Quattrozampeinfiera: torna a Napoli la due giorni pet friendly più famosa d’Italia

Quattrozampeinfiera: torna a Napoli la due giorni pet friendly più famosa d’Italia

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Cani gatti tra gare di agility, concorsi di bellezza e dimostrazioni affascinati come il “Trofeo Nazionale Macerie Indoor” che simula il lavoro dei cani salvataggio. E poi imparare, grazie alla presenza di molti esperti, il rapporto speciale con il nostro amico a quattro zampe e tanto shopping per scoprire i prodotti pet di ultima tendenza.
Tutto questo si svolgerà a Napoli sabato 26 e domenica 27 maggio nei Padiglioni 4, 5 e 6 della Mostra d’Oltremare per la V edizione partenopea di Quattrozampeinfiera, la più importante manifestazione del settore pet in Italia.
Non è la solita fiera con le esibizioni di Fido e Fuffi in passerella, ma un mix di animal-cultura a 360 gradi in cui si possono conoscere le novità del settore in fatto di alimentazione e di accessori ma anche saperne di più sul rapporto speciale con quello che fa parte a tutti gli effetti della propria famiglia, individuare il comportamento più giusto da avere in ogni situazione.
Sarà possibile cimentarsi gratuitamente con i propri cani in tante attività sportive a misura di quattrozampe: DiscDog, l’AquaDog, a Socializzazione, l’Attivazione mentale, la DogAgility, il cani Cross, il Dog Scooter e la RallyObedience.

Per festeggiare gli amici a 4 zampe che dedicano la loro vita al soccorso degli umani si disputerà per la prima volta a Napoli, una sfida tra tutte le associazioni italiane. La prima edizione del “Trofeo Nazionale Macerie Indoor” nata con il supporto di CSEN Soccorso, ha duplice obiettivo: da un lato, mostrare per la prima volta in Italia al grande pubblico le eroiche e coraggiose attività svolte dai soccorritori e dai loro fedeli compagni a quattro zampe, dall’altro regalare loro la possibilità di celebrare le loro encomiabili azioni.
Tra le altre novità, il primo Trofeo Sportivo Quattrozampeinfiera, nel quale si sfideranno i binomi più dinamici nelle diverse attività sportive coma la Dog Agility, lo Splash dog e l’Agility in acqua. Entrambi gli appuntamenti sono promossi da Trainer da anni impegnata nel campo della cinofilia con finalità sociali e con un evento annuale. All’interno del Dogs World by Farmina, si terranno interessanti appuntamenti per la presentazione delle razze canine.
Non solo cani ma anche gatti. Nel Felis World, grazie alla collaborazione con la Sezione ANFI Campania, presenzieranno razze provenienti da tutta Italia ed Europa. Un’opportunità per osservare da vicino il misterioso mondo dei gatti, con i suoi mille colori, sfumature e particolarità e scoprire quanto sia magico!
Imperdibili saranno gli spettacoli che si alterneranno sul Dog Carpet Show come le performance del campione del mondo di disc dog Adrian Stoica che grazie ad Innovet, stupirà il pubblico con il suo show effetto WOW!

Alla due giorni romana seguiranno altre 2 tappe: Milano il 13 e 14 ottobre e Padova il 10 e 11 novembre. Quattrozampeinfiera è organizzato da 6 anni dalla società Tema Fiere e pensato per essere a misura di cani e gatti. L’unica manifestazione al quale si può partecipare col proprio amico fidato.

LE COMPETIZIONI 

TROFEO QUATTROZAMPEINFIERA by TRAINER
Tra le novità, il primo Trofeo Quattrozampeinfiera, nel quale si sfideranno i binomi più dinamici nelle diverse attività sportive, come la DogAgility, lo Splash Dog e il Free Style in acqua. Entrambi gli appuntamenti sono promossi da Trainer, da anni impegnata nel campo della cinofilia con finalità sociali e con un evento annuale.

TROFEO RICERCA SU MACERIE by TRAINER
Per la prima volta in Italia, all’interno della manifestazione si svolgerà la gara-simulazione di salvataggio indoor tra le macerie organizzata da CSEN Soccorso e Trainer, per festeggiare gli amici a 4 zampe che dedicano la loro vita al soccorso degli umani, si disputerà una sfida tra tutte le associazioni italiane. Una gara che in realtà vuole raccontare al grande pubblico come i cani operano quotidianamente a fianco della Protezione Civile in diverse attività di soccorso, al termine della gara gli stessi visitatori potranno testare l’abilità del proprio cane e nella ricerca tra le macerie per vivere Un giorno da Eroi.

DOGGY SHOW by SOLARO H
Per tutti coloro che non possiedono un cane di razza, ma splendidi cani fantasia o senza pedigree, una sfilata ad hoc sia sabato che domenica li attende per vincere tanti prodotti in omaggio by SOLARO H.

#UNSELFIEPERQZF
Come in ogni edizione, si ripropone l’attività più richiesta sui social della manifestazione: il selfie che ottiene più like, verrà premiato in fiera con simpatici omaggi e riportato su facebook e instagram di

L’ingresso alla fiera per tutte e quattro le tappe è a pagamento. Prevendita on line 8,50 euro e scaricando il Buono Sconto dal sito www.quattrozampeinfiera.it 8 euro. Prezzo intero 11 euro. Ingresso gratuito per i bambini 0-10 anni, cani e gatti.
Per informazioni
e-mail: [email protected]
Telefono: 0362/ 1632092
www.quattrozampeinfiera.it

Fatelo meno, fatelo meglio, fatelo dal veterinario

Fatelo meno, fatelo meglio, fatelo dal veterinario

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Un italiano su due non si rivolge al Medico Veterinario per la cura del proprio pet, preferendo informarsi su canali differenti. Il 48% dei proprietari di pet si affida a canali diversi dal veterinario per reperire informazioni sulla prevenzione e il 64% non verifica le informazioni con il veterinario stesso. Meno della metà (il 46%) sa che il veterinario svolge un compito importante per proteggere sia l’animale che la famiglia.
MSD Animal Health, azienda multinazionale leader nella tutela della salute animale, lancia una campagna di sensibilizzazione dal titolo “Fatelo meno, Fatelo meglio, Fatelo dal veterinario”, patrocinata da ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) ed ESCCAP (European Scientific Council Companion Animal Parasites), con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sulla necessità di una corretta prevenzione parassitaria negli animali da compagnia, da effettuare secondo il consiglio del veterinario.

La prevenzione è un fatto culturale. Agire prima che si manifesti il danno non fa parte del nostro bagaglio culturale, siamo ancora un Paese che aspetta l’emergenza. Questo si verifica perché la prevenzione lavora sull’invisibile e non gratifica come l’intervento ex-post. Chiaramente è un errore di impostazione culturale, difficile da contrastare, perché guarire una malattia è un gesto misurabile, evidente, che gratifica il proprietario molto di più di un comportamento che quella malattia la evita, percepito come privo di risultato. Il ruolo del veterinario in questo contesto è fondamentale, in quanto è il punto di riferimento per informarsi ed essere accompagnati e guidati nelle scelte di salute e prevenzione”, afferma Marco Melosi, Presidente ANMVI”

Ma come si comportano i proprietari di piccoli animali? Da una ricerca Doxapharma emerge che in Italia solo un proprietario su due ritiene che il veterinario abbia un ruolo fondamentale per la salute del proprio animale, meno della metà (il 46%) sa che il veterinario svolge un compito importante per proteggere sia l’animale che la famiglia. Inoltre ancora il 48% dei proprietari di pet si affida a canali diversi dal veterinario per reperire informazioni sulla prevenzione parassitaria del proprio animale da compagnia e, di questi, il 64% non verifica le informazioni con il veterinario stesso.
“Stiamo assistendo ad un fenomeno molto interessante: l’aumento di animali da compagnia tra i giovani proprietari, single, coppie o neo-genitori. Il proprietario del pet sta diventando sempre più informato e più desideroso di acquisire informazioni dirette. La vera sfida sta qui: confrontarsi con il proprietario sulle fonti di informazione, non reprimere la sua curiosità, fare il possibile per incoraggiarlo ad un’ analisi critica dei contenuti insieme al Medico Veterinario” , aggiunge Melosi.

