del biologico, non solo a livello ambientale: vogliamo che la coltivazione di grani antichi sia un modo per promuovere i valori di rispetto, tradizione e solidarietà, soprattutto riscoprendo sapori antichi. Per questo siamo partiti dagli agricoltori che seminano il grano attentamente controllato in laboratorio, chicco dopo chicco, per preservare la sua biodiversità. Abbiamo coinvolto agricoltori giovani e meno giovani, per promuovere un dialogo tra metodi antichi e innovazione e per offrire un’opportunità in più di lavoro».

Il Venerdì Santo di Vallata. Rivive la tradizione secolare

Il Venerdì Santo di Vallata. Rivive la tradizione secolare

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Il 29 e 30 marzo a Vallata, in Irpinia, rivivrà uno dei più suggestivi e antichi riti della Settimana Santa del Sud Italia. Tradizionale e spettacolare rappresentazione religiosa, infatti, si svolgerebbe dal 1541, ipotesi secondo la quale la fiorente comunità ebraica, stabilitasi in paese e dedita al commercio di bestiame, lungo la rotta verso la vicina Puglia, si convertì al cristianesimo e prese parte a tali rappresentazioni.

Le prime fotografie invece risalgono al 1928: in esse sono già ben evidenti le caratteristiche uniche del Venerdì Santo di Vallata. Caratteristiche che si sono ben sviluppate e radicate nell’attuale assetto scenografico, come pure nella coscienza della popolazione locale. La passione di Cristo viene ricordata con una commossa rievocazione, lontana dalle rappresentazioni sacre così diffuse nel medioevo, diversa da una via crucis.

La tradizione vuole che i giovani si vestano da soldato romano in costume da littore o da centurione, come prova di iniziazione attraverso l’esibizione fisica, indossando una corazza e sfilando tra la folla, che assiste al lento dipanarsi della rappresentazione religiosa, per denunciare la propria esistenza alla comunità.
Oltre ai simboli del potere romano (dall’Aquila latina con due alabardieri alla Grande Guida, da Cesare Imperatore con Lictores a Pilato), sfilano i cosiddetti “Misteri”, oggetti simbolo esibiti dagli incappucciati, e tele settecentesche, di antica fattura, rappresentanti le scene della vita e della morte di Cristo, con frasi del racconto evangelico di San Giovanni. Partecipano alla Processione circa duecento figuranti. Il passo di tutti è cadenzato dal ritmo di un suono caratteristico di tromba e tamburo, che contribuisce a creare un ambiente di commossa riflessione sul grande mistero di dolore di Cristo.

Tale meditazione è ulteriormente sollecitata da alcuni “cantori” che, in gruppi di cinque o sei elementi, cantano i versi della “Passione di Gesù Cristo” di Pietro Metastasio, composti nel secondo periodo della sua vasta produzione caratterizzato dal suo melodramma ispirato a sincera devozione e slancio mistico. I versi, per la loro scarsissima diffusione letteraria, sono stati per anni tramandati oralmente o attraverso incerti scritti; per cui avevano preso un forte accento dialettale risultando incomprensibili alla maggioranza degli astanti.

Tuttavia, le suggestioni della musicalità, della gestualità e dei vocalismi riescono a creare un indiscutibile e meraviglioso effetto. Chiudono la processione il feretro del Cristo morto circondato dal sindaco e dai medici del paese e l’Addolorata circondata da bambine con bandierine listate a lutto.
L’appuntamento dunque è per il 29 marzo, quando all’imbrunire, dopo la funzione religiosa con la consueta lavanda dei piedi, si svolgerà la suggestiva processione “aux flambeaux” del Giovedì Santo, con cattura, condanna e flagellazione del Cristo. L’indomani, venerdì 30 marzo, alle ore undici prenderà il via la cinquecentenaria processione del Venerdì Santo o del Cristo Morto.