“Siamo entusiasti di questo progetto – afferma Paolo Sani di MSD Animal Health – MSD Animal Health desidera veicolare una campagna di sensibilizzazione diretta al pubblico con un linguaggio semplice, di forte impatto, che susciti attenzione e sia memorabile per stimolare un cambio di comportamento. In questo modo la nostra azienda contribuisce a tutelare la salute degli animali, delle persone, e quindi dell’intero ecosistema, perché la salute è un bene di tutti che deve essere difeso responsabilmente”.

Tutte le info su www.fatelomenofatelomeglio.it

Napule è…Pediatria Preventiva e Sociale: il convegno SIPPS nel capoluogo partenopeo

Napule è…Pediatria Preventiva e Sociale: il convegno SIPPS nel capoluogo partenopeo

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Si rinnova l’appuntamento con “Napule è…Pediatria Preventiva e Sociale”, il convegno che la SIPPS organizza dal 28 aprile al 1 maggio presso l’Hotel Royal Continental di Napoli. Nel corso della quattro giorni, nel capoluogo campano si confronteranno Pediatri di famiglia ed esperti di Pediatria provenienti da tutta Italia, pronti a discutere su cinque macro aree: dalla Prevenzione alla Gastroenterologia, passando per l’Allergologia, la Nutrizione e la Dermatologia.
Sabato 28, alle ore 17.30, l’inaugurazione, con l’introduzione e la presentazione del Congresso a cura del Dottor Giuseppe Di Mauro, Presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale.
“Si tratta – dichiara il Presidente della SIPPS – di un’occasione preziosa per incontrarci sulle tematiche che più ci stanno a cuore, per approfondire ed implementare gli aggiornamenti e le raccomandazioni riportati nei documenti SIPPS presentati al Congresso Nazionale SIPPS 2017 di Venezia e per introdurre i nuovi lavori di cui parleremo a giugno, durante il nostro Congresso Nazionale 2018 di Siracusa. A Napoli tutti gli argomenti saranno affrontati e discussi con i migliori esperti di ogni settore, per fornire ai colleghi, ai nostri piccoli pazienti e ai loro genitori, le migliori evidenze scientifiche e promuovere comportamenti virtuosi di cui, in ultimo, potranno beneficiare i bambini, gli adulti di domani”. A conclusione dell’inaugurazione sono previste due importanti letture magistrali. La prima si intitola “L’età del ferro: le nuove acquisizioni”, mentre la seconda ha per titolo “Cosa ci dicono i telomeri dei bambini obesi?”.

Ad aprire la giornata di lavori di domenica 29 aprile sarà la “Guida pratica sui corticosteroidi in dermatologia pediatrica”, sessione durante la quale verranno affrontati diversi argomenti: dalla corticofobia alla dermatite atopica fino alla psoriasi. Al termine si terrà la lettura “Probiotici tra disordini funzionali e patologie gastrointestinali”.
La seconda sessione della giornata è in programma nel pomeriggio ed è incentrata su “Il bambino nella sua famiglia. Guida pratica per i genitori”. “Il testo – spiega il Dottor Di Mauro – costituisce un valido supporto per risolvere i dubbi dei genitori e soddisfare la voglia di saperne di più, di approfondire, di “comprendere” e di prendersi cura dei propri figli, con la supervisione ed il supporto del pediatra di fiducia, punto di riferimento principale per la salute del bambino. Questo volume è la riedizione aggiornata della Guida “Da 0 a 6 anni”, nata 10 anni fa grazie all’impegno di un piccolo gruppo di pediatri di famiglia innamorati del proprio lavoro”. Gli esperti della SIPPS avranno circa 20 minuti per parlare di: “È arrivata la cicogna”, “Come educare un bambino a mangiare con gusto”, “Aspetti normativi: genitori separati, bambini migranti, bambini adottati”, “Prepararsi ad una nuova gravidanza”, “Pillole dalla Guida: il vomito, la diarrea, la tosse, i pidocchi, la febbre ed il dolore”. La lettura che farà calare il sipario su questa seconda sessione è intitolata “Si fa presto a dire…lavaggio nasale”.
Domenica è previsto un corso a numero chiuso, “Dermatologia pediatrica ambulatoriale attraverso casi clinici vissuti”: i pediatri spazieranno dall’uso dei cortisonici topici in età pediatrica alla psoriasi fino alle patologie dell’area genitale e alle malattie dermatologiche che il pediatra non deve ignorare.

La terza sessione di “Napule è…” inaugura la giornata di lavori di lunedì 30 aprile ed è incentrata sulla Consensus VIS: gli esperti discuteranno di Vitamine, integratori e supplementi, confrontandosi su Melatonina e Triptofano, Ferro, Calcio, Vitamina D, Vitamina B, Fluoro, Iodio e Zenzero. Al termine la lettura “Reflusso gastroesofageo e dietoterapia”.
Il ricco programma di lunedì prosegue nel pomeriggio: dopo la lettura “Novità nella Distrofia muscolare di Duchenne: dalla genetica alla terapia”, gli OL della SIPPS si confrontano nella IV sessione sulla “Guida pratica per la transizione dal pediatra al medico dell’adulto”: al centro dei lavori la transizione del bambino cardiopatico, con fibrosi cistica, obeso, diabetico e della transizione dell’adolescente sano.
La SIPPS non si ferma nemmeno il primo maggio. Nel giorno dedicato alla festa dei lavoratori, si comincia la mattina con la V Sessione: “Position paper sulle diete vegetariane in gravidanza ed in età evolutiva”. I pediatri si soffermeranno su crescita e sviluppo neurocognitivo, diete vegetariane e disturbi della condotta alimentare, corretta idratazione in età pediatrica. “In alcuni casi – afferma la Dottoressa Margherita Caroli, coordinatore del Position Paper – intere famiglie, abbracciano nuovi modelli alimentari, intraprendendo un percorso che necessita peraltro di assunzioni calibrate dei diversi alimenti. I bimbi quindi, soprattutto in questi casi, potrebbero venir esposti a stili alimentari non ideali per la loro crescita”. Fondamentale, inoltre, una corretta idratazione. “Una insufficiente assunzione di acqua – informa Andrea Vania, Professore di Nutrizione Pediatrica all’Università La Sapienza di Roma – è infatti associata ad un indice di massa corporea più elevato e a un rischio maggiore di sviluppare obesità. I piccoli di età compresa tra i 7 e i 10 anni, dovrebbero bere almeno 8 bicchieri d’acqua al giorno”.
La mattinata terminerà con la lettura intitolata “Formule per il trattamento dell’allergia alle proteine del latte vaccino”.
La SIPPS lascia infine spazio alle giovani generazioni. Lo conferma la VI ed ultima sessione del Congresso, intitolata “Saranno famosi”: un contenitore riservato a comunicazioni, progetti, attività e casi clinici presentati da giovani Medici e giovani Pediatri di famiglia.

Associazione “D.S.A. Dislessia, un limite da superare”

Associazione “D.S.A. Dislessia, un limite da superare”

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L’Associazione “D.S.A. Dislessia, un limite da superare” è un’associazione di volontari determinati a tutelare il diritto allo studio degli studenti con D.S.A., a supportare famiglie disorientate e a contrastare i pregiudizi e le ingiustizie che limitano il futuro universitario e lavorativo dei ragazzi dislessici.
L’Associazione, costituita il 22 febbraio 2011 a San Giorgio a Cremano (NA) e attualmente con sede legale in Napoli, ha la caratteristica di avere un Direttivo composto da genitori di ragazzi con D.S.A.: il presidente è Titti Gaeta, il vicepresidente è Sara Zeno, i consiglieri sono Imma Monteforte, Maria Grazia d’Alessandro e Mariangela Negrini.
Col tempo si è creata una fitta rete di militanti volontari: genitori, specialisti dell’età evolutiva, docenti, pronti a confrontarsi, sostenersi vicendevolmente e ad aiutare chiunque avesse un rapporto più o meno diretto con i Disturbi Specifici di Apprendimento (D.S.A.) che racchiudono caratteristiche innate quali la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia che presentano, rispettivamente, difficoltà nel leggere, nello scrivere e far di conto. L’intelligenza delle persone con D.S.A. è nella norma e spesso superiore alla media.
I disturbi specifici dell’apprendimento non sono una patologia ma ancora per tante persone, compresi gli insegnanti, ciò non è ben chiaro ed è per questo motivo che è fondamentale far arrivare ovunque una corretta informazione.
Gli obiettivi dell’associazione sono:
• tutelare il diritto allo studio degli studenti con D.S.A.;
• sensibilizzare e informare sui Disturbi Specifici di Apprendimento le Istituzioni Scolastiche, i genitori, gli studenti e l’opinione pubblica;
• supportare famiglie disorientate;
• promuovere formazione e ricerca in tutti i settori connessi ai Disturbi Specifici di Apprendimento;
• creare punti di ascolto per fornire aiuto ed informare su tutte le tematiche dei D.S.A.
• informare sugli obblighi della scuola e dell’Università.

Per il raggiungimento degli obiettivi, l’associazione dal 2011 porta avanti una campagna di sensibilizzazione e informazione, gratuita, attraverso il Progetto “Sportelli di Primo Ascolto D.S.A.” e “Seminari informativi”. 
Numerosi gli Sportelli di Primo Ascolto presenti su Napoli, San Giorgio a Cremano, Portici, Marano di Napoli, Aversa, Frattaminore, Sorrento. Organizzati presso Istituti Scolastici Statali di ogni ordine e grado, rivolti a docenti, famiglie e studenti; attivati grazie alla collaborazione in regime di volontariato di esperti afferenti alle diverse aree di interesse che riguardano le varie problematiche affrontate. Tali Sportelli offrono: informazione sulle normative vigenti; informazioni sulle strutture sanitarie pubbliche per le valutazioni; mediazione tra scuola e famiglia; indicazioni sugli strumenti compensativi e misure dispensative; condivisione di buone prassi per l’adeguata gestione dei Disturbi Specifici di Apprendimento durante le lezioni.
I Seminari informativi, gratuiti, che l’associazione organizza sono tenuti da docenti formatori, specialisti del settore sanitario, nonché del settore legale e sono rivolti a dirigenti scolastici, insegnanti, famiglie e studenti.

Per ulteriore informazioni e seguire le attività dell’associazione:
E-mail: [email protected][email protected]
Sito web www.associazionedsa.it
Pagina Facebook https://www.facebook.com/dislessiaunlimitedasuperare

 

“Grani Antichi”: al via in Irpinia il progetto per salvare la Risciola, giovani agricoltori in campo

“Grani Antichi”: al via in Irpinia il progetto per salvare la Risciola, giovani agricoltori in campo

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Si chiama ‘Grani Antichi’ e ha l’obiettivo di creare una comunità di agricoltori per ri-coltivare in modo tradizionale grani antichi autoctoni, partendo dalla Risciola, in terreni biologici dell’Irpinia, attraverso una filiera integrata e sostenibile, nel rispetto della biodiversità. L’iniziativa è partita dalla famiglia di imprenditori agricoli Lo Conte, originaria di Avellino, cinque generazioni dedicate alla cura della terra, la cui mission è da sempre quella di preservare la ricchezza e la tradizione del territorio facendo, come in questo caso, rivivere grani antichi e dimenticati, ma sani e saporiti.

L’idea è semplice: piantare nuovamente grani autoctoni in terreni irpini, biologici o con metodo integrato, controllati e naturalmente fertili, grazie all’esperienza e all’attività di giovani e appassionati agricoltori, lasciando che la natura faccia poi il suo corso.

LA COMUNITÀ RISCIOLA: COME FUNZIONA – Il Gruppo Lo Conte distribuisce, gratuitamente, i semi necessari ai coltivatori iscritti alla Comunità irpina del grano Risciola, acquistandone tutta la produzione e garantendo sia una maggiorazione del 60% del prezzo di mercato che un’assistenza totale agli agricoltori che decidono di prendere parte al progetto. E’ necessario seguire un disciplinare condiviso, al fine di produrre il grano antico nel rispetto dell’agricoltura biologica e delle migliori tecniche di coltivazione per ottenere un reddito più alto delle normali coltivazioni.

Non potendo garantire quantità industriali, il grano antico non viene utilizzato dai grandi molini, per questo la macinazione viene effettuata nel molino a pietra che non ha la possibilità di raffinare la farina. Alimentato da energia, come vuole la tradizione: il chicco di grano macinato a pietra, infatti, conserva integre le sue parti, preservando tutti i valori nutrizionali. Il grano raccolto non verrà tutto macinato: ne verrà conservata una parte da donare ad altri agricoltori.

Far parte della comunità Risciola significa incentivare un tipo di produzione a km 0, dal campo direttamente al molino, garantendo la sostenibilità ambientale del progetto. «Ogni anno contiamo di poter crescere in base alla bontà dei raccolti, per le disponibilità di semi, e alla notorietà del progetto – spiega Antonio Lo Conte a capo del gruppo –  Siamo partiti da un terreno della nostra famiglia, una collina asciutta e ventilata e non troppo fredda. Le sue zolle, ricche di potassio vulcanico, lo rendono un terreno franco, che grazie alla tradizionale rotazione delle colture, preserva i sali minerali e li trasferisce alla pianta, rendendola completa a livello nutrizionale. L’esposizione al sole e l’impossibilità del ristagno di acqua favoriscono così la crescita sana del grano, che non necessita di interventi umani per il diserbo chimico – continua Lo Conte – Abbiamo sottoposto i nostri terreni a scrupolose analisi per essere certi che siano sani, ricchi e fertili come sono sempre stati. I grani antichi sono sicuramente 100% italiani e sono tracciati punto per punto in una filiera di contadini disposti a seminate questo grano pur sapendo che produrrà la metà del raccolto garantito da un grano moderno. Da questa filiera ne derivano prodotti che esprimono al meglio il valore aggiunto di questi grani, sia per la qualità della materia prima che per l’estrema cura di tutto il processo produttivo».

LA RISCIOLA, LA RISCOPERTA DEL GRANO AUTOCTONO IRPINO – La Risciola è un grano tenero che sin dal 1500 offre le produzioni migliori in alta collina, dove la ventilazione è sempre presente e in modo particolare in Basilicata, Molise e Campania, dove dal 1890 è uno dei prodotti agroalimentari tradizionali. E’ un grano prezioso, ricco di antiossidanti, minerali e vitamine che assicurano un gusto deciso e autentico, e caratterizzato da un ridotto contenuto di glutine e meno del 2% di lipidi. I semi di Risciola non sono stati incrociati né modificati negli anni, mantenendo così intatte tutte le proprietà nutrizionali. La farina di Risciola è, per esempio, eccellente per produrre pane artigianale tradizionale, ottenuto con metodi di panificazione naturale.

«Tutelare il territorio, tutelarne la salubrità, tutelare i nostri giovani restituendo loro il valore e la passione per un mestiere antico e nobile e la soddisfazione di veder germogliare semi scomparsi da tempo: c’è tutto questo dentro i piccoli semi che abbiamo piantato – commenta ancora Lo Conte – Noi sappiamo bene che l’agricoltura è un ciclo che deve tornare a essere sostenibile e integrato, per questo abbiamo scelto di sposare la filosofia del biologico, non solo a livello ambientale: vogliamo che la coltivazione di grani antichi sia un modo per promuovere i valori di rispetto, tradizione e solidarietà, soprattutto riscoprendo sapori antichi. Per questo siamo partiti dagli agricoltori che seminano il grano attentamente controllato in laboratorio, chicco dopo chicco, per preservare la sua biodiversità. Abbiamo coinvolto agricoltori giovani e meno giovani, per promuovere un dialogo tra metodi antichi e innovazione e per offrire un’opportunità in più di lavoro».