 

 

Museo Etnografico Beniamino Tartaglia di Aquilonia

Museo Etnografico Beniamino Tartaglia di Aquilonia

Una fonte di Sapienza Popolare

Il Museo Etnografico di Aquilonia, in provincia di Avellino, ai confini con le Regioni Basilicata e Puglia, è, se non il più grande con i suoi 1.500 mq di esposizione, uno dei più articolati, organici e completi d’Italia.
Ideato dal Professore Beniamino Tartaglia, fine studioso della civiltà contadina, che nel progetto riuscì a coinvolgere, sin dal 1995, buona parte della comunità, consente di fare un viaggio nel passato e di immergersi, in un’atmosfera emozionante, nelle vicende amare di un popolo, che potrebbe essere quello di un qualsiasi paesino del Mezzogiorno d’Italia.
Il Museo presenta oltre 15.000 reperti, recuperati con un lungo e paziente lavoro di ricerca, carichi di uso e di storie, e segnati dalla fatica e dal sudore dei secoli, storia di sofferenza, accumulata in generazioni di strutture socio-economiche rigide, chiuse, gerarchizzate. E proprio dalla durezza delle condizioni di vita deriva la nobiltà di un patrimonio culturale che, benché scarno di innovazioni, si rivela ricco di solidarietà, valori, virtù.

Il Museo Etnografico “Beniamino Tartaglia” è un’ottima chiave di lettura del complesso di tecniche e di metodi che concernevano la realizzazione dell’operare spontaneo e quotidiano della gente; in tal modo, soprattutto per le giovani generazioni, diventa possibile riscoprire dimensioni del vivere collettivo che oggi inaspettatamente tornano di attualità: condivisione, parsimonia nell’utilizzo delle risorse naturali, un legame forte con i ritmi e gli equilibri naturali.
L’Agricoltura fu la sofferta occupazione preminente del popolo, condotta con sistemi arcaici e tradizionali, senza irrigazione, senza macchine, senza concimi chimici (il letame era il solo che si conoscesse), senza sementi selezionate, il che consentiva al massimo la sussistenza. Il contadino spesso si consumava lentamente per inedia, quando veniva risparmiato dalla malaria, dalla pellagra o dal tifo. Una volta il territorio di Aquilonia vestiva verdi mantelli fatti di pascoli ubertosi, sparsi lungo gli innumerevoli pendii che degradavano fino alla confluenza dell’Osento e dell’Ofanto e salivano fino a raggiungere gli innumerevoli boschi che ossigenavano il pianoro su cui è posto il paese, condizioni ideali per l’allevamento e la pastorizia. Infatti, l’allevamento di pecore, mucche e capre era un’altra delle attività preminenti. Un artigianato a livello famigliare, complementare e al servizio dell’agricoltura, tramandato con dignità fino a pochi anni fa, dava sussistenza ad un numero non trascurabile di paesani.

Nel Museo c’è, quindi, la vita autentica di tante generazioni, che rivive negli strumenti e negli attrezzi, nei corredi e negli arredi, negli utensili e nelle suppellettili, nei reperti e nei documenti di ogni genere. Il Museo presenta una peculiarità e originalità importantissima: i reperti non sono stati ordinati per collezioni, in forma espositiva; invece, sono stati ricostruiti con rigore filologico 130 ambienti abitativi e di lavoro, tra cui oltre 52 mestieri, in gran parte scomparsi.
Ciò consente al visitatore di affacciarsi su autentici scenari di vita vissuta, di percorrere un viaggio ricco di emozioni, e di immergersi nella Storia millenaria della nostra civiltà.
Il Museo Etnografico, efficacissimo strumento didattico, è come un grande libro di Storia scritto con il linguaggio “muto” e suggestivo della cultura materiale, che subito affascina e coinvolge il visitatore.
Ampio spazio è dedicato, oltre che al lavoro dei campi, alle colture abituali, ai mestieri, alla medicina popolare, con le terapie empiriche e le pratiche magiche, all’utilizzo e alla cura degli animali, alle tradizioni, alle credenze e alla religiosità popolare, all’alimentazione contadina, alla vita famigliare, al lavoro e alle condizioni della donna e dei giovani, alle gerarchie sociali, ai miti, alla vita della comunità, alla Storia, al tempo libero, ai giochi dell’infanzia, alla scuola, all’abbigliamento, ai personaggi caratteristici. Il tutto ricomposto con l’occhio scrupolosamente antropologico del professor Tartaglia, e raccolto in una collana di pubblicazioni tematiche.
Parte consistente dei visitatori è rappresentata dalle scuole, che possono proporre e seguire, in collaborazione con le guide, percorsi didattici di animazione dei mestieri e fare laboratori attivi, relativi alla preparazione del pane e della pasta, costruire i giochi di una volta, intrecciare cesti e impagliare sedie con materie prime del territorio.
Il Museo è gestito da un’Associazione culturale senza fini di lucro, costituita esclusivamente da volontari legati solo dalla passione per la conservazione del patrimonio etnografico e per non disperdere e dimenticare le proprie “RADICI”, fondamentale strumento di consapevolezza per la costruzione di percorsi futuri.
Nel titolo abbiamo parlato di “fonte di sapienza popolare”: lo si può appurare lungo tutto il percorso, comprendendo i modi originali e pratici con cui si risolvevano i problemi della vita quotidiana, dall’intelligente sfruttamento e distribuzione degli spazi nella casa contadina, ai piccoli/grandi accorgimenti per evitare infortuni sul lavoro, alla costruzione di piccoli attrezzi di lavoro per particolari attività.
L’agricoltura, praticata con sistemi arcaici ma rispettosi della natura e delle peculiarità dei prodotti, principî che oggi giorno si collegano al concetto di agricoltura biologica, era istintivamente pensata come strumento per il bene della salute e come mezzo per procurarsi le calorie atte al lavoro.