Museo Etnografico Beniamino Tartaglia di Aquilonia

Museo Etnografico Beniamino Tartaglia di Aquilonia

Una fonte di Sapienza Popolare

Il Museo Etnografico di Aquilonia, in provincia di Avellino, ai confini con le Regioni Basilicata e Puglia, è, se non il più grande con i suoi 1.500 mq di esposizione, uno dei più articolati, organici e completi d’Italia.
Ideato dal Professore Beniamino Tartaglia, fine studioso della civiltà contadina, che nel progetto riuscì a coinvolgere, sin dal 1995, buona parte della comunità, consente di fare un viaggio nel passato e di immergersi, in un’atmosfera emozionante, nelle vicende amare di un popolo, che potrebbe essere quello di un qualsiasi paesino del Mezzogiorno d’Italia.
Il Museo presenta oltre 15.000 reperti, recuperati con un lungo e paziente lavoro di ricerca, carichi di uso e di storie, e segnati dalla fatica e dal sudore dei secoli, storia di sofferenza, accumulata in generazioni di strutture socio-economiche rigide, chiuse, gerarchizzate. E proprio dalla durezza delle condizioni di vita deriva la nobiltà di un patrimonio culturale che, benché scarno di innovazioni, si rivela ricco di solidarietà, valori, virtù.

Il Museo Etnografico “Beniamino Tartaglia” è un’ottima chiave di lettura del complesso di tecniche e di metodi che concernevano la realizzazione dell’operare spontaneo e quotidiano della gente; in tal modo, soprattutto per le giovani generazioni, diventa possibile riscoprire dimensioni del vivere collettivo che oggi inaspettatamente tornano di attualità: condivisione, parsimonia nell’utilizzo delle risorse naturali, un legame forte con i ritmi e gli equilibri naturali.
L’Agricoltura fu la sofferta occupazione preminente del popolo, condotta con sistemi arcaici e tradizionali, senza irrigazione, senza macchine, senza concimi chimici (il letame era il solo che si conoscesse), senza sementi selezionate, il che consentiva al massimo la sussistenza. Il contadino spesso si consumava lentamente per inedia, quando veniva risparmiato dalla malaria, dalla pellagra o dal tifo. Una volta il territorio di Aquilonia vestiva verdi mantelli fatti di pascoli ubertosi, sparsi lungo gli innumerevoli pendii che degradavano fino alla confluenza dell’Osento e dell’Ofanto e salivano fino a raggiungere gli innumerevoli boschi che ossigenavano il pianoro su cui è posto il paese, condizioni ideali per l’allevamento e la pastorizia. Infatti, l’allevamento di pecore, mucche e capre era un’altra delle attività preminenti. Un artigianato a livello famigliare, complementare e al servizio dell’agricoltura, tramandato con dignità fino a pochi anni fa, dava sussistenza ad un numero non trascurabile di paesani.

Nel Museo c’è, quindi, la vita autentica di tante generazioni, che rivive negli strumenti e negli attrezzi, nei corredi e negli arredi, negli utensili e nelle suppellettili, nei reperti e nei documenti di ogni genere. Il Museo presenta una peculiarità e originalità importantissima: i reperti non sono stati ordinati per collezioni, in forma espositiva; invece, sono stati ricostruiti con rigore filologico 130 ambienti abitativi e di lavoro, tra cui oltre 52 mestieri, in gran parte scomparsi.
Ciò consente al visitatore di affacciarsi su autentici scenari di vita vissuta, di percorrere un viaggio ricco di emozioni, e di immergersi nella Storia millenaria della nostra civiltà.
Il Museo Etnografico, efficacissimo strumento didattico, è come un grande libro di Storia scritto con il linguaggio “muto” e suggestivo della cultura materiale, che subito affascina e coinvolge il visitatore.
Ampio spazio è dedicato, oltre che al lavoro dei campi, alle colture abituali, ai mestieri, alla medicina popolare, con le terapie empiriche e le pratiche magiche, all’utilizzo e alla cura degli animali, alle tradizioni, alle credenze e alla religiosità popolare, all’alimentazione contadina, alla vita famigliare, al lavoro e alle condizioni della donna e dei giovani, alle gerarchie sociali, ai miti, alla vita della comunità, alla Storia, al tempo libero, ai giochi dell’infanzia, alla scuola, all’abbigliamento, ai personaggi caratteristici. Il tutto ricomposto con l’occhio scrupolosamente antropologico del professor Tartaglia, e raccolto in una collana di pubblicazioni tematiche.
Parte consistente dei visitatori è rappresentata dalle scuole, che possono proporre e seguire, in collaborazione con le guide, percorsi didattici di animazione dei mestieri e fare laboratori attivi, relativi alla preparazione del pane e della pasta, costruire i giochi di una volta, intrecciare cesti e impagliare sedie con materie prime del territorio.
Il Museo è gestito da un’Associazione culturale senza fini di lucro, costituita esclusivamente da volontari legati solo dalla passione per la conservazione del patrimonio etnografico e per non disperdere e dimenticare le proprie “RADICI”, fondamentale strumento di consapevolezza per la costruzione di percorsi futuri.
Nel titolo abbiamo parlato di “fonte di sapienza popolare”: lo si può appurare lungo tutto il percorso, comprendendo i modi originali e pratici con cui si risolvevano i problemi della vita quotidiana, dall’intelligente sfruttamento e distribuzione degli spazi nella casa contadina, ai piccoli/grandi accorgimenti per evitare infortuni sul lavoro, alla costruzione di piccoli attrezzi di lavoro per particolari attività.
L’agricoltura, praticata con sistemi arcaici ma rispettosi della natura e delle peculiarità dei prodotti, principî che oggi giorno si collegano al concetto di agricoltura biologica, era istintivamente pensata come strumento per il bene della salute e come mezzo per procurarsi le calorie atte al lavoro.

Tutto era pensato in funzione di …
Si aveva come punto di riferimento la Natura come entità da rispettare, come Madre Universale.
Dalla Natura si attingevano non solo gli alimenti ma anche i mezzi per affrontare e risolvere i malanni. Le cosiddette “erbe officinali”, erbe spontanee che si raccoglievano nell’ambiente vitale (e tuttora qualcuno continua a farlo, nel territorio) si conservavano con tecniche sperimentate e tramandate nel corso dei secoli, e se ne facevano decotti e tisane. Malva, camomilla, valeriana, borragine, rosa canina, tarassaco, solo per citarne alcune, erano molto efficaci.
Altri siti di interesse prossimi al Museo sono il Parco Archeologico di Carbonara, il Museo delle Città Itineranti, la Badia San Vito con la vicina quercia di circa 500 anni, la diga San Pietro con il lago Aquilaverde.
Il Parco Archeologico, a circa 2 km dall’odierna Aquilonia, presenta le rovine del vecchio paese, colpito dal terremoto del 23 luglio 1930 e abbandonato in seguito all’edificazione della nuova Aquilonia. Il recupero della originaria struttura urbanistica con le stradine, il centro storico, i resti delle antiche Chiese, i vicoletti, la settecentesca fontana monumentale, immerge il visitatore in uno scenario surreale, risvegliando in lui straordinarie suggestioni che gli rivelano la millenaria Storia dell’antica e medioevale comunità di Carbonara (nome del paese fino al 1862). In conseguenza di una Rivolta Contadina avvenuta il 21 ottobre 1860 durante la quale furono trucidati nove dei cosiddetti “galantuomini” dell’epoca, un Decreto Reale  cancellò il nome Carbonara e appose il nome di Aquilonia, in ricordo dell’antica città osco-irpina “AKUDUNNIAD”,  localizzata nel triangolo Lacedonia-Aquilonia-Monteverde, alleata con i Sanniti di Benevento per combattere contro l’espansione di Roma durante le guerre sannitiche. La sconfitta comportò la distruzione della città.
Il Museo delle città Itineranti, aperto in un palazzo restaurato del vecchio centro urbano, raccoglie documenti fotografici, filmati e reperti relativi al terremoto del 1930, assieme a documenti e immagini di altri paesi e città che hanno subito lo stesso destino “errabondo” di Aquilonia.
La Badia di San Vito, del XII secolo, distante circa 700 metri dal centro abitato, è un ameno luogo, oasi di pace e di serenità: la sacralità del sito è rafforzata dalla vigile presenza della “Quercia di S.Vito”, uno degli alberi monumentali più antichi d’Italia. Il tronco ha una circonferenza di m. 5,50 e la chioma di ca. 150 metri.
La diga S.Pietro, con il suo lago Aquilaverde, immersa nei boschi che la circondano, è un’oasi naturale che ospita uccelli acquatici, rapaci, una grande varietà di pesci e nei boschi una grande varietà di fauna selvatica.
Abituati a concentrarci solo località fortemente pubblicizzate, dai luoghi del grande turismo, dimentichiamo spesso che ogni piccolo borgo della nostra Italia è una miniera di bellezze naturali, di beni ambientali, culturali e paesaggistici interessanti.

Pet Therapy a Villa Serena

Pet Therapy a Villa Serena

L’Associazione “Rosa Vitillo Pet therapy” ha come obiettivo la divulgazione e l’impiego della pet therapy e delle altre coterapie (quali musicoterapia, arte terapia, DMT), per veicolare e rendere più efficaci le terapie tradizionali. La Pet therapy abbraccia sia le AAT, che sono terapie in senso stretto che le AAA, attività assistite e le AAE Attività educazionali con l’ausilio del pet. Le finalità comuni sono migliorare l’umore, facilitare le terapie, creare momenti ludico/educativi, abbassare la tensione a livello del gruppo, migliorare il senso di autoefficacia, l’autostima e favorire la socializzazione. L’ associazione opera nei vari contesti di agio e disagio, utilizzando gli animali sia di in chiave ludico/educativa che prettamente terapica con staff specializzato e formato in pet therapy, attraverso vari pet, opportunamente preparati, quali conigli, cani e tartarughe, lavorando quindi sia in contesti creati ad hoc sia in comunità psichiatriche, ospedali e centri per ragazzi diversamente abili.
Da due anni sono attivi laboratori di pet therapy presso la casa di riposo “Villa Serena” di Pesco Sannita, dove il direttore e coordinatore della struttura, Dott. Vincenzo Meoli, la responsabile del settore animazione e formazione degli operatori, dott.ssa Luisa Leone e la responsabile amministrativa, dott.ssa Silvana Leone si dicono molto soddisfatti del lavoro svolto. Gli anziani si mostrano più disposti al contatto e all’ interazione da quando svolgono i laboratori, ricordano abbastanza bene quello che facciamo con i pet e vengono continuamente stimolati a livello cognitivo. Insieme al presidente dell’associazione, Avv. Gloria Malavolti, il progetto è seguito dalla volontaria, dott.ssa Antonella, che con dedizione e passione si sta dedicando alla strutturazione e messa in opera delle attività. Il 21 dicembre ci sarà una festa di Natale che vedrà coinvolti, oltre agli amici pet, musica, canti e balli popolari, sempre organizzati dall’ associazione Rosa Vitillo pet therapy e dall’ ausilio di volontari che hanno deciso di dedicare un po’ di tempo alla struttura.

Il termine “pet therapy” è un neologismo anglosassone, che indica le attività e le terapie svolte con un animale. Il “pet” è un animale preferenziale, domestico, di piccole (cani, gatti, conigli) ma anche di grandi dimensioni (cavallo o delfino) (G.Ba, 2004). Lo psichiatra Boris Levinson (1953) ha compiuto le prime osservazioni cliniche in merito ai benefici della pet therapy sui disagi psichici e l’handicap psicomotorio, coniando il termine “pet therapy” nel 1961. Levinson aveva, infatti, ripetutamente notato che il cane che lo accompagnava nel corso della terapia suscitava un vivo interesse da parte di un paziente autistico. B. Levinson riteneva, ispirandosi alle teorie winnicottiane, che il pet potesse essere utilizzato in qualità di “oggetto transizionale”, nonché “catalizzatore” per lo sviluppo delle abilità sociali.
La pet therapy, quindi, presuppone l’utilizzo del pet in diversi programmi educativi, terapeutici e\o riabilitativi, in qualità di facilitatore relazionale e sociale, da parte di professionisti dell’educazione e del benessere umano che hanno svolto una formazione specifica nell’ ambito della pet therapy e che, pertanto, sono attenti al benessere sia dell’animale che degli utenti all’ interno della sessione. Le attività in parola non sostituiscono ma affiancano terapie e metodologie educative e riabilitative tradizionali, come co-terapia. Gli anziani, in particolare, possono presentare spesso disattenzione, problemi di memoria, depressione, scoppi emotivi e di pensiero lento. L’ interazione con il pet gli consente di spostare l’attenzione da sè stessi all’altro, di ricevere affetto e, allo stesso tempo, di stimolare il mantenimento delle capacità residue.

Le persone ospiti di case di cura, spesso sentono di avere una mancanza di controllo sulla loro vita e, pertanto, somministrare coccole ad un pet e ricevere affetto non giudicante è rilassante e consente all’ utente di sentirsi a proprio agio e di affrontare diversamente la permanenza che, spesso, si accompagna all’ isolamento affettivo dai famigliari. L’ attività assistita aiuta i pazienti a mostrare interesse per l’ambiente circostante e fissarsi sul qui ed ora. Il rapporto animale-uomo, di tipo affettivo ed emozionale, si è mostrato efficace da un punto di vista fisiologico dal momento che è stato riscontrato, che attività come l’invito ad accarezzare e spazzolare l’animale, porgergli piccoli bocconcini, camminare tenendolo al guinzaglio, favoriscono l’abbassamento della pressione sanguigna ed il rallentamento della frequenza cardiaca (Carbone G., Tonali A., 2007). Una delle principali difficoltà riscontrate nell’interazione con soggetti anziani, soprattutto se colpiti da patologie neurologiche, soprattutto, l’Alzheimer è la sensazione che in essi sia presente una cecità mentale, allo stesso modo delle persone autistiche, rispetto agli stimoli sociali ed un’incapacità a mentalizzare gli stati propri e altrui (Frith U., 2009). Da un punto di vista psicodinamico ciò può essere ritenuto un effetto dei meccanismi di difesa primariamente utilizzati dal soggetto: alienazione e isolamento, meccanismi, in particolar modo l’isolamento, che consentono alla persona di scindere gli elementi affettivi di un’esperienza dai suoi elementi cognitivi e che permettono alla persona di relegare verso zone inaccessibili alla propria coscienza, i vissuti dolorosi connessi alla malattia ed ai disturbi sperimentati (Mc Williams, 1994).
Attraverso la stimolazione primariamente di tipo sensoriale, effettuata attraverso 
l’ausilio del pet, è possibile assistere ad un miglioramento dell’attenzione e delle capacità relazionali, una riduzione dei disturbi comportamentali, un miglioramento del tono dell’umore ed un’interazione verbale coerente rispetto al contesto.
Gli effetti benefici della pet therapy in ambito neurologico sono stati citati anche nel cinquantaduesimo Congresso Nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, ove è stato evidenziato un miglioramento nell’ attenzione e
nell’interazione dei pazienti che avevano aderito a progetti sperimentali con gli animali. Si è registrata, inoltre, una diminuzione dei disturbi comportamentali, un miglioramento del tono dell’umore nonché un’interazione verbale pertinente al contesto, un miglioramento significativo nell’ambito del linguaggio. Un articolo del Journal of American Geriatric Society a sottolinea come gli anziani possessori di un animale da compagnia, mostrano un maggior benessere e maggiore attitudine a svolgere le azioni della vita quotidiana.