Tutto era pensato in funzione di …
Si aveva come punto di riferimento la Natura come entità da rispettare, come Madre Universale.
Dalla Natura si attingevano non solo gli alimenti ma anche i mezzi per affrontare e risolvere i malanni. Le cosiddette “erbe officinali”, erbe spontanee che si raccoglievano nell’ambiente vitale (e tuttora qualcuno continua a farlo, nel territorio) si conservavano con tecniche sperimentate e tramandate nel corso dei secoli, e se ne facevano decotti e tisane. Malva, camomilla, valeriana, borragine, rosa canina, tarassaco, solo per citarne alcune, erano molto efficaci.
Altri siti di interesse prossimi al Museo sono il Parco Archeologico di Carbonara, il Museo delle Città Itineranti, la Badia San Vito con la vicina quercia di circa 500 anni, la diga San Pietro con il lago Aquilaverde.
Il Parco Archeologico, a circa 2 km dall’odierna Aquilonia, presenta le rovine del vecchio paese, colpito dal terremoto del 23 luglio 1930 e abbandonato in seguito all’edificazione della nuova Aquilonia. Il recupero della originaria struttura urbanistica con le stradine, il centro storico, i resti delle antiche Chiese, i vicoletti, la settecentesca fontana monumentale, immerge il visitatore in uno scenario surreale, risvegliando in lui straordinarie suggestioni che gli rivelano la millenaria Storia dell’antica e medioevale comunità di Carbonara (nome del paese fino al 1862). In conseguenza di una Rivolta Contadina avvenuta il 21 ottobre 1860 durante la quale furono trucidati nove dei cosiddetti “galantuomini” dell’epoca, un Decreto Reale  cancellò il nome Carbonara e appose il nome di Aquilonia, in ricordo dell’antica città osco-irpina “AKUDUNNIAD”,  localizzata nel triangolo Lacedonia-Aquilonia-Monteverde, alleata con i Sanniti di Benevento per combattere contro l’espansione di Roma durante le guerre sannitiche. La sconfitta comportò la distruzione della città.
Il Museo delle città Itineranti, aperto in un palazzo restaurato del vecchio centro urbano, raccoglie documenti fotografici, filmati e reperti relativi al terremoto del 1930, assieme a documenti e immagini di altri paesi e città che hanno subito lo stesso destino “errabondo” di Aquilonia.
La Badia di San Vito, del XII secolo, distante circa 700 metri dal centro abitato, è un ameno luogo, oasi di pace e di serenità: la sacralità del sito è rafforzata dalla vigile presenza della “Quercia di S.Vito”, uno degli alberi monumentali più antichi d’Italia. Il tronco ha una circonferenza di m. 5,50 e la chioma di ca. 150 metri.
La diga S.Pietro, con il suo lago Aquilaverde, immersa nei boschi che la circondano, è un’oasi naturale che ospita uccelli acquatici, rapaci, una grande varietà di pesci e nei boschi una grande varietà di fauna selvatica.
Abituati a concentrarci solo località fortemente pubblicizzate, dai luoghi del grande turismo, dimentichiamo spesso che ogni piccolo borgo della nostra Italia è una miniera di bellezze naturali, di beni ambientali, culturali e paesaggistici interessanti.

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