Nella casa di Riposo Villa Serena, di Pesco Sannita il direttore e coordinatore della struttura, Dott. Vincenzo Meoli, la responsabile del settore animazione e formazione degli operatori, dott.ssa Luisa Leone e la responsabile amministrativa, dott.ssa Silvana Leone hanno voluto puntare sulla pet therapy per i propri utenti. Abbiamo riscontrato, in due anni di attività, che il contatto con i pet allevia il senso abbandono, sollecita la memoria, favorisce un miglioramento del tono dell’umore, nel linguaggio, mantiene le facoltà cognitive residue. Sono proposte attività di accudimento, spazzolamento, accarezzamento che aiutano gli ospiti a fissare l’attenzione sul qui ed ora e attraverso la stimolazione sensoriale, si agisce sulle capacità residue;
* Si invitano i pazienti ad elaborare ricordi relativi agli animali, strutturando domande molto semplici nel corso delle attività proposte;
* accanto alle attività più statiche, là dove possibile, i pazienti possono sperimentarsi in giochi di coordinamento motorio (lanciare la palla al cane, farlo saltare nel cerchio, passare nel tunnel ecc…);
* tutto ciò è accompagnato da attività che vedono il supporto di musica e arti grafiche, R.O.T. per tentare un approccio più globale e modellato sul bisogno individuale.

Il Sorriso Cooperativa

Il Sorriso Cooperativa

il Sorriso Cooperativa
Progettazione e nella gestione di servizi sociali, socio educativi e socio-sanitari rivolti alla singola persona e alla famiglia, al fine di consentire la cura, la riabilitazione e laddove possibile il ritorno alla vita attiva di persone in difficoltà.

Tel. 0825/39771
Fax 0825/39544
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Arrivano le Piccole Guardie Ambientali (PGA) di Greenopoli

Arrivano le Piccole Guardie Ambientali (PGA) di Greenopoli

Greenopoli è un sito internet www.greenopoli.it, una pagina facebook, un’idea, un metodo didattico, un progetto educativo, un gioco, un libro: Il Metodo Greenopoli, uscito nel 2014 per i tipi di Edizioni Il Papavero. La Sostenibilità, l’Ambiente, i Rifiuti e l’Acqua – da cui viene fuori l’acronimo Sara, uno dei protagonisti di Greenopoli – sono alcuni tra gli argomenti preferiti di discussione. L’ultimo nato della famiglia di Greenopoli è il progetto di educazione ambientale “Le Piccole Guardie Ambientali (PGA) di Greenopoli” rivolto soprattutto agli allievi e ai genitori della scuola primaria. L’ambiente è tutto ciò che ci circonda: ci deve necessariamente interessare se teniamo alla nostra sopravvivenza sul Pianeta!

Il metodo Greenopoli
Il ruolo del formatore muta per assumere le funzioni di “moderatore”, che prima fa discutere e ragionare gli allievi e poi, a opportuni intervalli, interviene per sostenere e rilanciare la discussione o introdurre nuovi concetti. Il tutto diventa più facile se ci si propone con entusiasmo, simpatia e spontaneità, lasciando trasparire tutta la passione per l’argomento che si sta discutendo. Il comunicatore deve evitare di porsi su un piedistallo (anche in senso fisico!) e per fare questo, deve stare al livello dei suoi interlocutori, deve essere il più desideroso e curioso di apprendere cose nuove, divenendo allievo tra gli allievi, mettendoci nei panni di chi ci sta di fronte. Al di là di tecniche più o meno sofisticate, infatti, immedesimarsi in chi ci sta di fronte è il punto di partenza obbligato per una comunicazione che vuole essere veramente efficace in una scuola che vuole preparare i propri allievi al “saper essere”, ancor prima che al “saper fare” e al sapere nozionistico fine a se stesso. Nel mondo di Greenopoli, insieme a Sara, ci sono altri simpatici personaggi come il Signor Errore e il cugino inglese Mr. Error, il Pacc-Man (occhio alle due “c” del Pensa-Agisci-Controlla-Correggi, cioè il Ciclo di Deming), l’ispettore Garbage e Mr. Rubbish, la signora Eduarda che vive in Africa insieme ai sui figlioletti che vorrebbero andare a scuola tutte le mattine, ma, puntualmente, si rendono conto che non hanno, purtroppo, una scuola… I principali strumenti del “metodo Greenopoli” sono la condivisione, il dialogo, il ragionamento, l’entusiasmo, la simpatia, la spontaneità, un po’ di comicità e i green rap!

Il Green Rapping
L’idea della comunicazione ambientale tramite i rap, attività che è stata ribattezzata come “green rapping”, è nata quasi per caso, su sollecitazione di alcuni studenti delle scuole secondarie di primo grado di Pagani, in provincia di Salerno. Proprio “Le Piccole Guardie Ambientali”, attraverso i rap di Greenopoli, sono chiamati ad apprendere e sperimentare concetti fondamentali come il rispetto delle regole (l’attraversamento delle strisce pedonali), il risparmio energetico (lo spegnimento delle luci), la raccolta differenziata (passaggio dal concetto di rifiuti a materiali) eil risparmio idrico (controllo dei consumi). Per i quattro temi, i bambini, sotto la guida delle insegnanti e con l’aiuto dei genitori, devono realizzare altrettante “palette” in cartone riciclato, simili nella forma e nella funzione a quelle in possesso alla Polizia locale, sulle quali hanno disegnato le strisce pedonali, una lampadina, un cestino dei rifiuti e un rubinetto.
Le quattro palette delle PGA sono state realizzate utilizzando cartoni usati per evidenziare l’importanza del riuso creativo (il cosiddetto “up-cycling”) dei prodotti a fine vita. Appresi i concetti basilari, le PGA iniziano a trasmettere le “regole del gioco” ai propri genitori “a suon di rap” esortandoli a una fattiva ed entusiastica collaborazione.

La raccolta differenziata è l’unico tema per il quale si chiede un impegno speciale. Gli allievi si procurano il calendario della raccolta differenziata del proprio comune, che imparano per bene, e poi mettono in pratica insieme ai genitori. Su questo tema, infatti, si vogliono ottenere obiettivi concreti e tangibili: l’aumento della percentuale di raccolta differenziata del proprio comune e il miglioramento della qualità dei materiali avviati alla raccolta differenziata.

A ognuna delle palette è abbinato un rap di Greenopoli. In particolare, alle prime due palette, cioè Strisce e Energia, sono abbinati altrettanti “quick rap”, che sono rap brevissimi ma che possono essere ripetuti a piacimento.

– Per il rispetto delle regole: Se passi sulle strisce sei uno che capisce, se passi lontano sei strano strano strano!
– Per il risparmio energetico: Se spegni la luce il consumo si riduce, se accendi il cervello il mondo si fa bello!
– Alle ultime due palette, invece, sono abbinati due “classici” rap del repertorio di Greenopoli: Il brutto rap dei rifiuti e Lo sciacqua sciacqua rap (vedi i box con i rap).

Il progetto si conclude il 22 aprile in occasione della Giornata Mondiale della Terra con una marcia simbolica delle Piccole Guardie Ambientali, dalla propria scuola a un campetto o un altro luogo d’incontro dove tutti insieme canteranno i rap di Greenopoli.

 

Teniamoci per mano

Teniamoci per mano

Un naso rosso, una bottiglietta che diventa un cannocchiale, un prelievo che diventa un tappeto rosso con una parata di soldatini, un centimetro che misura l’alluce più lungo in tutta la stanza,  un topino di gomma alla ricerca di piedini “profumati”, un bouquet di palloncini per le mamme più tristi e un walzer anni 30 con gli anziani rimasti soli in istituto. Questi sono alcuni dei gesti che improvvisano i clown di corsia dell’associazione “Teniamoci per mano” la Onlus partenopea che attraverso la terapia del sorriso, si impegna a rendere più leggera la degenza in ospedale di piccoli e grandi pazienti ricoverati presso i nosocomi e le case di cura per anziani di tutta Italia.
Gli studi scientifici hanno dimostrato che ridere attiva tutte le parti del corpo umano producendo beta endorfine da parte delle ghiandole surrenali che producono cortisolo, un ormone che regola la risposta allo stress e aiuta a sopportare meglio il dolore, fisico o psicologico. Migliora la circolazione del sangue e della pressione arteriosa, rilassa il corpo e migliora la respirazione. Ha molteplici benefici su tutti i pazienti e in particolar modo sui bambini che possono vivere il loro momento di magia anche in situazioni più compromesse.
Teniamoci per Mano Onlus,  operativa sul territorio nazionale da oltre 7 anni offre il suo servizio completamente a titolo gratuito e vive di piccole donazioni libere e occasionali da parte dei donatori affezionati alla causa.
È attiva in oltre 33 ospedali in tutta Italia con tre sedi operative localizzate a Napoli, Roma e Bologna.
“Indossare un naso rosso e colorare di gioia il viso di un bambino che ogni giorno lotta contro la sua malattia, consapevole che in quel momento gli stai regalando un’ora di “VITA” è l’azione migliore che possiamo compiere ogni giorno su questa terra”, afferma Eduardo Quinto, responsabile e fondatore dell’associazione che continua dicendo: “È prezioso il lavoro dei nostri volontari che ogni giorno riescono a trovare un pò di tempo da dedicare al prossimo. Non è banale e va riconosciuto il loro impegno…grazie al loro splendido lavoro morale, al tempo e alla genialità del loro “clown” riescono a fare dei piccoli miracoli e noi siamo orgogliosi di poter donare questo servizio gratuito a tutti gli ospedali che con gioia ci ospitano”.
Per diventare un clown di corsia è indispensabile partecipare al corso di formazione della durata di due giorni (info sul sito www.teniamocipermanoonlus.net) e compiere 150 ore di tirocinio in ospedale con il supporto di clown professionisti che guidano il neo clown con attenzione durante le proprie esperienze in corsia, supportandoli e formandoli sul campo nell’attuazione di gesti e comportamenti adeguati a tutte le patologie e situazioni circostanti.
Quest’anno l’associazione ha ricevuto in comodato d’uso da Ferrovie dello Stato, uno spazio di circa 200mq presso la stazione di Gianturco a Napoli dove costruire “La bottega della leggerezza”, luogo che diventerrà presto, non solo il “quartier generale” dell’associazione ma il primo ambulatorio clown gratuito che offrirà alle famiglie meno abbienti visite mediche specialistiche con il supporto dei più grandi luminari d’Italia. In questo spazio sarà allestito anche un punto di ascolto psicologico per intere famiglie e uno spazio di supporto, integrazione e rieducazione dei ragazzi di periferia.
Teniamoci per Mano è ogni giorno alla ricerca di volontari e professionisti che vogliono gratuitamente offrire il loro supporto al fine di poter perfezionare il servizio offerto e poter ingrandire la sua splendida famiglia.

Per sostenere l’associazione o il progetto “la bottega della leggerezza” consultare il sito: www.teniamocipermanoonlus.net

 

Un gioiello di modernità e tecnologia

Un gioiello di modernità e tecnologia

Tecnologie all’avanguardia al servizio di uve di grande qualità, solo in questo modo si ottengono risultati di eccellenza.
La cantina Antico Castello sa come accogliere al meglio le uve nel momento della vinificazione: pressa a membrana soffice e serbatoi in acciaio, per le delicate uve bianche; barriques e botti di rovere francese, per importanti rossi.
Con la stessa attenzione la cantina riceve i suoi ospiti:
una moderna tasting room in cui si abbinano momenti gastronomici ad eventi musicali ed artistici, per un pubblico amante del buon vino e dei valori che lo circondano. Tutto questo è Antico Castello ed è quello per cui Chiara  (classe 1987, laureata in Economia e Direzione delle Imprese, corso di perfezionamento post lauream in “Wine Business”, diploma professionale Sommelier AIS) e Francesco (classe 1985, laureato in Ingegneria Civile, abilitato alla professione di Agrotecnico, diplomato Sommelier AIS) lavorano ogni giorno.
“Stiamo cercando di creare un’azienda che sia un crogiolo di creatività, organizzazione, conoscenza, relazioni, ma soprattutto perseveranza. Nel 2009, siamo diventati titolari dell’azienda sotto lo sguardo dei nostri genitori. Per restare nella Nostra Terra abbiamo deciso di “reinventarci” seguendo corsi e agendo sul campo entrando a piccoli passi nel mondo del vino. Coraggio, sfida, ma più di tutto, voglia di crederci. In Irpinia, dove tanto è stato fatto ma tanto c’è ancora da fare e per questo non nascondiamo di provare un “odi et amo” nei confronti di questi territori ma forse semplicemente perché è indice di una grande storia d’amore”.

Società Agricola Antico Castello s.a.s.
di Romano Francesco e C.
C.da Poppano, 11 Bis
S. Mango sul Calore (Av)
Mob. 328 10 76 491
[email protected]
www.anticocastello.com

Tenute Casoli, giovani viticoltori in Irpinia

Tenute Casoli, giovani viticoltori in Irpinia

Tenute Casoli, un’azienda giovane voluta e portata avanti da giovani, con l’indispensabile ausilio ed esperienza della famiglia, che coltiva oggi circa 13 ettari di vigneti, tutti siti in provincia di Avellino, principalmente destinati alla produzione di Greco di Tufo DOCG e di altri grandi vini dell’Irpinia (Fiano di Avellino DOCG, Taurasi DOCG e Aglianico DOC.)
L’azienda è ubicata in Irpinia, territorio tradizionalmente vocato per la viticoltura, da cui, grazie a un’attenta gestione delle risorse agronomiche, nonché ad un’attenta ed accurata selezione delle uve, nascono vini di grande prestigio e qualità.
L’azienda copre tutta la filiera vitivinicola, vinificando le uve nella propria cantina, sita in uno splendido edificio del ‘700 che si erge proprio al centro del comune di Candida, i cui locali erano già originariamente destinati a cantina.

La nostra mission
La filosofia aziendale mira al conseguimento di obiettivi pianificati, con:
• Un ciclo produttivo diretto con trasformazione delle proprie uve.
• Riduzione dei costi di produzione attraverso un’attenta ed adeguata gestione della fase di vendemmia che ci permette di ottimizzare al massimo la resa dei vari macchinari. La predisposizione di una zona degustazione e vendita in un contesto storico interessante, consentendo la vendita diretta, quindi con costi minimi di imballaggi, di distribuzione, di trasporto e quindi minor inquinamento.
• Valorizzazione dell’edilizia rurale tipica con il recupero, il restauro e la riqualificazione di cantina vinicola esistente già dal 700 dove venivano lavorate uve provenienti da fondi propri.
• Innalzamento del livello qualitativo della produzione ottenuta attraverso una severa selezione delle uve prodotte in vigna, con un utilizzo di macchinari di ultima generazione che permettono così un ottimo prodotto finale. I nostri vini, ottenuti con pratiche enologiche meticolose, vantano una qualità certificata  riconosciuta.
La tracciabilità dei nostri prodotti parte dal grappolo dei singoli vigneti, raccolti manualmente e portati in cantina per la trasformazione. Al completamento della vinificazione e prima dell’imbottigliamento AGROQUALITA’, Società per la certificazione della qualità nell’ agroalimentare, preleva campioni dei nostri vini per verificare che le uve provengano dalle aree di “DENOMINAZIONE DI ORIGINE CONTROLLATA E GARANTITA” (DOCG). Solo dopo un esito positivo di tali controlli e dall’attenta analisi delle qualità organolettiche previste dal disciplinare di produzione, riceviamo le fascette  di identificazione numerate da applicare su ogni singola bottiglia.

TENUTE CASOLI
Via Roma, 28 – Candida (Av)
Tel./Fax: 0825 22433 – Cell. 340 2958099
[email protected]

 

 

Il Borgo della Salute: Castelluccio Superiore

Il Borgo della Salute: Castelluccio Superiore

Riprendendo una citazione del Prof. Pierpaoli: “La natura biologica umana, rimasta praticamente identica negli ultimi millenni, è recentemente assalita da innovazioni tecnologiche estranee alla biologia del corpo; questo porta allo sviluppo di numerose malattie e ad un invecchiamento precoce che i farmaci riescono solo a mascherare.
La mia esperienza mi permette ora di proporre un tipo di medicina, applicabile agevolmente a tutti, che permetta una vita priva di malattie degenerative e proiettata al termine ultimo del programma di invecchiamento dell’uomo che si colloca fra i 110 e i 130 anni.
La mia cura si basa su un sistema di risincronizzazione temporale del cervello, che lo riporta all’età giovanile e al mantenimento di tale stato. Il metodo consiste nell’uso appropriato di quelle molecole naturali che sono alla base del controllo del programma stesso dell’invecchiamento. In altre parole, si riesce a fissare e poi mantenere uno stato di perfetto equilibrio, sia abrogando e prevenendo le malattie, che stabilendo uno stato di stabilità biologica giovanile. Quindi l’invecchiamento si allontana e si stabilisce lo stato nuovo dell’Uomo senza Età. Quella che era un’utopia Faustiana, diventa un modo di vivere”.
Pierpaoli prosegue con la descrizione del Borgo della Salute che ”viene da me concepito come un vero fulcro di vita e di attività, esattamente come la miriade di villaggi, paesi, ville, casali, fattorie, castelli e frazioni che costituiscono l’asse portante e vitale dell’Italia. Tali strutture devono contenere tutto quanto una persona sana o ammalata possa cercare per un equilibrio di vita sano e gioioso per sé e/o la propria famiglia.
Quindi mi riferisco al recupero della salute mediante le mie cure e prescrizioni, a periodi brevi o lunghi di soggiorno per vacanza, riposo, turismo, eno-gastronomia, cultura e percorsi di aggiornamento sulla salute. Il Borgo è anche un centro culturale di storia e tradizioni con prodotti del luogo, visite a monumenti, teatro, musica e ogni tipo di attività che nasca e si sviluppi nell’ambito culturale e socio-economico della zona.

Le cure del Borgo
La Medicina Rigenerativa è un recente campo di ricerca e di applicazione clinica della Medicina che ha lo scopo di mantenere, migliorare fino a ricostituire i tessuti e la funzionalità degli organi. In questo ambito lo sviluppo di nuove conoscenze e di procedure terapeutiche si è focalizzato sopratutto nel vasto campo delle malattie croniche degenerative, nella restaurazione e sostituzione di organi e tessuti lesionati fino alle nuove acquisizioni per contrastare i danni sistemici correlati all’invecchiamento.
Per raggiungere questi scopi “La Medicina Rigenerativa” utilizza le terapie cellulari e l’ingegneria genetica coinvolgendo, con un approccio multidisciplinare, le nuove conoscenze nel campo della biologia, della medicina e delle biotecnologie. Ricercatori con differenti sfere di competenza hanno lavorato e stanno lavorando su questo innovativo campo di ricerca come documentato da una vasta letteratura.

Più in dettaglio questa nuova branca medica trova attualmente un promettente spazio terapeutico nella cura delle malattie disendocrine e dismetaboliche come il diabete, l’ipertensione, l’aterosclerosi, nella prevenzione oncologica e nelle malattie cosiddette autoimmunitarie.
Altro campo di applicazione è la creazione di organi e tessuti per la sostituzione di quelli malati o danneggiati. Possiamo anche migliorare strutturalmente le articolazioni compromesse dall’artrosi ripristinando un’autonomia fisica personale e relazionale.
Tutto ciò è quasi sempre possibile ottenerlo senza tossicità farmacologica e con una ridottissima incidenza di effetti collaterali.

Nell’ambito della Medicina Rigenerativa quindi si erogano le cure nel Borgo di Castelluccio secondo le moderne conoscenze introdotte dal Prof. Pierpaoli nell’ambito sia dell’antiaging, sia delle malattie degenerative sistemiche ad origine dismetabolica, disendocrina e da deficit di immunoregolazione.

Per info: +39 345 1795063
[email protected]

Campania: Garante per i disabili

Campania: Garante per i disabili

Il Consiglio regionale della Campania, presieduto da Rosa D’Amelio, ha approvato all’unanimità il testo di legge per l’istituzione di questa figura, cui spetterà farsi promotore di azioni per assicurare il pieno rispetto della dignità e autonomia delle persone con disabilità e di programmi per agevolare l’accessibilità ai servizi e all’istruzione, nonché di interventi per eliminare tutte le barriere architettoniche e comunicative.
Nella stessa deliberazione del Consiglio è stata approvata anche la variazione di bilancio per attivare le risorse per il trasporto scolastico dei disabili, problematica molto sentita.
L’inclusione scolastica rappresenta infatti un fattore cruciale del miglioramento del benessere dei giovani disabili e il trasporto scolastico è cruciale per la sua implementazione. In dieci anni, secondo il Focus del Miur “L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità”, pubblicato nel 2015, è cresciuta fortunatamente del 40% la percentuale degli alunni disabili che frequentano le scuole italiane, anche se a ciò non ha corrisposto l’aumento adeguato di insegnanti di sostegno.
La deliberazione del Consiglio della Regione Campania rappresenta dunque un segnale forte di attenzione ai problemi di una fascia di popolazione vessata da anni di diritti negati, lungaggini burocratiche, inadempienza di leggi, 
servizi insufficienti e inadeguati, carenze di fondi, assenza di centri di accoglienza adeguati, progetti inesistenti e scarsa attenzione mediatica, tra indifferenza ed esclusione dei più. In base ai dati forniti dall’ISTAT, in Italia le persone con disabilità sono 7.214.000, di cui in Campania ce ne sono circa 320.000.
La Campania presenta, rispetto alla media nazionale, una maggiore frequenza dei disabili in famiglia: ciò viene attribuito ad un fattore di natura culturale – la maggiore propensione dei nuclei familiari residenti in Italia meridionale a tenere in famiglia i congiunti ammalati- ed uno strutturale, costituito dalla carenza dell’offerta di strutture residenziali dedicate.

Cure domiciliari: 
l’Irpinia all’avanguardia in Campania

Cure domiciliari: 
l’Irpinia all’avanguardia in Campania

Spesso si sente parlare di assistenza e cure domiciliari e si sottolinea giustamente l’importanza che il servizio può rivestire nel garantire una migliore qualità della vita ai pazienti.
Su questo fronte, la provincia di Avellino può vantare una solida esperienza maturata sul campo, che ha posto l’Irpinia all’avanguardia in Campania, grazie al lavoro svolto da medici e dirigenti sanitari in grado di cogliere le esigenze degli utenti e da realtà del Terzo settore rivelatesi all’altezza della sfida, nella gestione delle prestazioni. Ma proviamo a conoscere più da vicino il servizio.
Le cure domiciliari vengono erogate dall’Asl, eventualmente integrate con interventi di natura socio-assistenziale con il supporto dei Comuni, e sono destinate a persone parzialmente o totalmente non autosufficienti (malati oncologici, patologie acute cardiologiche, 
neurologiche e respiratorie, pazienti affetti da piaghe da decubito e malati terminali) per evitare loro lunghi e impropri ricoveri ospedalieri.

Per ogni malato viene predisposto un piano personalizzato di assistenza, che consiste in un insieme coordinato di attività sanitarie, mediche, infermieristiche e riabilitative, comprendente anche l’erogazione di farmaci, materiale per medicazione, ausili e presidi. Il servizio può essere richiesto dalla persona interessata o da un suo familiare, dal medico di famiglia, dal Piano di zona sociale del Comune o da un reparto ospedaliero presso il Distretto sanitario di appartenenza, che ricevuta la segnalazione la valuterà, attivando un’apposita unità.
La valutazione multidimensionale dovrà concludersi entro e non oltre i 20 giorni dalla segnalazione.
Solo in caso di dimissione protetta entro le 48/72 ore dalla 
segnalazione. Le prestazioni sanitarie erogate sono gratuite.

Luigi Basile

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